La Pinacoteca di Brera
Con Franco Russoli e Bruno Molajoli
A differenza delle grandi collezioni di Firenze, Roma, Napoli, la formazione della Pinacoteca di Brera, come quella di Bologna e delle Gallerie di Venezia, non ha origini nel collezionismo aristocratico e principesco, ma in quello politico e di stato, un'invenzione di epoca napoleonica e illuminista. Con il Regno Italico (1805-'14) e Milano capitale, nel 1809 nasce a Palazzo Brera la Pinacoteca che affianca l’Accademia di Belle Arti, un'istituzione voluta da Maria Teresa d’Austria (1776).Quando Eugènie Beauharnais, viceré del Regno d'Italia inaugurò Brera, la inaugurò come qualche cosa che servisse a dimostrare agli italiani che anche attraverso la pittura e l'arte esisteva un'unità che andava al di là dei piccoli staterelli e delle divisioni storiche, una cultura nazionale: era un atto politico
Franco Russoli, 1975
Il "grande museo" di Brera, raccoglieva così i capolavori più significativi provenienti dai territori conquistati dai francesi, questi, si unirono a una prima raccolta di opere dell'Accademia con lo scopo di favorire la formazione degli studenti. Caratteristica di Brera infatti, la presenza di tele e affreschi importanti provenienti da diverse scuole ed epoche, spesso dipinti sacri e di grande formato, prelevati dagli altari di chiese e conventi soppressi.Svetta al centro del cortile, la statua di Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore di Antonio Canova (1810). Brera, che voleva rappresentare tutta l’arte italiana, condivide parte della sua storia con il Musée Napoléon, poi Louvre di Parigi.
Il primo '900, fu caratterizzato da una vivace politica culturale di mecenatismo, acquisti e donazioni promosse soprattutto dall'"Associazione Amici di Brera" (1926). Entrano nel museo, Evaristo Baschenis, Pietro Longhi, Tiepolo, Piazzetta, Canaletto, Fattori, Segantini e non ultima, Cena in Emmaus di Caravaggio.Nell' '800, sono già presenti a Brera icone della storia del'arte: le Adorazioni dei Magi di Stefano da Verona e Correggio, la Pala di San Bernardino di Piero della Francesca, il Cristo morto di Mantegna, lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, la Pietà di Giovanni Bellini, il Ritratto di Andrea Doria di Bronzino, il Ritrovamento del corpo di San Marco di Tintoretto.
Dopo la seconda guerra mondiale, a Brera irrompe la modernità, un momento di svolta con la ricostruzione e i riallestimenti dettati da importanti direttori come Fernanda Wittgens (1947-'57), Gian Alberto dell'Acqua (1957-'73) e Franco Russoli (1973-'77), qui intervistato. Intellettuale vivace, storico dell'arte e museologo, Russoli (1923-1977), promuove tenacemente il progetto della "Grande Brera" - che prevedeva l'ampliamento in Palazzo Citterio - arrivando ad un gesto provocatorio impensabile, la chiusura del museo (1974-'77). Dopo ventennali ristrettezze economiche, Russoli ribadiva l'urgenza di nuovi spazi di allestimento e deposito delle opere, di adeguata illuminazione, di misure consone alla conservazione e di strutture a norma per la sicurezza del pubblico; tutti interventi necessari che ...
In questi anni, Russoli era a fianco di Giovanni Spadolini, ministro del nuovo Ministero dei Beni Culturali (1974), dava vita con Giulia Maria Crespi al FAI (1975) e presiedeva per l'Italia, il comitato dell'ICOM (International Council of Museums, fondato a Parigi nel 1946). La sua idea di museo vivente - di matrice ragghiantiana - dotato di spazi e servizi adeguati a una didattica moderna e soprattutto interdisciplinare, come dichiara in questo filmato, inizierà a prendere vita dopo la sua improvvisa scomparsa avvenuta, circa un anno dopo, questa testimonianza.permetteranno di presentare, sempre in maniera flessibile e organica, quel patrimonio glorioso della Pinacoteca di Brera che, sottratto per un certo periodo alla contemplazione del pubblico, ha fatto versare fiumi di inchiostro in tutto il mondo. Si spera, con la possibilità non utopistica, di avere i fondi necessari e personale sufficiente per farlo funzionare
Franco Russoli, 1975
Pinacoteca di Brera, Via Brera, 28, 20121 Milano
SITO UFFICIALE
Rai Web Cultura ringrazia per la collaborazione
Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MIBACT), Pinacoteca di Brera