Simon Hantaï: pensieri, parole e polvere
Dal Surrealismo al pliage
Nel 2014, a cinque anni dalla scomparsa di Simon Hantaï, l’Accademia di Francia in Roma ha ospitato la prima retrospettiva in Italia dell'artista ungherese di nascita e francese d’adozione, tra i protagonisti più originali dell’astrattismo del secondo Novecento.
Dal Surrealismo praticato negli anni Cinquanta, Hantaï si è spinto verso soluzioni inedite, come la tecnica del pliage, che lo ha reso famoso in tutto il mondo, sfidando la pittura con opere fatte soltanto di polvere o fitte di scrittura, in dialogo con gli intellettuali della sua epoca.
Hantaï è così unico per il suo pensiero, che la pittura in sé è un pensiero. Non è una pittura su una questione, non è una pittura fatta con delle idee, è una pittura come pensiero e, dunque, ha trovato molti legami con i filosofi del suo tempo
Eric de Chassay, Direttore Accademia di Francia in Roma
La mostra in Italia, paese che ha contribuito alla sua formazione, ha presentato quaranta opere realizzate tra il 1958 e il 2004, tra le quali le spettacolari Scrittura Rosa, A Galla Placidia e la serie delle Mariales, dove il ricordo dell’arte italiana è sublimato in una pittura intensa e magnetica.
All’inizio degli anni Ottanta, Hantaï ha fatto una scelta molto particolare: era rappresentante della Francia alla Biennale di Venezia, aveva avuto una grande retrospettiva a Parigi, una grande mostra anche a Bordeaux e ha deciso di ritirarsi dal mondo dell’arte perché era molto contrario all’idea che l’arte fosse una questione di spettacolo
Eric de Chassay, Direttore Accademia di Francia in Roma
Questo servizio è stato realizzato da RAI Cultura nel 2014, in occasione della mostra Simon Hantaï. Roma, Accademia di Francia-Villa Medici