Camere con vista. San Benedetto/Pesaro. Andata e ritorno
All'ICCD un'indagine antropologica e turistica degli spazi lungo la riva adriatica
Dopo una prima tappa presso la Rocca Roveresca di Senigallia, la mostra approda nella capitale.
Il progetto mette in evidenza le trasformazioni del territorio, dei luoghi e delle comunità, rilevando come l'espansione del turismo abbia segnato il passaggio dalla 'villeggiatura' alla 'vacanza di massa', trasformando profondamente la morfologia del paesaggio costiero e le sue architetture. Si tratta di un percorso esplorativo attraverso i luoghi simbolo della costa adriatica, che indaga il legame tra territorio e sviluppo urbano: ferrovia, lungomare, SS16 e A14 rappresentano assi paralleli che hanno modellato l'antropologia turistica degli spazi. Villini, colonie, hotel e condomini sono così diventati testimoni di queste trasformazioni, custodendo memorie visive e identitarie.
Paola De Pietri, Luca Capuano e Pierluigi Giorgi sono i tre autori che, attraverso linguaggi fotografici distinti ma complementari, offrono al pubblico una riflessione estetica e sociale su questo luogo di transito e confine, dove mare, colline e architettura si incontrano.
Nel progetto Scritto col sole, Paola De Pietri esplora la vita segreta dei luoghi e dello spazio pubblico, documentando i lievi ma profondi cambiamenti di un territorio sospeso, catturati in una narrazione visiva che segue il ciclo dell’estate: una promessa, un progetto, un'esperienza di vita.
Paola De Pietri spiega il suo progetto:
L'artista prosegue:”Le fotografie qui presentate sono realizzate sulla costa marchigiana, in prossimità del lungo mare, a cominciare dalla fine dell’inverno fino all’apertura della stagione estiva. Le immagini sono presentate in piccole serie, ognuna realizzata in un luogo o in una situazione diversi. All’interno di ogni serie, le immagini sono in relazione tra di loro, nascono da un girare attorno nei vari luoghi in uno spostamento continuo e in una loro definizione relativa e temporale. Le prime immagini sono legate maggiormente agli aspetti naturali di fine inverno, e nelle quali le persone sono quasi del tutto assenti. Le ultime serie, invece, vedono gli spazi del lungomare ridefiniti e ordinati dal lavoro di riorganizzazione stagionale e ormai frequentati dai numerosi villeggianti e turisti estivi.”ll titolo è ripreso da una scritta sul muro di un albergo della Riviera del Conero, dove testi e frasi effimeri si materializzano grazie al sole e alla tecnica antica della meridiana.
Scritto col sole mi riporta, poi, immediatamente al significato della parola fotografia e cioè scritto con la luce. La luce, il sole e il mare, pur mantenendo un’eco del mito che le accompagna, sono le parole che ricorrono più frequentemente oggi nei discorsi delle vacanze e del tempo libero. Anche la transitorietà della scritta proiettata dalla meridiana e che svanisce alla fine della giornata, mi ricollega alla vacanza, come intervallo nell’anno di lavoro e ai desideri e alle attese che porta con sé.
Foto di Paola De Pietri
Luca Capuano, con Mare lungo, crea un ipertesto di coabitazioni e stratificazioni, immaginando un film mai realizzato.
Capuano rende esplicite le sue intenzioni: "Concluso il trattamento e la sceneggiatura, scritta in collaborazione con Luca Ballico, ho lavorato alla realizzazione di un archivio di produzione, ho raccolto svariato materiale visivo (e non solo) che poi ho suddiviso in diverse sezioni tematiche dedicate ai singoli aspetti della preparazione del film: ambientazioni, oggetti di scena, costumi, personaggi, fonti, scenografie, riferimenti iconografici e storiografici, appunti, sopralluoghi, trascrizioni di conversazioni, bozzetti, corrispondenze ecc…Quando questa raccolta ha iniziato a prendere corpo, osservandola, ho visto venire alla luce uno spazio inaspettato ed interessante, uno spazio aperto, dialettico, caledoscopico, capace di raccogliere e far dialogare materiali di natura diversa, di moltiplicare le narrazioni e di generare nuove figure e invenzioni. Informazioni, testimonianze, forme, processi e linguaggi differenti hanno iniziato a conversare tra loro, a disperdersi e a raggrupparsi, ad organizzarsi in un discorso, in una continua dialettica tra osservazione e rievocazione, tra somiglianze e asimmetrie, tra passato e ipotetico, tra passato e futuribile, possibile. Questo spazio di raccolta mi ha conquistato, mi ha fatto riflettere su quanto fosse autonomo ed emancipato e che non fosse necessario metterlo in scena e finalizzarlo in un racconto cinematografico.
La ricerca delle location di Luca Capuano
Capuano ci spiega che rinunciando ad un racconto forse ne sono nati tanti altri.
