L'umanesimo contemporaneo di Jenny Saville
L'artista a tu per tu con i maestri del Rinascimento in una mostra a Firenze
Un incontro tra antico e contemporaneo, un dialogo serrato tra la monumentale drammaticità dei corpi michelangioleschi e la figurazione lacerata, potente, e quasi esclusivamente rivolta all'universo femminile, di Jeanny Saville (7 maggio 1970, Cambridge).Saville trascende i limiti tra figurativo e astratto, tra informale e gestuale, riuscendo a trasfigurare la cronaca in un’immagine universale, un umanesimo contemporaneo che rimette al centro della storia dell’arte la figura, sia essa un corpo o un volto, per dare immagine alle forze che agiscono dentro e contro di noi. Come nessun altro artista del nostro tempo si è lasciata alle spalle il postmoderno per ricostruire un serrato dialogo con la grande tradizione pittorica europea in costante confronto con il modernismo di Willem de Kooning e Cy Twombly e la ritrattistica di Pablo Picasso e Francis Bacon.
ll Museo del Novecento di Firenze presenta le opere dell'artista londinese in un percorso espositivo, curato da Sergio Risaliti, che ne delinea la forte correlazione con i maestri del Rinascimento italiano, in particolare con alcuni grandi capolavori di Michelangelo. Sono circa un centinaio le opere esposte, disegni e dipinti, di medio e grande formato, che coprono un arco di tempo che va dagli inizi degli anni Duemila fino a lavori realizzati appositamente per questo progetto. Una mostra diffusa che si snoda anche in alcuni dei maggiori musei della città: quello di Palazzo Vecchio, dell’Opera del Duomo, il Museo degli Innocenti e Casa Buonarroti. Nella città culto del Rinascimento, a tu per tu con icone della storia dell'arte, sono enfatizzati alcuni elementi del linguaggio figurativo di Saville, come la misura monumentale dei dipinti, tratto distintivo fin dai primi anni della sua carriera, così come la sua ricerca incentrata sul corpo, sulla carne, sui grandi temi dell'umanità, come nascita e morte, e l'esplorazione dei soggetti femminili nudi, mutilati o schiacciati dal peso e dall’esistenza
Considerata erede della cosiddetta ‘Scuola di Londra”, Saville è convinta, come Bacon, Freud o Andrews, che le potenzialità della pittura siano ancora da esplorare superando la distinzione tra astratto e figurativo, così come quelle tra espressionismo e informale. Sempre alla ricerca della verità in pittura per mettere a nudo l’immanenza espressiva del corpo, l’artista lavora sul modello in studio e sulla fotografia. Per costruire le sue immagini raccoglie fotografie e ritagli da giornali e cataloghi, mescolando storia dell’arte e archeologia, immagini scientifiche e di cronaca. I suoi soggetti appartengono alla tradizione classica: volti, corpi nudi, gruppi di più figure, figure distese o in piedi, maternità e coppie di amanti presentati in pose che ricordano la statuaria etrusca o modelli classici della tradizione rinascimentale e moderna, l’arte egizia o arcaica.
Tra i lavori di Saville in mostra a Firenze, il ritratto monumentale di Rosetta II (2000-06), una giovane donna non vedente conosciuta dall’artista e ritratta come un cantore cieco o una mistica in estatica concentrazione. Il dipinto esposto sopra l’altare all’interno della ex chiesa dello Spedale, vuole stabilire un confronto con il Crocifisso ligneo di Giotto sospeso al centro della navata di Santa Maria Novella.
Nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, decorato dagli affreschi del Vasari, dal gruppi scultoreo con le Fatiche di Ercole (1562-1584) di Vincenzo de’ Rossi e dal Genio della Vittoria (1532-34) di Michelangelo, è collocato il dipinto Fulcrum (1998-99), dove l'artista sembra misurarsi con il linguaggio della scultura per le dimensioni monumentali delle sue immagini e la forte plasticità delle figure.
L’appassionato dialogo di Saville con le opere e le iconografie di Michelangelo raggiunge l’acme al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, parte del complesso monumentale dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Qui, nella sala dove si conserva la Pietà Bandini (c. 1547-55),realizzata da Buonarroti nell'ultima fase della sua carriera artistica, è esposto un disegno di grande formato – circa tre metri di altezza – Study for Pietà (2021) a cui l’artista londinese ha iniziato a dedicarsi dopo un sopralluogo a Firenze .
La Pinacoteca del Museo degli Innocenti, l'edificio dove, fin dai tempi del progetto di Brunelleschi, si è avvertito il bisogno di un impegno nell’accoglienza dei bambini abbandonati, ospita il grande quadro The Mothers, inserito tra la Madonna col Bambino (1445-50 ca.) di Luca della Robbia e la Madonna col Bambino e un angelo (1465-76) opera giovanile di Botticelli.Il corpo levigato e lucente del Cristo della Pietà michelangiolesca, fortemente disarticolato nella sua posa, l’espressione amorevole di Nicodemo, che cela l’autoritratto dell’artista stesso e che sostiene il peso del Messia, lo strazio contenuto della Madre, trovano nel disegno Study for Pietà (2021) di Saville un naturale contraltare animato dagli intensi sguardi dei personaggi che sorreggono un giovane ragazzo, vittima forse della barbarie politica o ideologica, magari un migrante, un antagonista o un martire del terrore. Evitando di identificare spazio e tempo, disegnando le figure senza abiti e segni riconoscibili in quanto ad appartenenza sociale, politica, etnica, ecco che Saville dichiara, in una versione contemporanea ma altrettanto universale e archetipica, la condanna di ogni violenza umana, facendo parlare con segni drammatici il tema della pietas, l’esperienza del lutto e del compianto.
Allo stesso modo, la concezione della figura femminile in relazione alla maternità è racchiusa nei due dipinti presentati nella Pinacoteca del Museo degli Innocenti.Tra la Madonna col Bambino (1445-50 ca.) di Luca della Robbia e la Madonna col Bambino e un angelo (1465-76) opera giovanile di Botticelli, il grande quadro The Mothers (2011) di Jenny Saville, rivela il fulminante cortocircuito atemporale di questa tematica, accolta in un edificio dove, fin dai tempi del progetto di Brunelleschi, si è avvertito il bisogno di un impegno nell’accoglienza dei bambini abbandonati e nella promozione e tutela dei diritti dell'infanzia.
Nelle sale di Casa Buonarroti, luogo della memoria e della celebrazione del genio di Michelangelo, i disegni di Jenny Saville Study for Pietà I (2021) e Mother and Child Study II (2009) presentano un omaggio consapevole ai disegni e ai bozzetti michelangioleschi, tra i quali spicca una delle opere su carta più celebri ed ammirate del Buonarroti, il cosiddetto ‘cartonetto’, Madre con bambino (1525 ca). Una sezione completata dalla presenza di dipinti quali Aleppo (2017-18) e Compass (2013), espressione delle tematiche care alla poetica di Saville, così tenacemente legate alla contemporaneità.
Jenny Saville
Firenze: Museo Novecento, Museo di Palazzo Vecchio, Museo dell’Opera del Duomo,
Museo degli Innocenti e Museo di Casa Buonarroti.
30 settembre 2021 – 20 febbraio 2022
In copertina: Jenny Saville, Prism (dettaglio), 2020. © Jenny Saville. Tutti i diritti riservati, DACS 2021 Foto: Prudence Cuming Associates Courtesy dell'artista e di Gagosian