Piero Guccione. La città sognata
Un omaggio all'artista siciliano a Roma Arte in Nuvola
A settant’anni dal suo arrivo nella Città eterna, avvenuto nell’ottobre del 1954, la quarta edizione di Roma Arte in Nuvola (Fiera Internazionale di Arte Moderna e Contemporanea 22-24 novembre 2024) ha reso omaggio al sogno realizzato dall'artista siciliano con la mostra Piero Guccione. La città sognata. Opere 1959-1972, curata dall'Archivio Piero Guccione.
Piero Guccione: Rondini (dettaglio), 1962 © Piero Guccione
Una selezione di diciotto opere ad olio su tela, provenienti da collezioni private, ha ripercorso le principali fasi espressive del suo soggiorno ultraventennale a Roma per comprendere la genesi dell’arte di Guccione, già lontana da ogni idea di pittura basata sulla sensazione intesa come "tocco superficiale della coscienza, in favore dell’emozione intesa come la forma della bellezza delle cose, somma di visione e memoria còlta dai suoi occhi".
Il percorso espositivo ha proposto le opere giovanili La luna a Piazza del Popolo (1959) e Deterrent (1961), testimonianza della sua iniziale frequentazione dei pittori neorealisti della Galleria Il Pincio a Piazza del Popolo, e, successivamente, del gruppo Il Pro e il Contro tra il 1961 e 1964.Sono convinto che, nell’attuale momento […] due siano le possibilità di scelta: il compiacersi in un gusto impotente di tipo idealistico, oppure la volontà di rendere attiva la propria coscienza nei confronti della società e della realtà. Quanto a me, ho scelto la seconda.
Piero Guccione, 1960
A seguire la pittura a strappi di Uomo in giardino (1962) e Rondini (1962), quest’ultima opera emblematica perché segna il primo incontro dell’artista con l’azzurro – al tempo più orientato verso il blu per il senso tragico che aveva scoperto in Francis Bacon - che diventerà, nel corso degli anni, materia e sentimento, forma propria di bellezza, indice dell’assoluto attraverso i suoi infiniti mari e cieli.
In successione si aprono le stagioni dei balconi e cancelli (1964-65), dei riflessi sulle lamiere lucenti delle auto (Platani sulla Volkswagen del 1966, Sul far della luna del 1968-69), delle attese di partire (1969-70). Il rapporto dell’artista con la vita si fa sempre più univoco, assolutamente diretto, desideroso di situarsi - come scrisse lo storico dell’arte Luigi Carluccio nell’introduzione del catalogo della mostra personale di Guccione del 1968 tenutasi alla Galleria Il Gabbiano - « … all’interno dell’atto del dipingere, prima ancora che del dipinto […] per la consapevolezza di esistere negli stessi modi e nelle stesse condizioni delle cose che ci circondano, in un reciproco continuato riscontro di realtà che è anche di realizzabilità: della vita oltre che della pittura».Con Guccione aspettiamo che, in qualche modo, l'uomo si affacci dalle finestre e guardi quell'arcobaleno, si intrida di quella pioggia, si appoggi al muro di quella terrazza o recida quel fiore che è sbocciato tra le sbarre di ferro. Questo è il discorso aperto di Piero Guccione; ed è, forse, il discorso aperto della pittura moderna, che va dritto da Cézanne alle proposte dei migliori giovani di oggi, tra cui Guccione si colloca in prima fila.
Renato Guttuso, 1965
Per Guccione, gli anni trascorsi a Roma non furono facili; i primi per la precarietà dei mezzi che lo costrinsero a ritardare la sua prima personale avvenuta nell’aprile del 1960; gli ultimi, seppure già pittore affermato, per un suo crescente sentimento di estraneità dalla realtà urbana circostante che gli produceva un senso di dolore per la difficoltà di “coagulare le cose, di stringerle”. Sono gli anni in cui dipinge Autoritratto nel paesaggio del 1971, Sulla curva di Viale Tiziano del 1970, la Primavera a Via Flaminia del 1972.
È l’inizio di una lenta, quanto laboriosa, preparazione del ritorno in Sicilia, avvenuto nel 1979, quando, grazie proprio al senso della sua pittura maturata negli anni romani, lascia la città" per tornare alle cose, intese come i luoghi dell’infanzia dove i suoi occhi e il suo cuore avevano imbastito le prime emozioni, affinché «dipingere e respirare fossero la stessa cosa».
La mostra Piero Guccione. La città sognata. Opere 1959-1972 ha reso anche un omaggio all’uomo Guccione di cui nel 2025 si celebreranno i novanta anni dalla nascita.[…] Guccione si ferma, dipinge la cosa, riesce a catturare quel sentimento meridiano delle periferie domenicali dentro a cui sono le confuse amare risonanze della nostra vita quotidiana.
Dino Buzzati, 1966
Piero Guccione: Sul far della luna (dettaglio), 1968-69 © Piero Guccione
Piero Guccione nasce il 5 maggio 1935 a Scicli, piccola città della fascia sud-orientale della Sicilia, in provincia di Ragusa. Dopo il diploma all’Istituto d'arte di Catania, nel 1954 si trasferisce a Roma dove frequenta i pittori neorealisti della Galleria Il Pincio a Piazza del Popolo. Il 23 aprile 1960 tiene la prima mostra personale alla Galleria Elmo di Roma, presentata dal critico d’arte Duilio Morosini. Dal 1961 al 1964 frequenta il gruppo Il Pro e il Contro formato anche dagli artisti Attardi, Gianquinto e Vespignani.
Nel 1966 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia e diventa assistente di Guttuso all’Accademia di Belle Arti di Roma, in seguito titolare di cattedra fino al 1969.
Alla fine degli anni Sessanta costruisce una casa estiva tra Punta Corvo e la Baia di Sampieri, lembo estremo della Sicilia Orientale, dove i suoi soggiorni si fanno sempre più frequenti e prolungati. Nel 1971 la città di Ferrara gli dedica la prima antologica a Palazzo dei Diamanti e l’anno successivo espone nuovamente alla Biennale, dove torna anche nel 1978, 1982, 1988 e nel 2011.
Nel 1979 rientra in Sicilia, sull’altopiano modicano, dove trascorrerà il resto della vita e dove dipingerà i famosi mari assoluti densi di una metafisica lirica, i suoi pastelli d'una illimitatezza neoleopardiana, i suoi poetici d’après. Con la fine degli anni Settanta, arrivano le prime affermazioni personali all'estero, in particolare a Parigi e negli Stati Uniti. Nel 1985 il Metropolitan Museum of Art di New York presenta una sua antologica di grafica. Nel 1988 la Biennale di Venezia gli dedica nel Padiglione italiano una sala personale. Accademico di San Luca dal 1995, riceve il Premio Speciale per la Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1999 e la Medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica Italiana come benemerito dell’arte e della cultura nel 2004. Le sue opere sono nelle collezioni del Senato della Repubblica Italiana e al Metropolitan Museum di New York. Il 5 maggio 2018, giorno del suo ottantatreesimo compleanno, si costituisce l’Archivio Piero Guccione presieduto dalla figlia Paola. Pochi mesi dopo, il 6 ottobre 2018, Piero Guccione si spegne nella sua amata casa-studio di Quartarella nella campagna modicana.
Le immagini delle opere sono state gentimente concesse dall'Archivio Piero Guccione
Foto di copertina: Piero Guccione, Giardino pensile (dettaglio), 1964