In De riva italiana, Pierluigi Giorgi documenta lo stato della costa con uno sguardo attento e rigoroso, osservando la linea di terra dal mare, mantenendosi a circa 300 metri di distanza e adottando una prospettiva parallela e costante verso il litorale.Nella mostra “Camere con vista. San Benedetto/Pesaro. Andata e ritorno” ho deciso di esporre soltanto alcuni frammenti dei diversi dossier o album di preparazione del film, nello specifico alcune schede che organizzano la ricerca delle location, lo studio degli oggetti di scena e dei costumi, l´archivio iconografico e la sceneggiatura ma soprattutto ho deciso di mostrare un dispositivo di visione, un display insieme mutevole e dialogico, che ha come protagonisti non tanto i significati delle immagini di cui è composto ma i rapporti che queste figure intrattengono tra loro, un sistema narrativo che non appartiene al mondo della conoscenza ma della presenza, un inventario di segni - che smontati, ricomposti, traslati e pronti alla continua dispersione dei significati – può essere capace di costruire una sorta di enciclopedia parallela.”
Luca Capuano
Il progetto fotografico nasce più di dieci anni fa con l’intento di indagare la condizione della costa della nostra penisola, con un continuo sguardo parallelo verso la linea di terra. Si tratta di una distanza non casuale: sono i 300 metri che vanno dalla battigia verso l’interno, tutelati, almeno sulla carta, dalla cosiddetta Legge Galasso. Strumento normativo che tutela i beni naturalistici ed ambientali in Italia preserva, fra gli altri aspetti, proprio quei 300 metri dalla linea di battigia. Nella realtà dei fatti questa tutela è stata spesso infranta e raramente sono state applicate le sanzioni e i provvedimenti previsti per farla rispettare. Del resto entro questi 300 metri si è concentrata e si concentra l’attività edilizia, in buona parte collegata all’offerta turistica e non sempre in maniera organica rispetto alla salvaguardia dell’ambiente.
De riva italiana di Pierluigi Giorgi
Grazie a Memorie costiere, titolo del lavoro multimediale di Alessio Ballerini, lo spazio espositivo si arricchisce di suoni, immagini e racconti evocativi di coloro i quali, un tempo, sono stati gli attori principali del turismo della costa marchigiana.
L’Italia è stata per secoli il fulcro della storia dell’Occidente e ne ha segnato capitoli fondanti storicamente e artisticamente. Lungo le strade e le antiche vie consolari hanno viaggiato persone, esperienze, commerci, cultura. Le testimonianze dei continui movimenti si sono stratificate nello spazio e nel tempo. In questo contesto, il mare, con le sue infinite rotte, non è stato da meno: teatro di mille storie e passaggi, protagonista e spettatore di quello che accadeva nella nostra meravigliosa penisola.
Il lavoro proposto in occasione di Camere con vista è frutto della comunità d’intenti con l’ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) che ha promosso e sostenuto la campagna fotografica relativa alla fascia costiera delle Marche, regione caratterizzata da un contesto molto vario che va da zone di ampie spiagge attrezzate a falesie sul mare ripide e meno antropizzate, passando per aree produttive industriali. Il tratto marchigiano esprime in modo esemplare come esistano serie di funzionalità parallele e continue - lungomare, strutture turistiche, ferrovia, statale, abitato, zona produttiva, autostrade - che costituiscono una sorta di stratificazione di servizi. Tutto questo è stato raccontato con una serie di scatti in un’unica striscia, che andrà poi a comporre con gli altri tratti di costa, il periplo dell’intera penisola.Come spiegano i curatori Cristiana Colli e Carlo Birrozzi:
Per secoli l’Adriatico è stato simbolo e luogo di dialoghi multiculturali; per generazioni è stato la destinazione per eccellenza, la piattaforma sentimentale e formale di un certo Viaggio in Italia. Sempre il mare d’Oriente, il mare dell’intimità di Predrag Matvejevic, ha disegnato forme di trasmissione della conoscenza e della narrazione, offerto un punto di vista nella modernità, la civiltà dei consumi, le relazioni tra paesaggi, tra costa ed entroterra, appennino e mare. Ancora oggi l’Adriatico è la vacanza, il mare, il viaggio con i suoi immaginari, il mito del loisir e dell’avventura, la cultura e gli eventi, la residenza temporanea che custodisce accoglienza e relazione».
Il progetto, vincitore dell’avviso "Strategia Fotografia 2022", promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, è stato realizzato dall'Associazione Demanio Marittimo.Km-278 in collaborazione con l'ICCD e l'ISIA di Urbino. Grazie all’avviso pubblico, le opere in mostra entreranno a far parte delle collezioni di fotografia contemporanea dell'ICCD e saranno pubblicate sul portale delle raccolte fotografiche del Ministero della Cultura.