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Francesco Polizzi la vuole fare finita con Don Giovanni
Uno spettacolo sull' intramontabile mito di Don Giovanni
25-Mar-2019 > 31-Mar-2019
(Per farla finita con) Don Giovanni, regia di Francesco Polizzi, è uno spettacolo che ritorna sull’intramontabile mito di Don Giovanni, per chiedersi oltre al personaggio teatrale cosa rimane dell’eterno adolescente in un’epoca come quella di oggi colpevolmente adolescente. Non appena ci immergiamo in questa storia, infatti, ne rimaniamo sempre affascinati, e siamo pronti a perdonare al suo protagonista ogni bassezza, ricercando nella sua vicenda le conferme che ognuno vuole poter dare alla propria.
Perché dovrebbe continuare ad interessarci?
Oltre al mito teatrale cosa rimane di questo eterno adolescente in un‘epoca, la nostra, colpevolmente adolescente?
Le sue esperienze erotiche seriali sono infine oggi la normale educazione sentimentale di ogni giovane dabbene, e chi non abbia provato almeno un poco di dongiovannismo nella sua gioventù viene spedito senz‘altro su lettini d‘analista con diagnosi di repressione religiosa o materne mancanze.
E però, non appena torniamo a raccontarci la sua storia, non possiamo fare a meno di restarne affascinati.
Dimentichiamo volentieri le sue bassezze, passiamo sopra alla menzogna, insensibili ai dolori che provoca – “i cuori sono fatti per essere infranti”, lo ascolteremo complici dire –, non ci preoccupiamo delle promesse mancate, gli perdoniamo persino l‘assassinio purché ancora una volta Giovanni si produca per noi nei suoi numeri di seduzione multipla, nella sua pura, cieca vitalità, nel suo infantile rifiuto della morte e della serietà delle cose del mondo.
Perché dovrebbe continuare ad interessarci?
Oltre al mito teatrale cosa rimane di questo eterno adolescente in un‘epoca, la nostra, colpevolmente adolescente?
Le sue esperienze erotiche seriali sono infine oggi la normale educazione sentimentale di ogni giovane dabbene, e chi non abbia provato almeno un poco di dongiovannismo nella sua gioventù viene spedito senz‘altro su lettini d‘analista con diagnosi di repressione religiosa o materne mancanze.
E però, non appena torniamo a raccontarci la sua storia, non possiamo fare a meno di restarne affascinati.
Dimentichiamo volentieri le sue bassezze, passiamo sopra alla menzogna, insensibili ai dolori che provoca – “i cuori sono fatti per essere infranti”, lo ascolteremo complici dire –, non ci preoccupiamo delle promesse mancate, gli perdoniamo persino l‘assassinio purché ancora una volta Giovanni si produca per noi nei suoi numeri di seduzione multipla, nella sua pura, cieca vitalità, nel suo infantile rifiuto della morte e della serietà delle cose del mondo.
E alla fine, ognuno troverà in questo vecchio apologo gli ammonimenti che vorrà vedervi.
Francesco Polizzi