Breve storia delle razze umane
Giovanni Destro-Bisol
Giovanni Destro-Bisol, professore associato all'Università La Sapienza di Roma, tiene una breve lezione sulle razze umane e il razzismo, da un punto di vista sia storico che biologico, senza perdere di vista l'attualità.
Destro-Bisol parte dagli esempi di razzismo di cui è piena la nella nostra quotidianità con le espressioni "ma che razza di ..." o "quella è proprio una brutta razza", usate con un'accazione negativa, per passare ai teorici dell'olocausto e della segregazione razziale che arrivarono a teorizzare l'esistenza di una razza superiore, come fecero i nazisti con la "razza ariana".
Ma quando e come nasce il razzismo? Le prime forme si manifestano in tempi non troppo lontani, spiega Destro-Bisol. Bisogna risalire alla scoperta dell'America (1492) quando gli europei, per giustificare la sottomissione e il genocidio dei nativi, affermarono il concetto di "inferiorità razziale" degli amerindiani. In seguito, nel trattato del naturalista svedere Carlo Linneo (1735), l'homo sapiens europeo si distingueva per il colore bianco della pelle e per la sua intelligenza e intraprendenza, quello africano per furbizia, pigrizia e spietatezza, gli asiatici per avarizia e malinconia e gli abitanti delle Americhe per amore per la libertà e irascibilità.
Nel XIX, fu il saggio del diplomatico e filosofo francese Arthur de Gobineau sull'ineguaglianza delle razze umane (1854), a perfezionare il processo di legittimazione del concetto di razzismo.
Destro-Bisol parte dagli esempi di razzismo di cui è piena la nella nostra quotidianità con le espressioni "ma che razza di ..." o "quella è proprio una brutta razza", usate con un'accazione negativa, per passare ai teorici dell'olocausto e della segregazione razziale che arrivarono a teorizzare l'esistenza di una razza superiore, come fecero i nazisti con la "razza ariana".
Ma quando e come nasce il razzismo? Le prime forme si manifestano in tempi non troppo lontani, spiega Destro-Bisol. Bisogna risalire alla scoperta dell'America (1492) quando gli europei, per giustificare la sottomissione e il genocidio dei nativi, affermarono il concetto di "inferiorità razziale" degli amerindiani. In seguito, nel trattato del naturalista svedere Carlo Linneo (1735), l'homo sapiens europeo si distingueva per il colore bianco della pelle e per la sua intelligenza e intraprendenza, quello africano per furbizia, pigrizia e spietatezza, gli asiatici per avarizia e malinconia e gli abitanti delle Americhe per amore per la libertà e irascibilità.
Nel XIX, fu il saggio del diplomatico e filosofo francese Arthur de Gobineau sull'ineguaglianza delle razze umane (1854), a perfezionare il processo di legittimazione del concetto di razzismo.