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Museo per la memoria di Ustica
Un racconto per immagini
Il Museo per la memoria di Ustica è stato inaugurato nel 2007 e realizzato grazie al Protocollo d'Intesa stipulato, su sollecitazione dell'Associazione Parenti delle Vittime della strage, tra Ministero per i Beni e le Attività culturali, Ministero della Giustizia, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna. Fa parte dell’Area Arte Moderna e Contemporanea dell'Istituzione Bologna Musei.
Le ottantuno vittime della strage sono ricordate attraverso altrettante luci che dal soffitto del Museo si accendono e si spengono al ritmo di un respiro. Intorno al velivolo ricostruito con i resti riportati appositamente a Bologna, sono collocati ottantuno specchi neri che riflettono l’immagine di chi percorre il ballatoio, mentre dietro ad ognuno di essi ottantuno altoparlanti emettono frasi sussurrate, pensieri comuni e universali, a sottolineare la casualità e l’ineluttabilità della tragedia. Inoltre nove grandi casse nere sono state disposte dall’artista intorno ai resti riassemblati del DC9: in ognuna di esse sono stati raccolti decine di oggetti personali appartenuti alle vittime. Scarpe, pinne, boccagli, occhiali e vestiti che documenterebbero la scomparsa di un corpo, rimangono così invisibili agli occhi dei visitatori. Solo le loro immagini sono state ordinatamente impaginate da Boltanski nella “Lista degli oggetti personali appartenuti ai passeggeri del volo IH 870” una pubblicazione che, coinvolgendo lo spettatore direttamente nella memoria dell’avvenimento, lo vede protagonista nella ricostruzione della verità.
La struttura ospita l'installazione permanente dell'artista francese Christian Boltanski.
Le ottantuno vittime della strage sono ricordate attraverso altrettante luci che dal soffitto del Museo si accendono e si spengono al ritmo di un respiro. Intorno al velivolo ricostruito con i resti riportati appositamente a Bologna, sono collocati ottantuno specchi neri che riflettono l’immagine di chi percorre il ballatoio, mentre dietro ad ognuno di essi ottantuno altoparlanti emettono frasi sussurrate, pensieri comuni e universali, a sottolineare la casualità e l’ineluttabilità della tragedia. Inoltre nove grandi casse nere sono state disposte dall’artista intorno ai resti riassemblati del DC9: in ognuna di esse sono stati raccolti decine di oggetti personali appartenuti alle vittime. Scarpe, pinne, boccagli, occhiali e vestiti che documenterebbero la scomparsa di un corpo, rimangono così invisibili agli occhi dei visitatori. Solo le loro immagini sono state ordinatamente impaginate da Boltanski nella “Lista degli oggetti personali appartenuti ai passeggeri del volo IH 870” una pubblicazione che, coinvolgendo lo spettatore direttamente nella memoria dell’avvenimento, lo vede protagonista nella ricostruzione della verità.