Enrico Baj. Frammenti di vita (2ª puntata)
La miniserie in quattro puntate Enrico Baj. Frammenti di vita, prodotta da Rai Cultura, celebra i cento anni dalla nascita dell’artista. Grazie alla collaborazione con gli archivi di Enrico Baj, alle riprese delle mostre diffuse BAJ. Baj chez Baj — al Palazzo Reale, a Savona e ad Albisola — e ai contributi delle Teche RAI, il filmato restituisce voce all’artista.
Le testimonianze, raccolte in occasione del convegno Arte e letteratura: Enrico Baj nel contesto culturale del secondo dopoguerra italiano organizzato dall’Accademia dei Lincei il 31 ottobre 2024, ci accompagnano in un viaggio tra l’arte, la storia e la vita dell’artista.
Nella seconda puntata, si indaga il rapporto tra l’opera di Baj e i contesti storici e sociali con interventi di Carlo Ossola, Bruno Corà, la moglie Roberta Cerini Baj e Baj stesso.
Enrico Baj racconta con ironia il suo continuo processo di ricerca creativa, mostrando come ogni elemento, anche il più curioso, possa trasformarsi in simbolo. È il caso della "marchisa della spazzola", inizialmente dotata di un naso-spazzola, poi riconfigurato come un fiore. Questo fiore, con i suoi tre grandi petali che si dilatano in sopracciglia e naso, dimostra la capacità dell’artista di reinventare l’imperfezione, rendendola poetica ed evocativa.
Bruno Corà evidenzia il valore storico e politico de I funerali dell’anarchico Pinelli. Quest'opera è stata concepita come una risposta artistica alla tragica vicenda della morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato dalla finestra della Questura di Milano nel 1969, durante un interrogatorio legato alla strage di Piazza Fontana. Realizzata nel 1972, riflette il dolore collettivo di una città segnata dalle stragi e rappresenta un punto cruciale nella carriera di Baj.
Roberta Baj considera I funerali dell’anarchico Pinelli l’opera più significativa di suo marito e sottolinea come in essa Baj abbia messo da parte il suo tipico sarcasmo per dar voce al dolore collettivo.
Foto di copertina: I funerali dell'anarchico Pinelli, 1972 nella mostra BAJ. Baj chez Baj al Palazzo Reale di Milano. Foto Lorenzo Palmieri
Per vedere le altre puntate della miniserie
Enrico Baj. Frammenti di vita - Episodio 1
Enrico Baj. Frammenti di vita - Episodio 3
Enrico Baj. Frammenti di vita - Episodio 4
Le testimonianze, raccolte in occasione del convegno Arte e letteratura: Enrico Baj nel contesto culturale del secondo dopoguerra italiano organizzato dall’Accademia dei Lincei il 31 ottobre 2024, ci accompagnano in un viaggio tra l’arte, la storia e la vita dell’artista.
Nella seconda puntata, si indaga il rapporto tra l’opera di Baj e i contesti storici e sociali con interventi di Carlo Ossola, Bruno Corà, la moglie Roberta Cerini Baj e Baj stesso.
Enrico Baj racconta con ironia il suo continuo processo di ricerca creativa, mostrando come ogni elemento, anche il più curioso, possa trasformarsi in simbolo. È il caso della "marchisa della spazzola", inizialmente dotata di un naso-spazzola, poi riconfigurato come un fiore. Questo fiore, con i suoi tre grandi petali che si dilatano in sopracciglia e naso, dimostra la capacità dell’artista di reinventare l’imperfezione, rendendola poetica ed evocativa.
Il linceo Carlo Ossola colloca l’opera di Baj nel solco delle avanguardie storiche, come il surrealismo e il cubismo, sottolineando il loro comune approccio alla frammentazione degli oggetti. Dopo la Seconda guerra mondiale e l’orrore della bomba atomica, Baj crea un’estetica che riflette una realtà spezzata e un’umanità sconvolta. Nel suo "Manifesto della Pittura Nucleare", interpretato anche da Umberto Eco, si riconoscono due visioni dell’apocalisse: una distruttiva, dominata dal nichilismo, e una aperta alla speranza di una rinascita, simboleggiata dalla promessa di una "Gerusalemme celeste".
Bruno Corà evidenzia il valore storico e politico de I funerali dell’anarchico Pinelli. Quest'opera è stata concepita come una risposta artistica alla tragica vicenda della morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato dalla finestra della Questura di Milano nel 1969, durante un interrogatorio legato alla strage di Piazza Fontana. Realizzata nel 1972, riflette il dolore collettivo di una città segnata dalle stragi e rappresenta un punto cruciale nella carriera di Baj.
Roberta Baj considera I funerali dell’anarchico Pinelli l’opera più significativa di suo marito e sottolinea come in essa Baj abbia messo da parte il suo tipico sarcasmo per dar voce al dolore collettivo.
Foto di copertina: I funerali dell'anarchico Pinelli, 1972 nella mostra BAJ. Baj chez Baj al Palazzo Reale di Milano. Foto Lorenzo Palmieri
Per vedere le altre puntate della miniserie
Enrico Baj. Frammenti di vita - Episodio 1
Enrico Baj. Frammenti di vita - Episodio 3
Enrico Baj. Frammenti di vita - Episodio 4