Studio Azzurro
Una fabbrica di storie
Una storia di amicizia, una passione condivisa per la video arte che ha inizio negli anni Settanta e prosegue, senza sosta nel Terzo Millennio sfidando i mutamenti culturali, tecnologici e di pensiero.
Studio Azzurro, il gruppo fondato a Milano nel 1982 da Paolo Rosa, scomparso nel 2013, da Fabio Cirifino e Leonardo Sangiorgi, ai quali si aggiunge dal 1995 al 2011 Stefano Roveda, ha intrapreso un percorso progettuale complesso integrando linguaggi e competenze diverse. Anche il nome scelto dai tre amici per presentare il gruppo di lavoro, esprime una poliedricità di interessi e intenti difficile da definire:
Ci piaceva l’idea di un colore brillante. Diciamo che Studio Azzurro rappresenta questa linea che sta tra il mare e il cielo, che a volte è una linea definita molto bene a volte sfuma tantissimo e non si capisce più se è più cielo o più mare. Anche noi siamo così.
Dal 1982 a oggi, sono moltissime le opere realizzate da Studio Azzurro, che tracciano un percorso artistico trasversale rispetto alle discipline tradizionali: dalle videoinstallazioni interattive agli ambienti sensibili, dai musei di narrazione ai film e spettacoli teatrali, tutti concepiti con l'intento di coinvolgere lo spettatore in un racconto di immagini e sensazioni.
Partecipazione e interazione sono, infatti, le parole chiave della poetica di Studio Azzurro che coniuga l'applicazione di tecnologie sofisticate con l'idea di un'arte dalla forte vocazione sociale, recuperando la centralità delle "storie", delle testimonianze di vita, e aprendosi a temi di disagio ed emarginazione, come, ad esempio, nell’interpretazione della Genesi (realizzata per il Padiglione della Santa Sede alla Biennale di Venezia del 2013), affidata a carcerati e sordi segnanti.
Tra i lavori del gruppo milanese, che ha sede negli spazi della Fabbrica a Vapore, si ricorda: Il nuotatore, Tavoli, Meditazioni Mediterranee, Portatori di Storie, il ciclo che, attraverso percorsi personali, consente una lettura nuova del paesaggio, nei risvolti invisibili, nelle dimensioni simboliche.