Palazzo Angelo Giovanni Spinola

Affreschi di scuola genovese

Palazzo Spinola venne costruito dal 1558 al 1564 per volere di Angelo Giovanni Spinola, su progetto originale di Giovanni Ponzello, chiamato ad edificare quello che è il secondo edificio più grande di tutta Strada Nuova, dopo Palazzo Doria Tursi

Angelo Giovanni Spinola, banchiere diretto di Carlo V, uno degli uomini più ricchi della Genova del tempo, riuscì ad aggiudicarsi in asta il lotto su cui sorgeva il palazzo, battendo l’offerta di Tobia Pallavicino, primo proprietario dell’edificio. 
Ma Spinola morì nel 1560 senza vedere completata la sua dimora e lasciando tutto in eredità al figlio Giulio, il committente dei maestosi affreschi conservati in un edificio che, ancora oggi, detiene il primato cittadino per i metri quadri di pareti dipinte al suo interno.



Subito ammesso nelle liste dei Rolli, il palazzo restò di proprietà della famiglia Spinola fino al 1919, quando venne ceduto al Crédit Commercial de France. Oggi il piano nobile del palazzo è di proprietà privata, mentre il pian terreno è ancora adibito a locale per gli uffici bancari, compreso il cortile, coperto e ridecorato nel secolo scorso.

All’interno del cantiere pittorico di Palazzo Spinola operarono tutte le più importanti botteghe di artisti della città, a partire dalla famiglia Calvi a cui fu destinata la facciata

Qui, venne ripreso il modello utilizzato da Ottavio Semino, qualche anno prima, nella decorazione del prospetto di Palazzo Squarciafico. Oggi i dipinti esterni sono molto rovinati e a malapena si distinguono le figure allegoriche che in origine dovevano rappresentare una delle più belle facciate dipinte di Strada Nuova. 

Il capolavoro dei Calvi in Palazzo Angelo Giovanni Spinola è sicuramente quello realizzato nell’atrio, affrescato dai fratelli Aurelio e Felice intorno all’inizio degli anni Novanta del Cinquecento 

Al centro della volta dell'atrio, è presente un riquadro ottagonale, forma abbastanza inusuale, ripresa dai Calvi anche nelle decorazioni di Palazzo Interiano Pallavicino.


Battaglia di Gherardo Spinola contro i fiorentini, Aurelio e Felice Calvi, Palazzo Spinola, Genova

Nella volta è raffigurata la Battaglia di Gherardo Spinola contro i fiorentini avvenuta intorno al 1330 e considerata una delle più grandi vittorie della famiglia, assieme alle imprese di Lanfranco e Francesco Spinola, presentate nel vestibolo. Intorno alla scena principale, alcuni cartigli ovali riportano allegoriche di Virtù, come la Fede Cristiana e la Gloria Eterna. 


Galeotto Spinola, Aurelio e Felice Calvi, Palazzo Spinola, Genova

Ai lati sono presentati alcuni uomini illustri della casata, tra cui Gherardo, signore di Lucca e Tortona, Oberto e Galeotto Spinola, capitani del popolo a Genova tra il Due e Trecento. L’atrio rappresenta una sorta di pantheon della famiglia Spinola, con i principali esponenti della casata raffigurati in abiti romani mentre sorreggono lo scudo con lo stemma della famiglia
È evidente la ripresa stilistica della Loggia degli Eroi di Villa del Principe, affrescata nel 1529 da Perin del Vaga per elogiare i principali esponenti della famiglia Doria (Il secolo dei genovesi). Nella pittura dei fratelli Calvi è ancora presente un forte richiamo al Rinascimento di Perin del Vaga, allievo del grande Raffaello che aveva portato a Genova il verbo del maestro urbinate. Interessanti sono anche i cartigli in lingua latina che descrivono la scena principale, elemento narrativo che si trova in molte altre decorazioni del piano nobile.

