Moravia e il mito arcaico di Sironi
Un'intervista del 1986
In questa storica intervista, Alberto Moravia denunciava il suo fascino per Mario Sironi (1885-1961), un pittore la cui opera definiva "violenta e aggressiva" e pertanto, sottolineava lo scrittore, di certa matrice espressionista.L'arte di Sironi ha sempre avuto per me un fascino particolare che però non riuscivo bene a spiegarmi …
Alberto Moravia
Ma per Moravia c'era qualcosa di più della marcata componente "espressiva" che dominava più o meno sottesa tutta l'opera di Sironi; infatti, lo scrittore capiva che la vera attrazione per l'artista sardo nasceva proprio dalla forza del "mito arcaico" e poetico emanato dalla sua pittura.
Lo scrittore riconduce questo senso del mito di Sironi, forse un po' "ingenuo" ma "sincero", alle medesime istanze culturali di paesi come la Russia e l'Italia stessa che, nei primi anni del Novecento, con le correnti del Futurismo, esaltavano una "modernità sognata" e non vissuta nella concretezza del quotidiano.
Per lo scrittore, questi paesaggi industriali sono "simili" alla serie di opere che gli artisti espressionisti dedicavano, prima della Grande Guerra, a capitali come Berlino, scenari ripresi poi anche dal cinema.In alcuni esempi, Moravia ricorda il mito futurista della motocicletta, come pure delle città moderne che Sironi dipinge nella serie di "Periferie" milanesi dei primissimi anni Venti del Novecento
Moravia conclude l'interessante intervento affermando che la rivoluzione industriale di Sironi è stata espressa, in modi analoghi, dai pittori "primitivi" italiani che, nell'affermare la presenza umana e non più solo divina, nelle loro immagini hanno dato importanza al "volume", al "peso" e allo "spessore della materia" (Sironi, artista moderno e arcaico).Si è molto parlato di Giotto a proposito di Sironi, ma il fatto è questo, che la rivoluzione industriale portava una primitività rinnovata
Alberto Moravia
FOTO DI COPERTINA
Alberto Moravia, 1989