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Un giovane Enrico Berlinguer durante un comizio contro la guerra a Roma nel 1948. Si iscrive al Partito Comunista Italiano nell'ottobre 1943
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Autunno 1952: Berlinguer interviene ad un comizio tenuto da Palmiro Togliatti., con il quale lavora a stretto contatto agli inizi, come segreterio generale della rinata Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI)
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Insieme a Celeste Negarville, primo direttore de L'Unità del dopoguerra, alla sede torinese del partito nel 1951
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Nel 1945, al congresso del Fronte della Gioventù. Berlinguer riesce a potenziare l'organizzazione giovanile del partito, facendola diventare in pochi anni una vera e propria organizzazione di massa con un totale di quattrocentosessantamila iscritti
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Nel 1973 ad una manifestazione pubblica. Un anno prima, nel 1972, al XII Congresso ottiene l'investitura definitiva alla segreteria del partito
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All'apertura del XV Congresso del Partito Comunista Italiano, nel 1979
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Insieme a Nilde Iotti, nel 1966, durante una manifestazione in piazza del Popolo a Roma, per la cessazione delle ostilità nel Vietnam
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A Roma, nel 1976, alla manifestazione per la vittoria del PCI. Da segretario riporta due grandi successi elettorali, alle amministrative del 1975 e alle politiche del 1976
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Un primo piano
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Insieme al segretario della Democrazia Cristiana, Benigno Zaccagnini
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Inizi anni Ottanta, insieme a Bettino Craxi, segretario del Partito Socialista Italiano. Uno dei principali obiettivi di Berlinguer come segretario è quello di costituire una nuova direzione politica attraverso la collaborazione delle varie correnti: socialista, comunista e cattolica
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Insieme a Paolo Emilio Ciofi (al centro) e al sindaco di Roma Luigi Petroselli sulla destra), nel 1976
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Un altro primo piano, durante l'intervento di chiusura del XIII Congresso del partito, nel 1972
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28 giugno 1977: una stretta di mano tra il segretario del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer e il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, che simboleggia la politica di riavvicinamento e collaborazione ispirata da Berlinguer per trovare un accordo fra le forze popolari di ispirazione comunista e socialista con quelle di ispirazione cattolico-democratica
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Ritratto durante un congresso della CGIL, negli anni Settanta
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Insieme alla moglie Letizia e al pittore Renato Guttuso
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Uno striscione al comizio dopo le elezioni europee del 1984, tenutesi pochi giorni dopo la scomparsa di Berlinguer. Il Partito Comunista per la prima volta nella storia ottiene un numero di voti maggiore della Democrazia Cristiana, quasi come se il corpo elettorale volesse conferire un tributo speciale al compianto segretario
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Berlinguer: l'attività politica

Un racconto per immagini

Ripercorriamo la vita politica di Enrico Berlinguer attraverso esclusive foto d'epoca. Dalle origini fino ai drammatici momenti che hanno caratterizzato la sua improvvisa scomparsa. Nasce a Sassari il 25 maggio 1922, il padre esercita la professione di avvocato è iscritto al partito socialista e compare tra i fondatori de  l'Avanti Sardegna! Ad ottobre del 1943 Enrico si iscrive al Partito Comunista Italiano, assumendo sin da subito la carica di segretario della federazione giovanile. Un anno dopo, in seguito ad una breve esperienza di carcere, a causa della partecipazione ad una manifestazione di protesta nella sua cittadina, conosce Palmiro Togliatti e si trasferisce a Roma dopo la liberazione iniziando a lavorare nel movimento giovanile e diventandone un punto di riferimento. Nel gennaio 1948 diventa membro del Comitato centrale del partito e responsabile della segreteria generale della rinata Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI). Berlinguer riesce a potenziare l'organizzazione giovanile facendola diventare in pochi anni una vera e propria organizzazione di massa con un totale di quattrocentosessantamila iscritti. Questa diventa per lui anche un'occasione per lavorare accanto a Togliatti e in campo internazionale, accumulando esperienza. Per volere dello stesso Togliatti viene chiamato nel 1958 nell'ufficio di segreteria, sotto la direzione di Luigi Longo, di cui diventa responsabile unico quattro anni dopo, nel 1962, durante il X Congresso del partito.

Le elezioni nazionali del 1968 sanciscono una nuova linea per il Partito Comunista, che torna ad avere un ruolo dominante sia in Parlamento che nella società e Berlinguer sempre più al centro delle strategie politiche ottiene al XII Congresso del 1972 l'investitura definitiva alla segreteria del partito. L'obiettivo del nuovo segretario è quello di costituire una nuova direzione politica attraverso la collaborazione delle varie correnti: socialista, comunista e cattolica.

Si inizia ad aprire la strada della collaborazione con la Democrazia Cristiana, in particolare nella persona di Aldo Moro, verso quel compromesso storico che cambierà la politica italiana. Il primo colloquio tra quest'ultimo e Berlinguer risale addirittura al dicembre 1971. I grandi successi elettorali dei comunisti prima alle amministrative del 1975 e alle nazionali del 1976 sanciscono definitivamente un rapporto di scambio tra il PCI e le forze tradizionali di governo e in particolare con la Democrazia Cristiana. A causa anche delle tragiche vicende del presidente Moro il compromesso storico non si realizzerà mai e si parla più di un'esperienza consociativa. I comunisti guidati da Berlinguer entrano nei centri decisionali pubblici in posizione di compartecipazione. Tra la fine degli Settanta e gli inizi anni Ottanta Berlinguer prova a lanciare il discorso della "Terza via" tra capitalismo e socialismo reale, per cercare di difendere il patrimonio storico del partito guidato per circa dieci anni e nello stesso tempo mantenere in vita le nuove strategie politiche lanciate nel tempo. Mentre è impegnato nella chiusura della campagna elettorale per le elezioni europee Enrico Berlinguer muore improvvisamente a Padova l'11 giugno 1984, dopo essere stato colto da ictus celebrale durante un comizio. Quasi a riconoscere un tributo alla sua figura nella storia politica del nostro paese, il Partito Comunista Italiano otterrà alle europee per la prima volta nella sua storia un numero leggeremente maggiore di voti rispetto alla Democrazia Cristiana