Giorgio e Alberto. Da Volo a Monaco
Daverio racconta i miti di una formazione
Sui due fratelli inseparabili come gli antichi Dioscuri, Daverio aveva già organizzato una mostra a New York (I Dioscuri in mostra a New York), dimostrando un particolare interesse per quella cifra artistica originale e moderna della “citazione” di cui de Chirico e Savinio erano stati grandi precursori. Il “citare”, il “rimando a”, negli anni Ottanta del Novecento diventava quasi d’obbligo e tra gli artisti icona dell’arte moderna fu proprio il padre del pop Andy Warhol a riconoscere il maestro de Chirico con una serie omaggio di tele emblematiche.
Nati in Grecia a Volo, dove trascorsero tutta l’infanzia, alla morte del padre Evaristo de Chirico (1905), ingegnere della nuova ferrovia della Tessaglia, i due giovani ragazzi e la madre Gemma Cervetto, nell'ottobre del 1906 si stabilirono a Monaco di Baviera dopo brevi soggiorni italiani tra Firenze, Venezia e Milano.Protagonisti dell’arte italiana e internazionale del XX Secolo, i Dioscuri furono capaci di recuperare il mito, l’antico e la tradizione classica, per rileggerla e riproporla in chiave moderna attraverso citazioni formali e traslitterazioni metafisiche di senso
Nella cittadina di Volo, Daverio ci introduce nel Museo Archeologico ricco di suggestioni antiche, scultoree e pittoriche, che erano sotto gli occhi dei due de Chirico già all'epoca della primissima formazione. A Monaco poi, entra nell'allora Museo d'Arte Contemporanea della città che conserva dipinti rilevanti per i Dioscuri. Infatti, sia Giorgio, sia Alberto, guardarono con interesse al Simbolismo tedesco di fine Ottocento: da Arnold Böcklin (1827–1901, autore del celebre dipinto "L'Isola dei morti", allo scultore e incisore Max Klinger (1857–1920).Figli di un milieu alto borghese e cosmopolita, Giorgio e Alberto ricevono una solida educazione artistica e prima dei vent'anni parlano già tre lingue importanti, greco, tedesco e italiano, come nel filmato ricorda Ruggero Savinio, figlio di Alberto
Quelli di Monaco sono anche gli anni di intensi studi filosofici e letterari che influenzeranno moltissimo gli animi inqueti dei de Chirico; Arthur Schopenhauer (1788–1860), ma soprattutto Friedrich Nietzsche (1844–1900), padre del nichilismo.
Daverio fa luce su questo particolarissimo imprinting filosofico e artistico che forgiava le menti dei fratelli negli anni giovanili tra la Grecia, Monaco e l'Italia, un apprendimento precoce che favorirà la futura e originalissima creazione dei Dioscuri capaci di toccare apici modernissimi della cultura italiana ed internazionale. Palazzi porticati, propilei, statue equestri, templi circolari, piazze deserte, ombre, treni, finestre, squadre e tanto altro, diventano motivi puntualmente ricondotti da Daverio a una sorta di giovanile “citazione” sentimentale, come un ricordo struggente dal quale i Dioscuri non potevano separarsi.Secondo Daverio, prima di approdare nell'ambiente dall’avanguardia parigina negli anni Dieci del Novecento, le visioni metafisiche di Giorgio de Chirico, intrise di cultura classica mediterranea, apparentemente greca e italiana, nascono invece dall'incontro con la grande architettura eclettica bavarese
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