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La Valle d' Itria è tutta un festival
Al via l' edizione numero quarantacinque
cartellone con oltre trenta appuntamenti in venti giorni, firmato dal direttore artistico AlbertoTriola e dal direttore musicale Fabio Luisi che affiancano il presidente Franco Punzi, fra i
fondatori di quella che è una delle più longeve e prestigiose rassegne italiane.
La scuola napoletana, il belcanto e il barocco caratterizzano il programma della45a edizione della manifestazione di Martina Franca. Numerose attività per i cento anni di Paolo Grassi con una mostra, spettacoli, parole e musica. Pier Luigi Pizzi firma gli allestimenti di due opere al Palazzo Ducale, Il matrimonio segreto di Cimarosa diretto da Michele Spotti ed Ecuba di Manfroce con il direttore musicale Fabio Luisi sul podio. Due prime in Italia: Orfeo di Porpora e Coscoletto di Offenbach nel bicentenario dellanascita del compositore francese.
Martina Franca svelerà i propri tesori musicali nell’atrio del Palazzo Ducale, così come evocatodalla nuova immagine del festival firmata da Francesca Cosanti: Il matrimonio segreto di
Cimarosa, Ecuba di Manfroce, Orfeo di Porpora e Coscoletto di Offenbach nel bicentenario dellanascita del compositore francese. L’opera in masseria diventa itinerante in cinque fra gli spazi
più belli del territorio. Intorno alle opere, come sempre, un programma intenso di concerti, incontrie iniziative, cui si aggiunge nel 2019 l’omaggio a Paolo Grassi a cento anni dalla nascita in una
sezione denominata Festival d’arte per tutti.
Pier Luigi Pizzi, Paolo Grassi e Napoli: questi i tre protagonisti cui il 45° Festival della Festival della Valle d’Itria intende tributare un omaggio. Pizzi – afferma il direttore artistico Alberto Triola –,maestro del teatro italiano, legato a Martina Franca da lunga amicizia, sta vivendo una sua seconda giovinezza: in quest’ottica è da leggere il suo impegno nei due spettacoli al Palazzo Ducale, volto atrasformare il medesimo spazio e impianto scenico per due opere di carattere molto diverso, nel più schietto spirito dell’arte scenica e dell’immaginazione creativa. Grassi è stato uno dei giganti del teatro novecentesco, nel senso più ampio del termine: di origini martinesi e figura dirimente agliesordi del festival, viene omaggiato a cento anni dalla nascita cercando di tradurre in linguaggiocontemporaneo il suo lascito, la sua poetica, programmando una serie di appuntamenti che possano essere metafora della sua poetica di organizzatore teatrale e di intellettuale. Napoli è fin dal Settecento una capitale della cultura e della musica, in un’ Europa che era già “unita” nel segno dellamusica italiana, della lingua italiana, dei compositori italiani. Tutte le opere scelte hanno così un legame con Napoli e raccontano la parabola di un’epoca d’oro per la città campana: da Porpora a Vinci, da Cimarosa a Manfroce, dagli splendori della scuola napoletana ai suoi ultimi bagliori per arrivare all’Ottocento inoltrato e ai riverberi malinconici e sorridenti che l’operetta di Offenbachriesce a cogliere per raccontare una Napoli orami mitizzata, dove il can-can viene sostituito dallatarantella e l’eruzione del Vesuvio corona la festa musicale».