Francesco Diluca
Fragile e poetica. In scena a Lodi l'umanità dopo la pandemia
Una riflessione sul corpo attraverso oltre cento sculture in ferro che declinano l'ibridazione fra uomo e natura, un percorso espositivo concepito come un allestimento scenico in edifici storici della città di Lodi, luoghi ora abitati dalle creature fragili e poetiche scaturite dalla ricerca, lunga oltre un ventennio, dell'artista Francesco Diluca.Giardini è una metafora della vita, delle molteplici forme dell'esistere e del resistere.
Francesco Diluca
Con la mostra diffusa Francesco Diluca. Giardini, a cura di Angela Madesani, Lodi, tra i territori più colpiti dall’emergenza pandemica, torna a celebrare la vita. L'esposizione è stata pensata e realizzata dall'artiista milanese proprio per il territorio di Lodi in quanto primo luogo in cui l’Italia si è confrontata con quel “nemico invisibile” che ha segnato le nostre esistenze negli ultimi anni.
Le installazioni sono collocate alla Collezione anatomica Paolo Gorini, all’ex chiesa dell’Angelo, al Teatro alle Vigne, oltre che all’ex chiesa di Santa Chiara Nuova e alla prestigiosa sala dei Filippini, all’interno della Biblioteca Laudense, queste ultime solitamente chiuse al pubblico e aperte appositamente per questa occasione, facendo della mostra un momento prezioso di riscoperta della città.
L'esposizione si struttura come un grande giardino ideale, inteso come convivenza armoniosa di pluralità: ogni sede – ogni “giardino” – dialoga con tutte le altre raccontando, attraverso le multiformi installazioni dalle forme organiche, una storia di fragilità, di precarietà, ma anche di forza e di rinascita.
Francesco Diluca: Papillon - Giardini, installazione, 2021
Il tempo è un altro tema cruciale dell’esposizione: il tempo infinito, spesso uguale a se stesso, che la pandemia ha imposto all’uomo nel periodo di lockdown, ma le cui caratteristiche di ciclicità e ripetitività appartengono intrinsecamente al mondo naturale.
Il punto di partenza ideale del percorso espositivo è il Museo Gorini, all’interno del quale vi sono cinque cicli di opere: Germina, Skin, Radicarsi, Papillon e Kura Halos. Grandi installazioni che rappresentano le stagioni della vita: dalla nascita alla maturità, dalla morte alla rinascita, il cui unico punto fermo è il continuo mutamento. Tutte le sculture sono infatti figure di metamorfosi: esili strutture arboree antropomorfe all’interno delle quali si fa spazio la natura, che si tramutano in foglie (d’oro), farfalle o coralli, simboli per eccellenza del cambiamento.Non ci troviamo tuttavia di fronte a una mostra sul COVID e sulle sue conseguenze. La rassegna è una riflessione in cui l’analisi è nei confronti della natura, del suo rapporto con l’uomo. Non esiste una sola risposta di fronte a opere di questo tipo, si legge, piuttosto, tra le righe, un’aspirazione alla capacità di reagire al trauma, alla perdita, alla tragedia. L’arte diviene così faro imprescindibile per la società civile.
Angela Madesani, curatrice della mostra
In questa stessa sede, l'artista ha messo in scena la performance Post fata resurgo durante la quale una scultura realizzata in un particolare filato metallico ha preso fuoco, avviando un processo di distruzione per generare, alla fine, un’opera nuova, diversa: Micelio, poi collocata nella Chiesa di Santa Chiara Nuova.
Francesco Diluca: Post fata resurgo - Micelio, 2022
Nella Biblioteca Laudense trova spazio Memento: come nell’antica biblioteca sono presenti volumi preziosi, ma fragili e quindi intoccabili, così in Memento i libri sono pietrificati e dunque inutilizzabili. Diventano un monumento alla memoria, a un grande sapere che non può essere fruito.
Anche le opere esposte nelle nicchie della facciata del Teatro alle Vigne sono pensate per entrare in dialogo con la città. Si tratta di due sculture dorate, parte della serie Radicarsi.
Francesco Diluca. Giardini
Lodi: Museo Anatomico Paolo Gorini, Santa Chiara Nuova, Biblioteca Laudense, ex Chiesa Dell’Angelo, Teatro alle Vigne. Fino al 24 aprile 2022
In copertina: Radicarsi - Micelio (particolare), 2021
Si ringraziano per le immagini: Casa di produzione Basement e CCKonsulting