L’atrio rappresentava la parte pubblica del palazzo, quella visibile anche dal popolo, pertanto l’elogio dei principali esponenti della famiglia, unito alle virtù allegoriche degli ovali, ha la funzione di mostrare le virtù morali e di comando degli Spinola

Al pian terreno, negli spazi della banca, sono presenti piccoli salotti interamente affrescati con scene mitologiche dai famiglia Calvi. Tra questi, meritano menzione due ambienti che al centro della volta, presentano due battaglie probabilmente condotte dallo stesso Giulio Spinola. Si tratta della Battaglia di Lepanto e della Presa di Lisbona, anticipate nel vestibolo da un ritratto del committente raffigurato con una Vittoria alata.


Giulio Spinola con una Vittoria alata, Palazzo Spinola, Genova

Al termine dello scalone monumentale, decorato con scene mitologiche e grottesche, si entra nell’ambiente più straordinario del palazzo, il piano nobile. 

Qui, nel salone di rappresentanza, venivano accolti gli ospiti provenienti dall’estero, intrattenuti con cene e feste pubbliche, in un ambiente unico per la bellezza delle decorazioni ad affresco che ricoprono la volta e le pareti laterali 

A piano nobile, gli affreschi furono realizzati da membri della famiglia dei Semino, una delle principali scuole di pittori nella Genova di fine Cinquecento. La decorazione delle pareti laterali, con il gioco prospettico del colonnato che incornicia il paesaggio, ha la funzione di aprire lo spazio, dando la sensazione di un salone ancora più ampio. La volta presenta alcune vicende della vita di Alessandro Magno che viene qui rappresentato in alcune scene iconiche. 


Incontro di Alessandro con la Regina delle amazzoni Talestri, Palazzo Spinola, Genova

Al centro, l’Incontro con la Regina delle amazzoni Talestri, in uno degli episodi più famosi della vita di Alessandro dove la donna, vergine, conquistata dalla bellezza del macedone, si innamora dell'unico uomo in grado di poterla amare e possedere. 
Le altre storie sono, in sequenza: il Giovane Alessandro doma il cavallo Bucefalo; la Battaglia di Isso dove Alessandro sconfigge il re dei persiani Dario; l’Incontro tra Alessandro e la Regina di Caria, Ada; un episodio del Viaggio di Alessandro in India, con l’Incontro tra l’eroe e il Bramino Calano, a seguito del quale Calano seguirà Alessandro fino in Persia, dove si lascerà ardere vivo in onore del re; l’Incontro tra Alessandro e Aristotele, dove il filosofo, precettore di Alessandro, chiede all’allievo la ricostruzione della città natale Stagira, che era stata distrutta in una precedente invasione; l’Incontro tra Alessandro e gli storpi; l’Incontro tra Alessandro e Diogene e infine, l’Incontro tra Alessandro e il pontefice degli ebrei


La Battaglia di Isso, Palazzo Spinola, Genova

Giulio Spinola decise di decorare il salone principale del palazzo con le storie del grande eroe ellenistico Alessandro, personaggio ideale e modello allegorico di virtù, tra cui la grande strategia militare dimostrata nella battaglia di Isso e la fama, come evidenzia l’incontro con la regina Talestri. 
Ma Alessandro è anche e soprattutto, modello di virtù morali come generosità e umiltà, manifestate nel momento in cui l’eroe scende da cavallo di fronte agli storpi o, in rispetto della religione, lascia libertà di culto sui territori ebrei appena conquistati. 

Giulio Spinola, con gli episodi dedicati ad Alessandro, desiderava mostrare ai genovesi il coraggio e il valore della sua famiglia, valorosa nelle battaglie, ma anche moralmente dotata, capace di scelte giuste equilibrate

Il pittore genovese Bernardo Castello, tratterà lo stesso tema del salone principale nell’antisala, dove un bellissimo affresco realizzato nel 1592, racconta la fine della battaglia di Isso e l’episodio della clemenza di Alessandro. 


