La Pinacoteca Nazionale

Introdotta dal curatore Marcello Toffanello

Nel 1975, quando questo documentario viene realizzato, le raccolte della Pinacoteca di Ferrara coincidono ancora in buona parte con quelle costituitesi nell’Ottocento prelevando pale d’altare e dipinti di soggetto sacro dalle chiese cittadine. Istituita nel 1836 come raccolta civica in una sala del Municipio, la Pinacoteca fu infatti trasferita in Palazzo dei Diamanti nel 1842 per poi divenire museo nazionale nel 1958, quando venne presa in gestione dallo Stato.

Le immagini del 1975 mostrano ancora alle pareti velluti rossi o verdi, ormai stinti, e alte zoccolature in legno che fungono da base alle opere di dimensioni maggiori. Si tratta delle ultime tracce dell’allestimento dell’Esposizione della pittura ferrarese del Rinascimento del 1933-34, che estendendo il percorso espositivo all’intero piano nobile di Palazzo dei Diamanti impresse alla Pinacoteca un’impronta tuttora indelebile.
Altre sale mostrano invece pareti intonacate di bianco e moderne incorniciature dei dipinti, frutto di una prima parziale revisione dell’allestimento condotto negli anni Sessanta del Novecento, che sarebbe ripresa con maggior vigore fra il 1979 e il 1981 portando a una riqualificazione dell’intero percorso espositivo, alla creazione di nuovi spazi per i servizi museali e ai successivi interventi di adeguamento degli impianti e di consolidamento del contenitore architettonico conclusisi con il restauro dei celebri paramenti esterni a punte di diamante nel 1991.
In quegli stessi anni una serie di donazioni e acquisti da parte dello Stato avrebbero reso assai più organiche le raccolte della Pinacoteca, permettendole di documentare in modo più completo le vicende della pittura a Ferrara dal Tre al Settecento.

Nel 1976, veniva infatti inaugurata la sala dedicata alla collezione Vendeghini Baldi, grazie alla quale giunsero in museo dipinti di Gentile da Fabriano, Andrea Mantegna, Ercole de’ Roberti e altre significative tavole della scuola ferrarese del Quattrocento. Aveva così inizio una stagione di acquisizioni volta al recupero – seppure per forza di cose parziale – di quanto rimaneva delle antiche quadrerie private cittadine, che sarebbe culminata con l’acquisizione da parte dello Stato delle opere più notevoli della collezione Strozzi Sacrati nel 1992.

Grazie a un accordo ininterrottamente rinnovato, dal 1984 è inoltre stabilmente esposta in Pinacoteca la collezione della Cassa di Risparmio di Ferrara, poi della Fondazione legata alla banca (oggi Fondazione Estense), costituita da dipinti provenienti dalle antiche raccolte Massari, Mazza, Strozzi Sacrati, e da altre importanti opere di Dosso Dossi, Bastianino e Scarsellino.

Nessuno di questi dipinti appare – come è ovvio – nel documentario del 1975, nel quale ci si sofferma piuttosto sulle recenti acquisizioni (fra cui il Noli me tangere del Garofalo, le due tele del Bastianino raffiguranti san Romano, il Giaele e Sisara di Caletti) e su alcune opere restaurate dal laboratorio della Soprintendenza, solo temporaneamente esposte in Pinacoteca, come la Pala Arzivieri del Calzolaretto .

Dal 2015 la Pinacoteca è parte del complesso museale autonomo delle Gallerie Estensi, comprendente anche la Galleria, il Lapidario e la Biblioteca Estense di Modena e il Palazzo Ducale di Sassuolo. A partire dal 2016 gli ambienti espositivi sono stati completamente rinnovati e adeguati agli standard internazionali in materia di conservazione e presentazione delle collezioni a un pubblico sempre più diversificato.

Marcello Toffanello
Curatore arti figurative secc. XIV-XVI, Gallerie Estensi di Modena, Sassuolo e Ferrara


Gallerie Estensi. Pinacoteca Nazionale di Ferrara, Corso Ercole I d'Este, 21, Palazzo dei Diamanti, 44121 Ferrara
SITO UFFICIALE
Rai Web Cultura ringrazia per la collaborazione
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MiBACT), Gallerie Estensi. Pinacoteca Nazionale di Ferrara,