Savinio. Vita di Nivasio Dolcemare, seconda parte

Sceneggiato Rai del 1983

Savinio. Vita di Nivasio Dolcemare, prima parte

Tratto dal libro "Infanzia di Nivasio Dolcemare" (1941), di Alberto Savinio, il curioso sceneggiato qui proposto in due parti, fu prodotto dalla sede di Torino della Rai e andò in onda il 10 dicembre del 1983 sulla terza rete con il titolo variato in "Vita di Nivasio Dolcemare". 

Questo libero adattamento dalle "pagine di Alberto Savinio", come riportato nei titoli di testa, fu sceneggiato dall'attore e drammaturgo Luciano Mariti con Guido Maria Compagnoni che ne curò anche la regia

Più note altre firme coinvolte nell’impresa: quella dello scenografo e costumista Gianni Polidori (Luzzati racconta Polidori), dell'attore che impersona Nivasio, Paolo Bonacelli e soprattutto del "presentatore" dell'opera televisiva, lo scrittore Leonardo Sciascia (Leonardo Sciascia introduce "Nivasio Dolcemare").
Lo sceneggiato, dai toni sperimentali con musiche e testi tratti dall’opera di Savinio, concorre alla riscoperta dell'opera dell'artista avvenuta tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, attraverso mostre di pittura, messe in scena teatrali, concerti musicali, pubblicazioni di scritti e anche programmi televisivi offerti dalla tivù pubblica italiana (Alberto Savinio (o Polipragmon), prima parte). 
Savinio era nato Alberto de Chirico, ma affianco a un fratello maggiore già pittore, nei primi anni di Parigi, quando esordiva come musicista, decise di cambiare nome, forse incoraggiato dall'amico Guillaume Apollinaire per la rivista del quale, "Les soirées de Paris", usò lo pseudonimo per la prima volta nel 1914.

Come nella vita, anche nella sua opera letteraria, l’artista amò nascondersi dietro innumerevoli alter ego: Aniceto, Mister Dido, Mister Münster, Innocenzo Paleari, Animo, Carmelo e Nivasio Dolcemare, anagramma di Savinio 

Con "Infanzia di Nivasio Dolcemare", fantasiosa autobiografia dai toni euforici, esuberanti e visionari, Savinio racconta nel suo stile fortemente deformato la sua giovinezza ad Atene. 
Savinio era nato nella capitale greca nel 1891 e vi rimaneva fino all’età di quattordici anni (Savinio incanto e mito. Una mostra di Ester Coen), una prima parte della vita nella quale, il dotato e multiforme artista, riconoscerà quell’humus particolare che lo porterà a sfidare tutte le norme dell’assetto estetico, morale e pratico edificato dagli adulti e in primis, dalla sua famiglia, qui impersonata nei bizzarri genitori di Visanio e signora Trigliona.

Il libro, come questo trattamento televisivo privo di una vera e propria trama, presenta una serie di personaggi in scena che concorrono alla definizione della memoria di Nivasio, creature saviniane umane, a tratti manichini, mostri o animali, soprattutto uccelli con importanti becchi

Paolo Bonacelli, nei panni di Nivasio, attraverso gli occhi di un bambino (interpretato da Davide Garbolino) rende tutto possibile, mutabile e assolutamente enigmatico come la stessa sintassi creata da Savinio, classicistica e ricca di invenzioni lessicali, sia sontuose, sia grezze, qualcosa la cui sonorità senza precedenti nella prosa italiana rafforza il climax di straniamento.

APPROFONDIMENTO
Art Night. Fratelli Pennelli