Fede Galizia. Mirabile pittoressa

Fede Galizia. Mirabile pittoressa

Una mostra al Castello del Buonconsiglio di Trento

03 Lug 2021 > 24 Ott 2021
Fede Galizia. Mirabile pittoressa

Non sono molte le pittrici che hanno lasciato un segno nella storia dell’arte ma tra Cinque e Seicento alcune raggiunsero fama e successo

Accanto a Sofonisba Anguissola (1531-1625), e Lavinia Fontana (1552-1614), spicca anche Fede Galizia (1578-1630), pittrice di origine trentina, celebrata al Castello del Buonconsiglio di Trento, con la prima mostra monografica a lei dedicata, per la cura di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa (Fede Galizia, la pioniera. Riconsiderare una "mirabile pittoressa").
Documentata a Milano a partire dal 1587, Galizia vive prevalentemente nella città lombarda fino alla morte.
Forse poco prima o subito dopo la nascita, la famiglia di origini cremonesi della ragazza, si trasferiva da Trento a Milano, città cosmopolita dove il poliedrico padre, Nunzio, pure lui artista, accresceva l'attività lavorativa, passando dalla miniatura e la cartografia, alla realizzazione di sontuosi costumi ed accessori per i potenti. 
Fede, nome programmatico nell’Europa della Controriforma, ottiene un successo straordinario tra i committenti dell’epoca, tanto che opere sue raggiungono, già nei primi anni Novanta del Cinquecento, tramite la mediazione del pittore Giuseppe Arcimboldo, la corte imperiale di Rodolfo II d’Asburgo.


Fede Galizia, Coppa di vetro con pesche, mele cotogne, fiori di gelsomino e una cavalletta, post 1607, olio su tavola, Collezione privata

Gli studi novecenteschi, soprattutto italiani ma non solo, hanno dato particolare risalto all’attività di Fede come autrice di nature morte fin dalle origini del fortunato genere seicentesco.

Ma il nome di Fede, già programmatico nell’Europa della Controriforma, ottiene un successo straordinario anche tra i committenti stranieri dell’epoca, tanto che le sue opere raggiungono, prima del 1593, tramite la mediazione del pittore e amico Giuseppe Arcimboldo, la corte imperiale di Rodolfo II d’Asburgo

La mostra sulla "mirabile pittoressa", che con un gruppo di donne emerge a fine Cinquecento, ripensa e ripropone il  profilo di artista un po' più complesso, perché Fede è stata autrice anche di incisioni, miniature, ritratti e pale d’altare, destinati a sedi tutt’altro che locali. Testimone in mostra, il suo San Carlo in estasi davanti alla Croce con la reliquia del Sacro Chiodo, pala che troverà posto nella chiesa di San Carlo alle Mortelle di Napoli. 

Fede Galizia, San Carlo in estasi davanti alla Croce con la reliquia del Sacro Chiodo, 1611, olio su tela, San Carlo alle Mortelle, Napoli

Per l’occasione, la mostra presenta il primo regesto documentario completo, delle numerose testimonianze letterarie che hanno celebrato, in versi e in prosa, le doti di Fede Galizia. 
Tramite la presentazione delle opere di Galizia, qui messe a confronto con altri artisti, l'esposizione curata dagli storici dell'arte Agosti e Stoppa, aspira a rispondere alle domande: 

Perché Fede Galizia piaceva tanto? Quali sono le ragioni del suo successo nell’epoca in cui visse? Quanto ha pesato, in questo, il suo essere donna? Come cambia l’apprezzamento di un’opera d’arte tra il lungo crepuscolo del Rinascimento e il mondo di oggi?

La mostra presenta circa ottanta opere tra dipinti, disegni, incisioni, medaglie e libri antichi.
Oltre a Fede Galizia, sono presenti opere di Plautilla Nelli, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana e Barbara Longhi, con lavori di Arcimboldo, Bartholomeus Spranger, Giovanni Ambrogio Figino, Jan Brueghel e Daniele Crespi.
Le opere provengono dai importanti musei italiani, come la Pinacoteca di Brera e il Castello Sforzesco di Milano, gli Uffizi di Firenze, l’Accademia Carrara di Bergamo, Palazzo Rosso di Genova, la Fondazione Cini di Venezia  e la Galleria Borghese di Roma. A corredo, alcuni prestiti internazionali dal Muzeum Narodowe di Varsavia, dal Ringling Museum of Art di Sarasota, dal Palacio Real de la Granja di San Ildefonso, oltre che da alcuni collezionisti privati.

INFO
Castello del Buonconsiglio