La società neoclassica fra Settecento e Ottocento
La ritrattistica inglese conquista l'Europa
Uno spaccato della società e della storia artistica del vecchio continente ben rappresentati dall'artista francese Jacques-Louise David con i suoi ritratti di Napoleone, protagonista indiscusso dell'epoca, e di Marat, icona della rivoluzione giacobina, ma che sposta l'attenzione oltre La Manica, verso la pittura inglese che nel Settecento esprime una stagione di particolare significato e forza espressiva.
Primo presidente della Royal Academy e ritrattista principe della seconda metà del secolo, in quarant’anni di attività, nel suo studio sfila tutta la società elegante inglese. Lodato per la capacità di far apparire tutte le donne come nobildonne, accanto alla galleria di grandi dame, Reynolds ha lasciato ritratti di attrici e di cortigiane più o meno famose.Il ritratto è il vanto della pittura settecentesca in Inghilterra, dove si impone la lezione di Sir Joshua Reynolds (1723-1792), artista prediletto dagli aristocratici per il suo stile idealizzante e solenne, ispirato all'arte classica e alla maniera dei grandi maestri rinascimentali italiani, appresa nel soggiorno romano.
Al carattere epico, aulico del ritratto messo a punto da Reynolds si affiancano le invenzioni formali di Thomas Gainsborough (1727-1788), autore di ritratti “naturalizzati”, immersi nel paesaggio, elemento che non costituisce nei suoi dipinti soltanto un fondale sublime ma favorisce l'eliminzione di ogni distanza sociale.
In Inghilterra Il secolo dei Lumi coincide con la profonda trasformazione generata dalla Rivoluzione industriale e Joseph Wright of Derby (1734 –1797) amico e collaboratore dei grandi imprenditori, è considerato il primo artista a rappresentare soggetti industriali nell'arte. Tuttavia, nel 1781 con il ritratto di Sir Brooke Boothby ambientato in una scena campestre, Joseph Wright of Derby porta alla ribalta la figura dell'intellettuale e costruisce, quasi, il manifesto dell’immersione panica nella natura predicata da Rousseau, preannuncio dell' interesse per quel nuovo sentimento della natura che dilagherà nel secolo successivo.La galleria di immagini elaborate da Thomas Gainsborough testimonia l’avanzamento di una classe borghese che assimila rapidamente i valori dell’aristocrazia e la passione per la vita all’aria aperta.
Tra i ritrattisti più attivi e acclamati nell'Europa a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento densa di trasformazioni politiche e sociali, il pittore inglese Thomas Lawrence (1769 – 1830), erede di Joshua Reynolds, suo successore nella carica di pittore ufficiale di corte, eletto accademico nel 1794. Il punto più alto della carriera dell'artista inglese arriva nel 1818, quando è inviato in Europa dal principe reggente per dipingere capi di stato e militari. In Inghilterra la pittura conserva una buona dose di autonomia rispetto agli schemi puramente neoclassici diffusi nel continente e Il lavoro di Lawrence costituisce un collegamento tra le tendenze del dicottesimo secolo, che assorbì e applicò, e la nuova estetica del diciannovesimo secolo. Autore di monumentali ritratti di re Giorgio III e Giorgio IV, Reynolds celebrò con lo stesso linguaggio idealizzante e vibrante gli esponenti della nuova classe borghese, come il mercante scozzese David Lyon (1825).
Lawrence si guadagna l'ammirazione degli artisti francesi con l'esposizione dei suoi lavori al Salone di Parigi nel 1824 tanto che Delacroix commissionò al pittore inglese il ritratto del barone Louis-Auguste Schwiter.
La celebrazione degli artisti nella ritrattistica dell'epoca è il simbolo della conquistata libertà di diritto e di espressione dell'intellettuale. Esemplare anche il ritratto dello scultore danese Bertel Thorvaldsen attribuito a Horace Vernet (1789-1863) eseguito nel 1835. La solennità dei modelli classici adottati negli schemi di rappresentazione settecentesca prosegue nell'Ottocento a caratterizzare la comunità di eletti considerati eredi dell'antichità classica.A Thomas Lawrence si deve anche un celebre ritratto di Antonio Canova, realizzato nel 1815, quando lo scultore, icona del neoclassicismo italiano, fu invitato alla corte di Giorgio IV per verificare l’autenticità dei marmi del Partenone, proposti in acquisto alla corona inglese dall'ambasciatore lord Elgin.