Roma Pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo
Fino al 23 marzo 2025 al Museo di Roma oltre 130 opere in mostra
Le opere provengono inizialmente dalle collezioni dei Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina (circa 50 lavori della Galleria d’Arte Moderna, del Museo Napoleonico, della Pinacoteca dei Musei Capitolini e del Museo di Roma). La mostra si collega poi a prestiti di importanti musei e collezioni nazionali e internazionali, come l'Accademia di San Luca (Roma), l'Accademia di Brera (Milano), le Gallerie degli Uffizi (Firenze), la Pilotta di Parma, i Musei Reali di Torino, la National Portrait Gallery (Londra) e il Museo Thorvaldsen (Copenaghen).La mostra, curata da Ilaria Miarelli Mariani (Direttrice della Direzione Musei Civici Sovrintendenza Capitolina) e Raffaella Morselli (Professoressa ordinaria alla Sapienza Università di Roma), con la collaborazione di Ilaria Arcangeli (Storica dell'arte) propone circa 130 opere realizzate da 56 artiste, che furono attive a Roma stabilmente o vi soggiornarono per periodi più o meno lunghi.
In mostra sono esposte opere di Maria Felice Tibaldi Subleyras, Angelika Kaufmann, Laura Piranesi, Marianna Candidi Dionigi, Louise Seidler ed Emma Gaggiotti, la cui produzione artistica era in gran parte relegata nei depositi. Accanto a loro, si trovano lavori di altre artiste attive a Roma, dalle celebri Lavinia Fontana, Artemisia Gentileschi e Giovanna Garzoni, fino a figure meno note come Giustiniana Guidotti, Ida Botti e Amalia De Angelis.L'obiettivo è ricostruire le biografie e le carriere professionali di queste artiste, spesso dimenticate per la scarsità di documentazione o perché le loro opere venivano erroneamente attribuite a maestri e familiari uomini.
Il percorso della mostra, articolato in chiave cronologica e tematica, illustra il graduale inserimento delle pittrici nel mercato internazionale e il difficile percorso verso il pieno accesso alla formazione e alle principali istituzioni artistiche della città, come l’Accademia di San Luca e l’Accademia dei Virtuosi al Pantheon.
Il titolo della mostra, Roma Pittrice, richiama una delle più importanti opere storiografiche sei-settecentesca dedicate alla pittura italiana; La Felsina pittrice, scritta da Carlo Cesare Malvasia e pubblicata nel 1678. Si tratta di una raccolta biografica in cui Malvasia celebra i pittori bolognesi e la scuola pittorica di Bologna, cercando di affermare il valore e l'autonomia della tradizione artistica della città rispetto all'egemonia culturale di Firenze e Roma, in un’epoca in cui le scuole pittoriche italiane rivendicavano la propria autonomia rispetto all’egemonia fiorentina.In questo processo di affermazione, Roma emerge come centro privilegiato di apprendistato. La città non è solo un luogo di pratica artistica, formazione e scambio commerciale, ma diventa anche simbolo delle molte artiste che, per nascita o per scelta, hanno operato qui, contribuendo a consolidarne il prestigio come epicentro della creatività nell’età moderna.
Allo stesso modo, questa esposizione offre alle artiste, spesso ignorate dalla storia, l’opportunità di riaffermare la loro presenza nella Roma Capitale delle Arti tra il XVI e il XIX secolo.
Lavinia Fontana (1552 Bologna-1614 Roma) Primo autoritratto alla spinetta, 1575. Olio su rame, 31 x 25,5 cm. Roma, Collezione privata
La prima sala della mostra è dedicata alla bolognese Lavinia Fontana (1552-1614), di cui si alternano opere inedite o mai esposte prima, tra cui il suo primo autoritratto su rame, appena 23 enne.
La pittrice avvia la sua carriera artistica a Bologna nella celebre bottega del padre Prospero, come spesso accade alle donne pittrici dell’epoca, luogo di incontro degli intellettuali felsinei più all’avanguardia. Si trasferisce a Roma nel 1603-1604, ottenendo numerosi incarichi sia pubblici sia privati da colti committenti. Il marito Giovanni Paolo Zappi, pittore e suo agente, firma i contratti per lei.
A Roma anche Artemisia Gentileschi (1593-1654), si forma con il padre Orazio. In mostra si ripercorre con tre opere le tappe della sua brillante carriera: della seconda fase romana il dipinto Cleopatra, esemplato sulla statuaria classica, ma drammatico, sensuale, maturo nella resa della nudità; del decennio successivo L’Aurora, opera dall’iconografia inedita; infine, del periodo napoletano Giuditta e la serva con la testa di Oloferne, riproposizione con toni più tenebrosi di un dipinto del padre Orazio.
