Franco Fontana
La vita a colori del fotografo modenese al Museo dell'Ara Pacis
Oltre duecento scatti per raccontare l’universo creativo di Franco Fontana (Modena, 1933), autore di immagini astratte e minimaliste caratterizzate da una giustapposizione di colori brillanti e da forti contrasti, elementi che hanno reso il maestro modenese un precursore in un mondo fotografico bianco e nero.
La retrospettiva che ripercorre al Museo dell'Ara Pacis l'intera carriera artistica di Franco Fontana anche attraverso spazi immersivi, tra installazioni e video, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Civita Mostre e Musei, Zètema Progetto Cultura e Franco Fontana Studio, ed è curata da Jean-Luc Monterosso, storico fondatore e direttore della Maison Européenne de la Photographie di Parigi.
Il percorso espositivo si apre con una veduta grandangolare di Praga, usata come copertina della rivista Time Life e del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine e con un ritratto di Franco Fontana realizzato da Giovanni Gastel.
Dopo una serie di scatti di paesaggi naturali ed urbani caratterizzati da una forte geometria e dall’essenzialità degli elementi, introdotti da immagini che esaltano il colore bianco come Urbano 1960, sono proposte le opere rappresentative della fotografia a colori negli anni 1960-1970.
A segnare la carriera del fotografo e la sua produzione artistica è la pubblicazione nel 1978 del volume Skyline: scatti caratterizzati da contrasti cromatici e colori vividi definiscono un nuovo approccio al paesaggio, che, come commenta contribuisce "ad aprire a strada alla nuova fotografia italiana".
Nella stessa sezione uno spazio è dedicato ad accogliere alcuni vintage ritraenti soggetti vari come paesaggi urbani, frammenti, asfalti, automobili, e un nudo, NUDO 1969.
Ara Pacis, Franco Fontana, Ph.Monkeys Video Lab
La mostra prosegue con una serie di scatti di paesaggi naturali catturati nelle varie sfumature delle quattro stagioni: mare, neve e pianure verdeggianti che culminano nella celebre immagine Puglia 1978 precisamente divisa in due blocchi di colori vividi, azzurro intenso del cielo e giallo brillante del grano.
Fontana segue con interesse gli sviluppi tecnici della fotografia, sperimenta e acquisisce gli strumenti forniti dalla tecnologia per creare innovativi collage. Partendo dai paesaggi urbani e dalle strade, aggiunge personaggi e ombre, talvolta modificandone i colori e accentuandone i contrasti come in Houston 1986 dalla serie People. In contrasto con le tendenze della Street Photography, Fontana sceglie di enfatizzare l'immagine, con uno stile iperrealista profondamente personale, documentato anche negli scatti dalle serie Luce Americana e Frammenti
Ara Pacis, Franco Fontana, Ph.Monkeys Video Lab
Un’area del percorso è interamente dedicata all’esposizione di rare polaroid e polaroid transfer utilizzate quali “appunti visivi” durante i vari reportage. A seguire sono presentati alcuni scatti di paesaggi urbani, che comprendono le opere realizzate a Los Angeles dal 1979. “Il paesaggio urbano completa i miei paesaggi naturali. I muri dipinti delle case somigliano a dei campi arati o a dei campi di grano giallo”, afferma Fontana.
Tra gli altri soggetti prediletti dal fotografo modenese, le autostrade e le automobili che affascinano il maestro per la loro forma e design.
Durante i suoi viaggi ama fotografare in movimento e, utilizzando un lungo tempo di esposizione, sintetizza e cattura in un unico scatto le linee delle strade come in Autostrada 1975. Dagli anni Settanta fino ai giorni nostri, catturato da grafismi e da segni colorati che emergono dalla superficie nera, fotografa l’asfalto e realizza opere esemplari come Asfalto 1990.
Per approfondire l’importanza della strada per Fontana la mostra propone una video-installazione di cinque fotografie in sequenza, Modena 1978 e un video-book dedicato alle tre strade per eccellenza: la Route 66, la strada verso Compostela e la Via Appia. Quest’ultima chiude la trilogia; è la strada che non solo permette al fotografo di riscoprire i paesaggi a lui familiari che hanno caratterizzato la sua produzione, ma anche rafforza il legame del maestro con la città di Roma e con il patrimonio della nostra civiltà.
