Medardo Rosso
A Palazzo Altemps il confronto con l'antico
10 Ott 2019 > 02 Feb 2020
Un percorso di ricerca teso a restituire la mutevolezza della realtà attraverso la materia scultorea: il bronzo, il gesso e, soprattutto, la cera, di cui l’artista, fu il primo ad intuire le straordinarie potenzialità nel restituire le vibrazioni della luce e la qualità indefinita, fantasmatica delle forme della visione.
La prima monografica a Roma dedicata a Medardo Rosso, propone un’ampia riflessione sulla scultura e la dimensione sperimentale dell’artista torinese e ne indaga la relazione con l’antico e il concetto di copia, evidenziando come il grande artista abbia posto le basi, tra il 1890 e il 1910, al pensiero moderno sull’idea di copia non più intesa come riproduzione, ma come interpretazione.
L’antologica propone alcuni dei soggetti preferiti trattati dallo scultore: Bambina ridente – Rieuse – Grande rieuse – Enfant au soleil – Enfant juif – Enfant malade – Uomo che legge – Ecce puer sono i modelli selezionati per seguire l’elaborazione del soggetto che con Medardo Rosso prende vita, in rapporto con la luce e con la materia, divenendo ogni volta un’opera a se stante, un originale.
Per quanto riguarda l'esercizio sui modelli classici, Medardo Rosso esegue copie da più di venticinque soggetti, realizzando circa cinquanta sculture, prevalentemente in cera e bronzo, a testimonianza di un interesse per l’antico e le sue potenzialità inviolabili ed eterne, che lo impegnò con passione.
Accanto alle ventinove opere in bronzo, cera o gesso sono esposte stampe moderne a contatto da negativi originali su vetro. Con Rosso anche la fotografia, infatti, è un mezzo utilizzato per sviluppare una ricerca autonoma e compiuta sulla materia e sulla luce.
Medardo Rosso, Museo Nazionale Romano - Palazzo Altemps, Roma
fino al 2 febbraio 2020
La prima monografica a Roma dedicata a Medardo Rosso, propone un’ampia riflessione sulla scultura e la dimensione sperimentale dell’artista torinese e ne indaga la relazione con l’antico e il concetto di copia, evidenziando come il grande artista abbia posto le basi, tra il 1890 e il 1910, al pensiero moderno sull’idea di copia non più intesa come riproduzione, ma come interpretazione.
L’antologica propone alcuni dei soggetti preferiti trattati dallo scultore: Bambina ridente – Rieuse – Grande rieuse – Enfant au soleil – Enfant juif – Enfant malade – Uomo che legge – Ecce puer sono i modelli selezionati per seguire l’elaborazione del soggetto che con Medardo Rosso prende vita, in rapporto con la luce e con la materia, divenendo ogni volta un’opera a se stante, un originale.
Rosso dedicava una attenzione maniacale agli stessi soggetti tornando a ritrarli a distanza di anni per registrarne i cambiamenti legati al tempo e al modo diverso di osservarli.
(Francesco Stocchi - curatore della mostra)
Per quanto riguarda l'esercizio sui modelli classici, Medardo Rosso esegue copie da più di venticinque soggetti, realizzando circa cinquanta sculture, prevalentemente in cera e bronzo, a testimonianza di un interesse per l’antico e le sue potenzialità inviolabili ed eterne, che lo impegnò con passione.
I soggetti dall’antico, Antioco III – Niccolò da Uzzano – Memnone – Vitellio – San Francesco, creano un rimando incrociato con le antiche sculture custodite a Palazzo Altemps, portando anche su queste nuova luce, secondo una strategia espositiva caratterizzata dal dialogo, dal confronto e dalla contaminazione tra diversi periodi e generi della storia dell’arte.Non possiamo parlare solo di copie, parliamo di antichità che ispira il maestro e l’aiuta a realizzare i suoi capolavori che poi segnano l’inizio, per l’Italia, della scultura dell’avanguardia, del mondo contemporaneo.
(Daniela Porro - Soprintendente Speciale di Roma)
Accanto alle ventinove opere in bronzo, cera o gesso sono esposte stampe moderne a contatto da negativi originali su vetro. Con Rosso anche la fotografia, infatti, è un mezzo utilizzato per sviluppare una ricerca autonoma e compiuta sulla materia e sulla luce.
Medardo Rosso, Museo Nazionale Romano - Palazzo Altemps, Roma
fino al 2 febbraio 2020