Il tuo browser non supporta video HTML5
La Metamorfosi
Un racconto di Kafka che non smette di parlarci
La metamorfosi, è il racconto più noto di Kafka. L'opera fu pubblicata per la prima volta nel 1915 e racconta di come il protagonista, il giovane Gregor Samsa, si accorga una mattina al suo risveglio di essersi trasformato in un insetto. Un cambiamento non facile da accettare per lui, ma soprattutto per la sua famiglia, composta dai due genitori e da una sorella minore. Vari episodi porteranno il protagonista a riflettere sulle sue condizioni e la sua vita prima e dopo la trasformazione e questo lo porterà a prendere una decisione drastica.
E' un racconto sulla separazione, sull’isolamento, sulla difficoltà di contatto, che si inoltra nello squarcio profondo dell’alienazione sociale e della depressione. La metamorfosi è un’opera-mondo, che si irradia da una stanza e invade l’appartamento che la circonda, in cui si svolgono eventi imprevedibili, vissuti da personaggi tragici e comici. Sono malinconiche costellazioni familiari in una notte piena di nubi che prendono nella mente dimensioni gigantesche. In terza persona, Gregor, ci fa vedere la realtà con i suoi occhi, abbandona il mondo degli umani e si trasforma, assume un altro corpo, immaginario, nato nel bozzolo protettivo del letto.
La causa prima di questa rinuncia a sé stesso, di questa fuga dalla propria identità è il suo lavoro subordinato, e la sottomissione per compierlo a regole massacranti, all’imbecillità gerarchica, con un’eco lontana di minacciose strutture burocratiche e voci maldicenti. È un gioco immaginario e mentale spietato, che porta Gregor, e noi con lui, all’annullamento.
Ma quanto è ancora attuale oggi questo testo ? Per avere una risposta , noi siamo andati al Teatro Argentina di Roma, dove era in scena la versione teatrale diretta da Giorgio Barberio Corsetti e ne abbiamo parlato con i due attori Michelangelo Dalisi e Sara Putignano che interpretano rispettivamente il protagonista e sua madre.
E' un racconto sulla separazione, sull’isolamento, sulla difficoltà di contatto, che si inoltra nello squarcio profondo dell’alienazione sociale e della depressione. La metamorfosi è un’opera-mondo, che si irradia da una stanza e invade l’appartamento che la circonda, in cui si svolgono eventi imprevedibili, vissuti da personaggi tragici e comici. Sono malinconiche costellazioni familiari in una notte piena di nubi che prendono nella mente dimensioni gigantesche. In terza persona, Gregor, ci fa vedere la realtà con i suoi occhi, abbandona il mondo degli umani e si trasforma, assume un altro corpo, immaginario, nato nel bozzolo protettivo del letto.
La causa prima di questa rinuncia a sé stesso, di questa fuga dalla propria identità è il suo lavoro subordinato, e la sottomissione per compierlo a regole massacranti, all’imbecillità gerarchica, con un’eco lontana di minacciose strutture burocratiche e voci maldicenti. È un gioco immaginario e mentale spietato, che porta Gregor, e noi con lui, all’annullamento.
Ma quanto è ancora attuale oggi questo testo ? Per avere una risposta , noi siamo andati al Teatro Argentina di Roma, dove era in scena la versione teatrale diretta da Giorgio Barberio Corsetti e ne abbiamo parlato con i due attori Michelangelo Dalisi e Sara Putignano che interpretano rispettivamente il protagonista e sua madre.