Alper Dostal
Il designer viennese che scioglie i capolavori dell'arte
Designer multidisciplinare. Così si definisce sul suo sito personale Alper Dostal giovane artista viennese che crea progetti digitali e originali opere in 3D.
Il suo lavoro si concentra sul processo di deformazione e dissolvenza quando è già avviato ma non ancora finito: lo fa coi numeri, le lettere e anche con i quadri.
Soprattutto con il progetto digitale “Hot Art Exhibition” ha accesso i riflettori su di sé e si è fatto conoscere sulla scena artistica internazionale.
Riflettendo sulle devastanti conseguenze del riscaldamento globale e utilizzando una certa dose di ironia, ha creato una serie di rappresentazioni tridimensionali, molto realistiche, in cui alcuni tra i più grandi capolavori dell’arte moderna si sciolgono lentamente sui pavimenti dei musei in cui sono conservati per l’innalzamento devastante delle temperature.
“L’urlo” di Munch, “Guernica” di Picasso, “La notte stellata” di Van Gogh, “la Composizione in rosso, blu e giallo” di Mondrian, “La persistenza della memoria” di Dalì , si liquefanno fino a diventare irriconoscibili davanti ai nostri occhi increduli creando un senso di spaesamento e impotenza.
Dietro all’approccio “leggero” si nascondono però le preoccupazioni dell’artista per la salvaguardia del nostro patrimonio non solo culturale in seguito al rovinoso riscaldamento globale capace di portarci via anche la bellezza dell’arte oltre a quella della natura. Ed è l’arte stessa a metterci in guardia.
Il suo lavoro si concentra sul processo di deformazione e dissolvenza quando è già avviato ma non ancora finito: lo fa coi numeri, le lettere e anche con i quadri.
Le sue stesse parole descrivono perfettamente il senso e il fine ultimo del suo lavoro. Grande creatività, ironia ma anche una forte senso morale che lo spinge a riflettere in prima persona e, attraverso le sue opere, a sensibilizzare il pubblico anche su alcuni grandi e imprescindibili temi del nostro tempo come il cambiamento climatico e il riscaldamento globale.Le mie opere sono spesso influenzate dalla vita di ogni giorno, dal surrealismo, dal disegno industriale e dall’astrattismo. Vorrei descrivere il mio lavoro come estetico, un po’ bizzarro, umoristico e con un goccio di sarcasmo, che spesso nasconde una storia
Soprattutto con il progetto digitale “Hot Art Exhibition” ha accesso i riflettori su di sé e si è fatto conoscere sulla scena artistica internazionale.
Riflettendo sulle devastanti conseguenze del riscaldamento globale e utilizzando una certa dose di ironia, ha creato una serie di rappresentazioni tridimensionali, molto realistiche, in cui alcuni tra i più grandi capolavori dell’arte moderna si sciolgono lentamente sui pavimenti dei musei in cui sono conservati per l’innalzamento devastante delle temperature.
“L’urlo” di Munch, “Guernica” di Picasso, “La notte stellata” di Van Gogh, “la Composizione in rosso, blu e giallo” di Mondrian, “La persistenza della memoria” di Dalì , si liquefanno fino a diventare irriconoscibili davanti ai nostri occhi increduli creando un senso di spaesamento e impotenza.
Dietro all’approccio “leggero” si nascondono però le preoccupazioni dell’artista per la salvaguardia del nostro patrimonio non solo culturale in seguito al rovinoso riscaldamento globale capace di portarci via anche la bellezza dell’arte oltre a quella della natura. Ed è l’arte stessa a metterci in guardia.