Álvaro Negro
Indagine sui limiti della pittura
Nato in Galizia nel 1973, Álvaro Negro ha approfondito un'idea della pittura astratta attraverso l’interazione tra linguaggi differenti. Centrale, nell’evoluzione della sua poetica, un lungo esercizio dello sguardo sul paesaggio filtrato da una videocamera. Ne nasce un progetto a metà strada tra il lavoro pittorico e l'esperienza puramente cinematografica. Un film paesaggio che svela il fluire irrimediabile del tempo e consente il rinnovamento della pratica artistica, il ritorno, dalla “luce liquida” del video, alla concretezza materica, tattile, della pittura.
Ospite, nel 2018, dell’Accademia Reale di Spagna a Roma, vive positivamente il contatto con la storia dell’arte italiana, che è così “a portata di mano”.
I suoi ultimi progetti si muovono in questo territorio ibrido nel quale esplora le variazioni di coscienza nell'osservazione della realtà. Un processo che nasce sempre dall'interazione con lo spazio, architettonico o paesaggistico, che è il punto di partenza dal quale si sviluppa "un'opera globale" che implica una riflessione sulla dimensione temporale insita in ogni immagine.Non persi mai lo sguardo del pittore, anche attraverso la videocamera, però fu una specie di sfogo, una pulizia. All’inizio, cominciai a vedere il quadro come un’esperienza spazio-temporale e, ovviamente, tutto ciò arrivò grazie all’esperienza con il video
Álvaro Negro
Ospite, nel 2018, dell’Accademia Reale di Spagna a Roma, vive positivamente il contatto con la storia dell’arte italiana, che è così “a portata di mano”.
Questo servizio è stato realizzato da RAI Cultura nel 2018Ho sviluppato un‘indagine sulla presenza pittorica come motivo, come essenza pittorica da studiare in classici come Giotto, tra i primi a rendere tangibile la corrispondenza tra l’aspetto corporeo, emozionale, umanistico e spirituale
Álvaro Negro