Renoir: l'età dell'Impressionismo (1873-1883)

La nuova pittura e il sodalizio con Monet

Tra i primi a praticare la strada della pittura moderna, Pierre-Auguste Renoir è, negli ultimi decenni dell'Ottocento, anche tra gli ultimi cultori della figura classica. Gabriele Simongini, ordinario di Storia dell'Arte all'Accademia delle Belle Arti di Frosinone, ripercorre le fasi del lungo itinerario creativo del maestro francese, autore di un repertorio vastissimo di paesaggi, ritratti, nature morte e, in particolare di figure femminili.

Magro, nervoso, modesto, povero, ma vivace e pieno di irresistibile allegria […] per le teorie solenni e le riflessioni profonde dimostrava un disinteresse assoluto. La vita andava goduta, la pittura ne era parte indispensabile.
John Rewald, storico dell'arte

Pierre-Auguste Renoir nasce il 25 febbraio 1841 a Limoges ed inizia giovanissimo, a tredici anni, a studiare e a sperimentare l'arte del dipingere come decoratore di porcellane in una fabbrica di Parigi, dove rimane per quattro anni. Dalla pratica di pittore ceramista, addetto a riprodurre soggetti tratti dai galanti maestri del rococò, Renoir attinge il gusto per le scene sensuali, per il colore intenso e luminoso, per le forme chiare e levigate: un'eredità formale che rimarrà sempre a far parte del suo linguaggio espressivo. Nel 1862 si iscrive all'Ecole des Beaux-Arts, istituzione custode dei valori della tradizione, a tutela di generi di grande consenso di critica e di pubblico come la pittura mitologica e di storia. Sono gli anni in cui Renoir conosce Claude Monet, Albert Sisley, Fréderic Bazille.
Un periodo di formazione, in cui, come per tutti i protagonisti della nuova pittura, è centrale la lezione appresa dalla visione realistica dei pittori della scuola di Barbizon e di Gustave Courbet, dall'interpretazione passionale del colore di Eugène Delacroix, e infine, dall'idea radicalmente sovversiva di Édouard Manet, che tra il 1862 e il 1863 dipingeva la scandalosa Colazione sull'erba. Anche la frequentazione di Eugène Boudin, autore di numerosi paesaggi marini, orienta i giovani artisti a sperimentare con costanza il lavoro esposto alla luce naturale, elemento centrale nella poetica del movimento, una pratica che consentiva di approfondire lo studio delle ombre, percepibili nella loro ricchezza di sfumature soltanto all'aperto. Le sollecitazioni offerte dalla scuola della natura, esplorata assiduamente a fianco di Monet, conducono Renoir alla conquista di una pittura sempre più luminosa, e ad una scelta spregiudicata dei soggetti, frammenti di vite colte in un attimo di svago all'aria aperta, figure prive di ufficialità, restituite nell'immediatezza dei gesti quotidiani.

La fase impressionista  di Renoir è la fase in cui trionfano la gioia di vivere, quella che potremmo definire la voluttà, l'aspetto sensuale della vita, la grazia, la vibrazione della luce e dei colori.
Gabriele Simongini, storico dell'arte

Il primo capolavoro impressionista di Renoir è Lisa con l'ombrello, un ritratto feminile a grandezza naturale realizzato nel 1867 ed esposto al Salon nell'anno successivo. Seguiranno una serie di paesaggi sulla Senna condivisi con Monet, realizzati in un lavoro fianco a fianco a tal punto da confondersi, come accade per I bagni de le Grenouillère, del 1869. E' il momento di massima convergenza, tecnica e iconografica, tra i due artisti che intraprenderanno negli anni successivi ricerche distinte, sia nella scelta dei soggetti che nelle ricerca di soluzioni formali. Se Monet sarà concentrato sullo studio delle percezioni ottiche, Renoir dimostrerà sempre una partecipazione sentimentale al motivo osservato, riuscendo ad imprimere sulla tela un segno dalla spiccata sontuosità cromatica.


Sulla terrazza, 1881. Olio su tela, 100,2 x 81 cm. The Art Institute of Chicago.

Il lungo apprendistato del gruppo di amici verso una pittura indipendente dal circuito dell'Accademia, culmina nella prima mostra del 15 aprile del 1874, allestita nell'atelier del fotografo Nadar, evento capitale per la storia dell'arte, distillato delle intelligenze più all'avanguardia della nuova generazione, e in cui i giovani pittori si presentarono al pubblico con il nome di Società Anonima degli artisti. E' Renoir stesso a curare l'esposizione delle centosessantacinque opere dei pittori che aderirono all'iniziativa. Il maestro francese è presente con sei dipinti, tra i quali Il palco, realizzato in quello stesso anno, e un pastello. Il sodalizio di Renoir con la società prosegue per pochi anni. Nella seconda mostra del 1876, l'artista propone quindici opere, sei delle quali entrate a far parte della collezione di Victor Chocquet, suo estimatore. Si delinea con chiarezza la specificità della poetica di Renoir, concentrato sulla bellezza della vita borghese e su un'indagine specifica, insistente della figura femminile. Nella terza mostra del 1877, Renoir espone più di venti quadri, tra i quali L'altalena del 1876 e un'opera manifesto della nuova pittura: Le Moulin de la Galette, 1876, mentre decide di non partecipare alle tre successive edizioni della mostra degli Impressionisti (1879, 1880, 1881) continuando a proporre i suoi lavori alle rassegne periodiche del Salon. E' in questo contesto ufficiale che, nel 1879, Renoir presenta il grande olio Madame Charpentier e le sue bambine, eseguito l'anno precedente, un'opera determinante per l'affermazione di Renoir sul mercato artistico, apprezzato per le qualità di fine ritrattista. Renoir ritorna ad esporre insieme agli amici soltanto nella settima mostra, nel 1882. Nel gruppo di venticinque opere, spicca un altro capolavoro, la Colazione dei canottieri, punto di arrivo della rivoluzione impressionista.  


La colazione dei canottieri, 1881. Olio su tela, 129,5 x 172,7 cm. The Pillips Collection, Washington.