Artemisia Gentileschi (1593 Roma - Napoli? 1654), Aurora. Olio su tela, 219 x 4 x 144 cm. Collezione Alessandra Masu
Importante è la presenza in mostra l’unica opera sinora nota di Giustiniana Guidotti (1600’-1634), tra le prime donne ammesse all’Accademia di San Luca che si espone qui per la prima volta. Guidotti vi lascia la firma, strumento di cui le artiste disponevano per rendersi visibili al pubblico.
Sostando ancora nel Seicento una sala è interamente dedicata alla natura morta in cui eccellono Laura Bernasconi e Anna Stanchi. Prestito eccezionale dall’Accademia di San Luca un prezioso album con minuziose miniature di piante, frutti, fiori e animali dell’ascolana Giovanna Garzoni.
Si chiude la sezione dedicata ai secoli XVI e XVII con altre due sale, una riservata a un altro genere molto praticato dalle pittrici, il ritratto, tra cui di particolare interesse è l’unica opera oggi nota di Claudia Del Bufalo che raffigura la sorella Faustina nel suo abito nunziale. Segue un focus sulla grafica, la miniatura e un piccolo affondo sulla famosa architettrice Plautilla Bricci, con alcuni prospetti ottocenteschi del suo progetto più rappresentativo, la Villa del Vascello.
Attraverso cinque dipinti viene illustrato il percorso artistico di Angelika Kauffmann, pittrice internazionale che si stabilisce a Roma, dove la sua casa-atelier diventa un luogo di incontro per tanti intellettuali.
Maria Felice Tibaldi (Roma 1707 -1770) Cena in casa del fariseo, 1748 (in copertina un particolare). Acquerello su pergamena, 27,2 x 63,8 cm.Musei Capitolini - Pinacoteca Capitolina - Galleria Cini
Ampio spazio, poi, all’incisora Laura Piranesi e altre pittrici che, con il loro operato, consolidano la presenza nelle accademie e il successo nel mercato dell'arte, tra cui Élisabeth Vigée, Caterina Cherubini e Maria Felice Tibaldi.
Il racconto attraverso il XIX secolo si snoda con i tanti volti di artiste, autoritratte o raffigurate da altri, ma anche cantanti, attrici, salonnière riprese in iconiche immagini che restituiscono la forza e la determinazione di tutte le donne che hanno contribuito ai tanti cambiamenti della società.
Emma Gaggiotti (Richards) (1825 Roma - 1912 Velletri), La Famiglia Gaggiotti Richards,1853 (circa). Pastello e tempera, 59x51 cm Roma, Museo di Roma a Palazzo Braschi- Gabinetto delle Stampe
Di Emma Gaggiotti si espone per la prima volta il suo ritratto di famiglia, La Famiglia Gaggiotti Richards oltre alla Venere degli Uffizi e la Sacra Famiglia dei Vaticani, entrambe opere conservate nei depositi e appena restaurate. Mentre l’Autoritratto degli Uffizi ha trovato posto solo recentemente nelle sale degli autoritratti del museo (2023).
Il percorso di visita si conclude con le ultime tre sale, articolate per temi: soggetti religiosi e di storia, ritratto, e infine paesaggio e natura morta. Nella Roma del XIX secolo le artiste godono di maggiori libertà che in passato: rispetto ai secoli precedenti le donne, che si dedicano all’arte, crescono di numero e in molti casi si tratta di figure ancora del tutto da scoprire. Come, ad esempio, Erminia De Sanctis e Virginia Barlocci, di cui si conservano vari lavori nelle collezioni capitoline, ma che riemergono anche dal mercato antiquario e costituiscono un’assoluta novità espositiva.
Erminia De Sanctis (Roma 1840-1919), da Guglielmo De Sanctis (Roma 1829-1911) Emanuele Filiberto mostra l'erede al popolo, 1887. Acquerello su carta. Roma, Museo di Roma a Palazzo Braschi
Chiude infine la mostra una mappa, sia esposta che stampata in un agile depliant, per continuare la visita in città, con le indicazioni di tutte le opere di artiste esposte in luoghi pubblici e accessibili.Con la mostra Roma Pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XVIII secolo si rinnova l’impegno della Sovrintendenza Capitolina nel rendere accessibili le esposizioni temporanee che comprende la possibilità di ascolto di approfondimenti audio e di fruizione tattile di alcune opere in originale e in riproduzione. Sono inoltre in programma appuntamenti guidati accessibili a persone con disabilità visiva e uditiva.