Salomè con testa del Battista di Tiziano
Recenti restauri
La scena è venata di raffinati e sensuali lirismi e rappresenta Salomè accompagnata dall’ancella che sorregge il vassoio sul quale è poggiata la testa del Battista, nella quale è stato riconosciuto un autoritratto dell’autore, probabilmente il primo di una serie. L’opera, datata al 1515, è forse documentata nel 1592 presso la collezione di Lucrezia d’Este e di certo appartenne al cardinale Pietro Aldobrandini fin dal 1603, quindi alla nipote Olimpia che sposò in seconde nozze Camillo Pamphilj. L’antica fama del dipinto è dimostrata dalle diverse copie coeve ancora esistenti.Capolavoro giovanile di Tiziano (1488-1490 ca.–1576), che illustra il terribile episodio biblico in una stanza scura, rischiarata da un arco che si apre su un cielo limpido e sormontato da un amorino scolpito, mostra già la poetica del grande artista nell’atmosfera sospesa, l’espressione assorta ed enigmatica della protagonista, la tessitura luminosa dei panni e degli incarnati.
Nel 2017, questo capolavoro di Tiziano è ritornato nella Collezione dopo il restauro effettuato dall’ISCR. I Principi Doria Pamphilj, che nel tempo hanno direttamente gestito il patrimonio storico artistico della loro dinastia, nel 2013 hanno istituito il Trust Doria Pamphilj per garantire la conservazione e la tutela futura della prestigiosa collezione.
Tiziano Vecellio, Salomè con testa del Battista, 1515, olio su tela, 89,5x73cm.