"Zigaina. La mia idea del dipingere"
Un film di Francesco Bortolini
Rimasto incompiuto per molti anni e ritenuto perduto, nel film una lunga intervista a Giuseppe Zigaina (1924-2015), fino ad oggi inedita, racconta per la prima volta gli aspetti più intimi dell’artista: l’infanzia, la famiglia, la decisione di restare in Friuli, il suo percorso di artista, le varie stagioni della sua pittura, il rapporto con il Neorealismo e con gli intellettuali dell’epoca e in particolare, l’amicizia con Pier Paolo Pasolini.Zigaina. La mia idea del dipingere” è il titolo di un documentario ideato e girato nel 2001 dal regista e giornalista Francesco Bortolini
Nel 2016, dopo la scomparsa di Francesco Bortolini, già autore de “Il sogno di una cosa”, dedicato a Pasolini in Friuli (Il sogno di una cosa. 1943-1949: Pasolini in Friuli, 1976), il materiale filmato rimasto incompiuto fu donato dai familiari del regista all’amico Piero Colussi, che oggi gentilmente ha offerto questa clip a Rai Cultura.
Solo recentemente, in occasione del centenario del pittore, è stato possibile completare il documentario grazie alla disponibilità della figlia dell’artista, Alessandra Zigaina.
Nell’estratto qui proposto, Zigaina viene intervistato sulla sua adolescenza quando “scopre il mondo” e “inventa la propria vita” in un ambiente “buio”, nel mezzo di una guerra e di una violenta occupazione tedesca. Zigaina coglieva già allora le suggestioni del suo paesaggio friulano scandito dalle stagioni, dalle luci e dagli odori di una terra a cui rimase legato per tutta la vita.Chiedevo a mia madre di trovarmi degli amici perché stentavo a trovarli, però nello stesso tempo mi piaceva star solo e soprattutto di notte”
Giuseppe Zigaina, 2001
Il verde nelle sue infinite sfumature e l’azzurro hanno “velato” la sua pittura negli anni; con la maturità, la realtà conosciuta e calpestata tutti i giorni, si è mischiata alla dimensione onirica in modo scambievole, segnando la sua produzione, soprattutto quella incisoria (L’incisione di Giuseppe Zigaina).La cosa straordinaria è che guardare tutto il mondo, la realtà, il territorio, il paesaggio al buio, vuol dire scoprire tutti i colori che esistono lentissimamente, come in un sogno”
Giuseppe Zigaina, 2001
Zigaina racconta le sue “tre fasi” stilistiche e poetiche e sottolinea come i suoi cambiamenti siano sempre stati dettati da complicazioni di carattere esistenziale e ideologico. Il forte carattere “espressionista” della fase Neorealista, lo ha portato lentamente a riscoprire la sua essenza più “animista”. Già con la Biennale veneziana del 1960, il Maestro racconta di un sentimento di “pessimismo” che si andava a sostituire alle lotte e alle ideologie degli anni giovanili. A partire dal decennio del Sessanta, il Maestro avvicina le poetiche esistenziali, per cui le sue forme ricorrenti diventano simboli e la sua materia pittorica eguaglia gli esiti dell’Informale (La pittura di Giuseppe Zigaina).
Entro la fine dell’anno 2024, il documentario “Zigaina. La mia idea del dipingere”, assieme all’unico film girato da Zigaina “1953: I° Maggio a Cervignano” uscirà in un cofanetto DVD prodotto in collaborazione con Cinema Zero, La Cineteca del Friuli, Comune di Cervignano del Friuli e Sede Rai di Trieste.
Estratto da: Zigaina. La mia idea del dipingere di Francesco Bortolini, 2001-2024 (dur. 37min.)
FOTO DI COPERTINA
Un fotogramma di “Zigaina. La mia idea del dipingere”, Francesco Bortolini, 2001-2024