Venice Urban Photo Project
La città lagunare in bianco e nero
Le immagini, a oggi oltre 12.000, sono scattate seguendo le stesse modalità di ripresa: in bianco e nero, senza ombre portate e in assenza di persone. Questi aspetti, apparentemente secondari, consentono di dare unitarietà temporale alla percezione della città. L’omogeneità della luce rende visibili tutti i dettagli delle facciate, anche i meno rilevanti, e la mancanza di persone costringe l’osservatore a riflettere sul possibile destino della città: una città senza abitanti. Al tempo stesso il silenzio che pervade migliaia di fotografie offre a Venezia stessa la possibilità di mostrarsi nella sua articolazione urbanistica e architettonica.
Venice Urban Photo Project / Mario Peliti
La peculiarità di questo archivio è rappresentata, oltre che dalla sua entità, all’omogeneità della visione, dalla coerenza delle modalità di ripresa e dal continuo approfondimento nella conoscenza della città da parte dell’autore. La conclusione della ricognizione fotografica è prevista per il 2030. Alla fine del 2018 è stato firmato un accordo tra Mario Peliti, l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia, finalizzato alla valorizzazione di Venice Urban Photo Project attraverso la creazione di un fondo digitale – Venice Urban Photo Archive – presso l’ICCD.Mario Peliti si è prefissato l’obiettivo di realizzare un inventario architettonico esaustivo di Venezia, con un approccio che coniuga oggettività scientifica ed esigenze artistiche. Il protocollo che disciplina l’insieme delle immagini (che a progetto concluso dovrebbero ammontare a circa ventimila) è rigorosissimo: le fotografie devono essere prive di ombre e di esseri umani, il che implica la necessità di scattarle all’alba o in giornate nuvolose, nonché l’imprescindibile collaborazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna al fine di ottenere l’accesso ad alcune zone della città chiuse al pubblico.
Bruno Racine Direttore e Amministratore delegato di Palazzo Grassi – Punta della Dogana