Recenti restauri. La Vecchia di Giorgione

Recenti restauri. La Vecchia di Giorgione

Recenti restauri. La Vecchia di Giorgione

La Vecchia di Giorgione dopo un restauro conservativo di sette mesi, torna visibile al pubblico nelle sue migliori condizioni.


Proveniente dalla collezione Vendramin dove si trovava fino al 1601, La Vecchia di Giorgione (Giorgio o Zorzi da Castelfranco; 1476 ca.- Venezia 1510), assieme alla Tempesta, era stata successivamente acquistata dal mercante Cristoforo Orsetti che la ricorda nel proprio testamento del 1664, con il quale passava al figlio Giovanni Battista. In data imprecisata, la troviamo nelle raccolte Manfrin da dove, nel 1856, è acquistata dallo Stato italiano insieme ad altri importanti dipinti.

Caposaldo del limitato catalogo di Giorgione, l’opera sorprende per l’assoluta peculiarità del soggetto: un’anziana signora raffigurata con estremo realismo, il volto segnato da profonde rughe e la dentatura imperfetta e mancante. È questa una delle opere più enigmatiche del Cinquecento, un soggetto di difficile lettura che si colloca fra la rappresentazione realistica della senescenza e l'allegoria del tempo che scorre. Il capolavoro trova ispirazione nella ritrattistica di Leonardo (la somiglianza tra la Vecchia e l’apostolo Filippo nel Cenacolo di Santa Maria delle Grazie), così come in Albrecht Dürer (ad esempio il Ritratto di giovane a Vienna che aveva sul retro una figura di anziana donna con un sacco di monete) e nella pittura nordica. Il soggetto aveva senza dubbio un chiaro significato per il committente dell’opera, probabilmente lo stesso Gabriele Vendramin del quale appare lo stemma di famiglia sull’antica cornice, significato cui poteva alludere il cartiglio con la scritta “col tempo”, verosimile incipit di una citazione o di un messaggio.

Giorgione
La Vecchia
Olio su tela, cm 68 x 59
Provenienza: collezione Manfrin di Venezia, acquisto 1856



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