La clemenza di Alessandro, Palazzo Spinola, Genova

Dopo lo scontro, la madre di Dario veniva abbandonata dal figlio e Alessandro, anziché ucciderla come nella tradizione militare greca, la accoglie nella sua corte. L'episodio ha un profondo significato allegorico, perché la clemenza di Alessandro era la stessa che gli Spinola applicavano nel governare. 
L’affresco è molto interessante anche per gli stilemi innovativi con cui, Bernardo Castello, crea profondità prospettica e volumetrica sopra l’osservatore, ampliando lo spazio attraverso un’illusione ottica costruita dalle linee di fuga del disegno. Del resto, Castello, padre del celebre Valerio, anticipa lo stile Barocco di inizio Seicento, lasciandosi alle spalle le pesantezze che contraddistinguono la pittura Manierista dei Semino.

Nei salotti laterali dell’ala sinistra del palazzo, si trovano altri affreschi di fine Cinquecento realizzati da Bernardo Castello e dedicati ad alcuni fatti di storia romana

Nel primo salotto è protagonista la Vita di Scipione, la vittoria su Cartagine e la clemenza dell'uomo; in quello successivo, è ripresa una parte importante della Storia di Ottaviano.  


Trionfo di Ottaviano, Bernardo Castello, Palazzo Spinola, Genova

Al centro, il Trionfo di Ottaviano quando, sconfitti Antonio e Cleopatra, il sovrano torna a Roma. Ai lati, la Battaglia di Azio, con la grande sconfitta di Antonio, la Flotta di Cleopatra e Cleopatra assiste al Suicidio di Antonio. Chiude il ciclo, l’Incontro tra Ottaviano e Cleopatra che riporta sullo sfondo il suicidio della donna con l’aspide che la morde al seno. 


Incontro tra Ottaviano e Cleopatra, Bernardo Castello, Palazzo Spinola, Genova

Il terzo salotto, sempre di Bernardo Castello, ha invece come tema la Vita di Antonio con al centro la firma della Pace tra Antonio e Pompeo in Sicilia



I tre salotti, alle cui pareti sono posizionati splendidi dipinti facenti parte della quadreria privata del proprietario del piano nobile, anticipano l’ultima saletta del lato est, caratterizzata da splendidi affreschi laterali rappresentanti le assonometrie del palazzo che mostrano come era in origine il lato posteriore dell’edificio. Infatti, sino alla metà dell'Ottocento, il sito era dotato di un ampio giardino all’italiana, simile a quello ancora oggi presente nel contiguo Palazzo Nicolosio Lomellino, giardino che venne distrutto della costruzione di Piazza Portello

Nel lato ovest, gli affreschi vennero realizzati da un quarto pittore genovese, Lazzaro Tavarone

Le due sale presentano alcuni degli episodi principali della Vita di Cesare. Nella prima, al centro, è collocata una scena di Battaglia con ai lati i due episodi, il Passaggio del Rubicone e la Consegna a Cesare della testa di Pompeo, mentre nella seconda, il Trionfo di Cesare è contrapposto all’Uccisione dell’imperatore per mano del figlio Bruto. Sia dal punto di vista stilistico, che qualitativo di conservazione, gli affreschi del Tavarone sono decisamente inferiori rispetto all'opera del Castello.

Ciò che colpisce della decorazione di palazzo Spinola, è l’estrema varietà di stili e soggetti dipinti nelle volte dei diversi  ambienti

Nelle loro iconografie, i Calvi restano fedeli al Rinascimento di Perin del Vaga, Tavarone e i Semino invece, sono tra i massimi esponenti del Manierismo, mentre Castello, sperimenta idee nuove che lo innalzano a un livello qualitativo maggiore rispetto agli altri. Ma è l’insieme generale degli affreschi che rende Palazzo Angelo Giovanni Spinola un eccezionale miniera di storia, arte e cultura.

Ideazione e contenuti, Giacomo Montanari (storico dell'arte)
Cura dei testi Pietro Toso
Presentazione video Pietro Toso
Riprese, regia, montaggio e fotografie Lorenzo Zeppa