Ara Pacis, Franco Fontana, Ph.Monkeys Video Lab
A documentare la varietà degli interessi di Franco Fontana, anche una selezione di nudi femminili e fotografie delle statue del Cimitero di Staglieno, dalla serie Vita Nova.
L’ultima sezione della mostra, che si sviluppa lungo l’esteso corridoio del museo, accoglie fotografie dedicate alla moda, alle numerose pubblicità e realizzate in occasione di commissioni private. Le geometriche immagini dalla serie Artemide introducono un video-book del catalogo dei Dogi della Moda; e ancora, uno scatto, Ceramica 2010, introduce il visitatore ad un ulteriore video-book del volume Terra a Fuoco.
Con l’obiettivo di rendere i musei luoghi aperti a tutti e per tutti e nell’intento di favorire la partecipazione del più ampio numero di persone alla vita culturale della città, la Sovrintendenza Capitolina prosegue nel suo impegno di dotare anche le mostre temporanee di servizi che rispondano alle diverse esigenze della cittadinanza, attraverso un potenziamento continuo dei percorsi di accessibilità. La mostra Franco Fontana. Retrospective è progettata pertanto per essere accessibile. Con la collaborazione di Fabio Fornasari, direttore scientifico presso l’Istituto dei ciechi Cavazza di Bologna, ha preso vita il progetto Biblioteca Astratta, un dispositivo di accessibilità da sfogliare, smontare e rimontare per accompagnare tutti, vedenti e non vedenti, alla scoperta dell’opera del maestro modenese
Foto di copertina; Ara Pacis, Franco Fontana, Ph.Monkeys Video Lab
Franco Fontana. Retrospective
Roma, Museo dell’Ara Pacis, 13 dicembre 2024 - 31 agosto 2025
La retrospettiva che ripercorre al Museo dell'Ara Pacis l'intera carriera artistica di Franco Fontana anche attraverso spazi immersivi, tra installazioni e video, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Civita Mostre e Musei, Zètema Progetto Cultura e Franco Fontana Studio, ed è curata da Jean-Luc Monterosso, storico fondatore e direttore della Maison Européenne de la Photographie di Parigi.
Il percorso espositivo si apre con una veduta grandangolare di Praga, usata come copertina della rivista Time Life e del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine e con un ritratto di Franco Fontana realizzato da Giovanni Gastel.
Dopo una serie di scatti di paesaggi naturali ed urbani caratterizzati da una forte geometria e dall’essenzialità degli elementi, introdotti da immagini che esaltano il colore bianco come Urbano 1960, sono proposte le opere rappresentative della fotografia a colori negli anni 1960-1970.
A segnare la carriera del fotografo e la sua produzione artistica è la pubblicazione nel 1978 del volume Skyline: scatti caratterizzati da contrasti cromatici e colori vividi definiscono un nuovo approccio al paesaggio, che, come commenta contribuisce "ad aprire a strada alla nuova fotografia italiana".
Nella stessa sezione uno spazio è dedicato ad accogliere alcuni vintage ritraenti soggetti vari come paesaggi urbani, frammenti, asfalti, automobili, e un nudo, NUDO 1969.
Ara Pacis, Franco Fontana, Ph.Monkeys Video Lab
La mostra prosegue con una serie di scatti di paesaggi naturali catturati nelle varie sfumature delle quattro stagioni: mare, neve e pianure verdeggianti che culminano nella celebre immagine Puglia 1978 precisamente divisa in due blocchi di colori vividi, azzurro intenso del cielo e giallo brillante del grano.
Il percorso di visita continua con fotografie che rappresentano il sapiente studio sull’ombra del maestro: nel 1979 Ralph Gibson invita i più influenti fotografi dell’epoca a contribuire al libro Contact Theory con un intero rullino in bianco e nero. Fontana accetta la sfida e sceglie come soggetto il Palazzo della Civiltà Italiana dell’EUR creando opere caratterizzate da un’atmosfera metafisica. Queste opere introducono una serie di rari scatti realizzati in Francia e in Asia che catturano persone in contesti urbani come Parigi 1994 e Tokio 1983.Quando fotografo un paesaggio è il paesaggio che entra dentro di me, si fa l’autoritratto, così anch’io diventi un ‘paesaggio’, per esprimermi al meglio.
