Rai Cultura
Schema di una foiba istriana realizzato nel 1946 dal Cnl (Comitato di Liberazione Nazionale)
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Tito, pesudonimo di Josip Broz, uomo politico e capo militare iugoslavo. Guida la lotta di liberazione nazionale dagli invasori nazisti, contrastando i fascisti croati e italiani
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Guerra sugli Altopiani, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943
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Donne partigiane jugoslave, nel 1944
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Recupero di prigionieri morti infoibati
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Propaganda a favore della liberazione della Jugoslavia da parte dell'esercito titino
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Il ritrovamento di una foiba
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Propaganda a favore di Tito a Trieste.
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Incontro tra gli Alleati e le truppe di partigiani iugoslavi sull'Isonzo, nel 1945
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Recupero di cadaveri provenienti dalle foibe
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Una famiglia di rifugiati slavi a Trieste, nel 1946
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Esuli in transito
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Le persecuzioni e i massacri

Un racconto per immagini

Foibe, dal latino fovea, è il termine con cui si indicano profonde cavità, tipiche delle aree carsiche. Dopo l’8 settembre 1943, con la dissoluzione dell’esercito italiano, nella zona orientale i tedeschi occupano Trieste, Pola e Fiume, mentre nell’entroterra istriano prende il potere il movimento di liberazione jugoslavo. Si diffonde un clima ostile generalizzato verso gli italiani, spinto da rancori e propositi di vendetta. I partigiani di Tito ricorrono all’utilizzazione delle foibe, mettendo in atto crudeli esecuzioni.

Foibe, dal latino fovea, è il termine con cui si indicano profonde cavità, tipiche delle aree carsiche

I condannati, legati col fil di ferro l’uno all’altro, fucilati in superficie, cadono in voragini di decine e a volte centinaia di metri. Qualcuno precipita ancora vivo, trascinato dal peso del compagno colpito a morte. I primi cosiddetti “infoibamenti”, dell’autunno del 1943, in Istria e Dalmazia, coinvolgono centinaia di persone. Un racconto attraverso fotografie dell’epoca, ci permette di approfondire una pagina drammatica della storia del nostro paese.