Building Bridges: i ponti che abbracciano
L'ultima opera di Lorenzo Quinn per Venezia
Si chiama Building Bridges, e si compone di sei coppie di mani che partono dai due argini per intrecciarsi e formare un ponte. L’opera, alta quindici metri e lunga venti, è l’ultimo progetto presentato a Venezia da Lorenzo Quinn, figlio del celebre attore hollywoodiano Anthony. Un ponte come simbolo di unione ed espressione dell'ambizione e dell'aspirazione dell'uomo. Come ha dichiarato l’artista stesso:
Building Bridges segue la scultura presentata da Quinn nel 2017, Support: due mani che emergevano dall’acqua “a sostegno” di un palazzo vicino alla Ca’ d’Oro, sul Canal Grande. Rimasta visibile per un anno, l‘immagine scelta dall’artista voleva lanciare un messaggio esplicito in relazione alla minaccia del cambiamento climatico. Il nuovo intervento di Quinn, le sei coppie di mani che si stringono per abbracciare sponde diverse, sono state collocate in un luogo simbolico della città: l’Arsenale Nord:Bisogna creare ponti non barriere, l’umanità non è mai avanzata quando ci siamo chiusi, è sempre avanzata quando ci siamo aperti. Ogni coppia di mani dell’installazione celebra sei valori universali dell'umanità: saggezza, speranza, amore, aiuto, fede, amicizia.
Rai Cultura ha incontro l’artista durante l’allestimento dell'opera site specific per l’Arsenale Nord, inaugurata in occasione della 58. Biennale d’Arte di Venezia.E’ bello che queste mani siano qui proprio all’Arsenale perché da qua i veneziani partivano e andavano in tutto il mondo, quindi Venezia è una città che ha costruito sempre ponti e continuerà a farlo ancora oggi.