Giulio Paolini

Il rapporto tra spettatore e opera d'arte

Nato a Genova nel 1940, Giulio Paolini è uno degli artisti italiani più noti ed affermati a livello internazionale. La sua ricerca, ascrivibile all’arte concettuale, si caratterizza da sempre per la riflessione sui complessi rapporti tra opera d’arte e spettatore in un raffinato gioco di rimandi ricco di citazioni. L’analisi dell’azione del vedere, dell’osservare, suggerisce la creazione di una struttura linguistica tra artista e osservatore che si ricrea ogni qualvolta questo ultimo si colloca di fronte all’opera d’arte. Ne nasce, secondo Paolini, un’enigmatica linea di comunicazione entro la quale l’osservatore è protagonista tanto quanto l’opera finita. Opere come Giovane che guarda Lorenzo Lotto (1967), insieme alle molte citazioni di classici dell’arte, come Velasquez, Poussin, Ingres, sono la testimonianza di queste riflessioni.

Autore e spettatore sono abitanti dello spazio e dello stesso tempo e quindi sono l'osservatore posto di fronte all'immagine. O se si vuole, sono anche l'immagine osservata dal personaggio del quadro.
Giulio Paolini

Negli anni Ottanta Paolini approfondisce il tema del rispecchiamento, del ribaltamento, del doppio, dando vita a complesse installazioni realizzate con calchi della statuaria classica, leggii, cornici vuote, sedie, libri.
La citazione, come il frammento o la rievocazione, sono per Paolini strumenti per mettere in scena il suo personale teatro della rappresentazione artistica arricchito da mitologie e memorie.

Noi possiamo ammirare, esplorare, scrutare quanto abbiamo davanti agli occhi, ma non possiamo penetrare il segreto dell'opera.
Giulio Paolini

In questa intervista realizzata da Antonia Mulas per la serie In prima persona. Pittori e scultori, è lo stesso Paolini a parlare di sé e del suo lavoro.