Gli sberleffi di Enrico Baj 2008

"Dame e Generali" (1960-1975)

Dal 1° febbraio al 15 marzo 2008, la Fondazione Marconi di Milano ha ospitato la mostra Dame e Generali di Enrico Baj, curata da Roberta Cerini Baj. L’esposizione comprendeva oltre un centinaio di opere, tra tele, carte, multipli e libri d’artista.

Tratto dall'archivio RAI TECHE, vi proponiamo il servizio del TGR Lombardia del 31 gennaio 2008, che documenta la mostra.

L'esposizione si ispirava al libro d’artista Dames et Généraux, un’opera emblematica che testimonia l'impegno civile di Baj.

Con ironia e una forte vena critica, Baj denunciava la vanità e la brutalità del potere, rappresentate attraverso personaggi grotteschi e collage di materiali inusuali.

La denuncia risultava esplicita e forte, ma non opprimente: l'ironia dei materiali usati per i collage rendeva i personaggi raffigurati risibili oltre che temibili, goffi oltre che minacciosi.

Le loro naturali compagne, le Dame, esibivano con garbo tutto femminile i propri orpelli, in un vano tentativo di mascherare il vuoto dell’apparire: un vuoto simile a quello dei loro nomi e dei titoli altisonanti. André Breton osservò che queste figure proponevamo una critica più sfumata grazie alla presenza di elementi di seduzione tipicamente femminili.

Le femmine ornatissime e onoratissime di Baj, nate da assemblaggi di passamanerie, sono ritratti aristocratici di signore dai nomi aulici, tratti dalla storia, da ricordi personali, dal Grand Larousse illustré o da altre enciclopedie. Roberto Sanesi ha sottolineato come queste Dame non appaiano caritatevoli né animate da buoni sentimenti: la loro raffinatezza, stilisticamente coerente con la loro natura, è leggermente carica, ma non eccessiva, e pervasa da una punta di funebre inconsapevolezza e fatalismo.

In questo contesto teatrale, ricco di significati, l’aristocratica eleganza delle Dame si rivelava insieme tragica e ironica. Baj ricompose a modo suo il binomio maschio-femmina: le Dame con i loro nomi importanti, così come i Generali che ostentavano, appuntate sul petto, le medaglie al valore. I loro volti rappresentano le due facce del potere economico e militare, le due facce delle gerarchie che regolano la società.

Il libro Dames et Généraux è corredato da dieci acqueforti di Baj che accompagnano altrettante poesie del surrealista francese Benjamin Péret. André Breton scrisse l’introduzione e Marcel Duchamp contribuì con una pagina grafica concettualmente elaborata, che fungeva da faux-titre o avantitolo. Questo libro rappresenta  il primo di numerosi e fruttuosi sodalizi tra Baj e autori italiani e stranieri, soprattutto francesi. Grazie a queste collaborazioni, Baj realizzò una cinquantina di libri d’artista, fino all’ultimo, creato con Giovanni Raboni nel 2003.

Il presupposto surrealista della mutabilità si tradusse per Baj nella capacità di trasformare ogni cosa in qualcos’altro, attraverso una lettura ironica della realtà.

Il Generale nacque nel 1960 da una Montagna che, attraverso un processo di personificazione, aveva acquisito un aspetto umano: la sagoma informe assunse connotati precisi, incarnando la volgarità e la brutalità del potere.
Il Generale divenne la metafora della passione antimilitarista e antibellicista di Baj.

Tuttavia, come ha precisato André Pieyre de Mandiargues, si trattava più di una "battaglia contro gli imbecilli" che di un antimilitarismo tout court. In alta uniforme, il Generale fu descritto da Benjamin Péret come un “pezzo grosso dorato in grande miseria”, mentre André Breton lo definì una "montagna d’importanza... un fenomeno da baraccone che costituisce ancora una sopravvivenza minacciosa".

Nei Generali è evidente la lezione espressionista che caratterizza molte opere di Baj legate a temi di critica sociale e antimilitarista, elementi ricorrenti nella sua produzione artistica.