Franco Fontana
Fontana segue con interesse gli sviluppi tecnici della fotografia, sperimenta e acquisisce gli strumenti forniti dalla tecnologia per creare innovativi collage. Partendo dai paesaggi urbani e dalle strade, aggiunge personaggi e ombre, talvolta modificandone i colori e accentuandone i contrasti come in Houston 1986 dalla serie People. In contrasto con le tendenze della Street Photography, Fontana sceglie di enfatizzare l'immagine, con uno stile iperrealista profondamente personale, documentato anche negli scatti dalle serie Luce Americana e Frammenti
Ara Pacis, Franco Fontana, Ph.Monkeys Video Lab
Un’area del percorso è interamente dedicata all’esposizione di rare polaroid e polaroid transfer utilizzate quali “appunti visivi” durante i vari reportage. A seguire sono presentati alcuni scatti di paesaggi urbani, che comprendono le opere realizzate a Los Angeles dal 1979. “Il paesaggio urbano completa i miei paesaggi naturali. I muri dipinti delle case somigliano a dei campi arati o a dei campi di grano giallo”, afferma Fontana.
Tra gli altri soggetti prediletti dal fotografo modenese, le autostrade e le automobili che affascinano il maestro per la loro forma e design.
Durante i suoi viaggi ama fotografare in movimento e, utilizzando un lungo tempo di esposizione, sintetizza e cattura in un unico scatto le linee delle strade come in Autostrada 1975. Dagli anni Settanta fino ai giorni nostri, catturato da grafismi e da segni colorati che emergono dalla superficie nera, fotografa l’asfalto e realizza opere esemplari come Asfalto 1990.
Per approfondire l’importanza della strada per Fontana la mostra propone una video-installazione di cinque fotografie in sequenza, Modena 1978 e un video-book dedicato alle tre strade per eccellenza: la Route 66, la strada verso Compostela e la Via Appia. Quest’ultima chiude la trilogia; è la strada che non solo permette al fotografo di riscoprire i paesaggi a lui familiari che hanno caratterizzato la sua produzione, ma anche rafforza il legame del maestro con la città di Roma e con il patrimonio della nostra civiltà.
Ara Pacis, Franco Fontana, Ph.Monkeys Video Lab
A documentare la varietà degli interessi di Franco Fontana, anche una selezione di nudi femminili e fotografie delle statue del Cimitero di Staglieno, dalla serie Vita Nova.
L’ultima sezione della mostra, che si sviluppa lungo l’esteso corridoio del museo, accoglie fotografie dedicate alla moda, alle numerose pubblicità e realizzate in occasione di commissioni private. Le geometriche immagini dalla serie Artemide introducono un video-book del catalogo dei Dogi della Moda; e ancora, uno scatto, Ceramica 2010, introduce il visitatore ad un ulteriore video-book del volume Terra a Fuoco.
Con l’obiettivo di rendere i musei luoghi aperti a tutti e per tutti e nell’intento di favorire la partecipazione del più ampio numero di persone alla vita culturale della città, la Sovrintendenza Capitolina prosegue nel suo impegno di dotare anche le mostre temporanee di servizi che rispondano alle diverse esigenze della cittadinanza, attraverso un potenziamento continuo dei percorsi di accessibilità. La mostra Franco Fontana. Retrospective è progettata pertanto per essere accessibile. Con la collaborazione di Fabio Fornasari, direttore scientifico presso l’Istituto dei ciechi Cavazza di Bologna, ha preso vita il progetto Biblioteca Astratta, un dispositivo di accessibilità da sfogliare, smontare e rimontare per accompagnare tutti, vedenti e non vedenti, alla scoperta dell’opera del maestro modenese
Foto di copertina; Ara Pacis, Franco Fontana, Ph.Monkeys Video Lab
Franco Fontana. Retrospective
Roma, Museo dell’Ara Pacis, 13 dicembre 2024 - 31 agosto 2025