Le indagini sul Volto Santo di Lucca

La più antica scultura lignea d'Occidente

Esposto nella cattedrale di Lucca, il Volto Santo è un monumentale Cristo crocifisso (alto cm. 247) scolpito in legno di noce, rappresentato vivo e vestito di una tunica con maniche. Per secoli molto è stato scritto sul Volto Santo, ma sempre in termini di fede e religiosità. La venerazione da sempre riservata al celebre Crocifisso ligneo ha contribuito a connotarlo in primis come oggetto di culto, escludendolo fino ad epoca recente da indagini diagnostiche e interventi di restauro.  
Solo nel XX secolo ha preso avvio un nutrito dibattito critico sulla sua datazione e caratteri di stile. L’opinione che è stata fino ad oggi prevalente è che sia un’opera da datare nella seconda metà del XII secolo, per presunte affinità con la scultura romanica dell’area padana. Non potendo poi sorvolare sul fatto che la sua esistenza è documentata in epoca più antica, essendo la scultura citata in un testo del 1050,  si è ipotizzato che si tratti della seconda versione di un più antico Volto Santo, andato per qualche ragione distrutto. 

Sottoposto nel 2013 ad alcune indagini non invasive che hanno accertato la presenza di policromia sotto la coloritura bruna che ricopre la scultura (applicata in epoca imprecisata, ma comunque già presente nel Seicento), nel 2020, in occasione delle celebrazioni per i 950 anni dalla rifondazione della cattedrale, l’Opera del Duomo di Lucca ha promosso una campagna di indagini diagnostiche, cui ha partecipato l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). 
Gli esami eseguiti per la prima volta con il metodo del carbonio 14, su tre campioni di legno della scultura e su un frammento di tela applicata sulla superficie lignea fin dall’origine, hanno dato un risultato eclatante: l’opera è databile tra gli ultimi decenni dell’VIII e l’inizio del IX secolo. Le indagini confermerebbero, quindi, che si tratta del primo e unico Volto Santo, che un antico testo creduto leggendario affermava essere arrivato a Lucca nel 782 d.C. e non di un’opera del XII secolo, replica di un originale più antico andato perduto.
Di particolare importanza per la datazione di questa straordinaria opera è il risultato ottenuto dall’esame della tela di incamottatura, posta tra il legno e la pittura, dato che il taglio di una fibra vegetale destinata alla tessitura di norma non precedeva di molto la sua lavorazione, mentre il legno dopo il taglio dell’albero poteva essere sottoposto a un periodo di stagionatura. 

La sua finalmente accertata antichità accresce l’importanza di un’opera, che da 1200 anni assomma in sé un carico eccezionale di fede e di storia. E che ora possiamo considerare la più antica scultura lignea dell’Occidente arrivata fino a noi, aprendo nuove e molteplici prospettive di ricerca e rivitalizzando il legame del nostro presente con la storia.
Annamaria Giusti, consulente scientifica per le Celebrazioni della Cattedrale di Lucca




Protettore e simbolo di Lucca, il Volto Santo fu nel Medioevo tra le icone più celebri e venerate, in quanto ritenuta vera immagine di Cristo, un’opera acheropita (non realizzata da mano umana), scolpita dal discepolo Nicodemo ma frutto d'ispirazione divina. Assieme a Roma e a San Iacopo de Compostela, Lucca fu, infatti, tra le principali mete di pellegrinaggio della cristianità. Il culto del Volto Santo si estese a tutta l’Europa creando un flusso ininterrotto di pellegrinaggi, lungo la via Francigena, e una serie di repliche tuttora visibili in vari territori del continente. Tale era la sua fama che in Inghilterra, nel 1087, il re Guglielmo II prestava solenne giuramento in nome del Volto Santo. Anche Dante lo citerà più tardi nella Divina Commedia.