Mariangela Melato
Il docufilm del 2021
Sono passati 80 anni dal quel 19 settembre del 1941, anno di nascita di Mariangela Melato, un'attrice a tutto tondo, una donna piena di energia e di voglia di esprimersi: al cinema, a teatro, nella rivista. Il suo destino di artista di svela fin dalla giovinezza, quando, dopo gli studi di pittura all’Accademia di Brera, incontra Giorgio Armani alla Rinascente di Milano dove Mariangela lavorava come vetrinista. Lo stilista ebbe un ruolo fondamentale nella sua formazione perché finanziò i primi corsi di recitazione all’Accademia dei Filodrammatici, dove imparò il mestiere sotto la guida di Esperia Sperani.Mariangela ed io ci siamo salutati canticchiando. Quella sera abbiamo canticchiato un motivetto che ci piaceva e poi io, prima di andar via, avrei voluto dirle ancora qualcosa di affettuoso. Ma lei mi rispose: Me lo dici domani... E domani non c' era più.
Renzo Arbore
A 19 anni entra nella compagnia di Fantasio Piccoli. I suoi primissimi ruoli li interpreta accanto a Dario Fo fino all'incontro decisivo con Luchino Visconti con cui la Melato recitò nel 1967 in La monaca di Monza. Nell’estate del 1969, il ruolo di Olimpia nell’ Orlando furioso di Luca Ronconi al Festival dei Due Mondi di Spoleto segna l'inizio di un'intensa collaborazione ultraquarantennale tra l'attrice e il regista teatrale. E’ un periodo della carriera della Melato in cui riesce a dividersi tra palcoscenico e set cinematografici dove interpreta ruoli indimenticabili, anche di forte impegno sociale come in La classe operaia va in paradiso di Elio Petri del 1971, grazie al quale vince il Nastro d’argento per la migliore attrice.
Ma sarà Lina Wertmuller a consacrarla una delle più grandi e versatili attrici degli anni Settanta con le interpretazioni, sempre in coppia con Giancarlo Giannini, di Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), con cui vince un secondo Nastro d’argento, Film d’amore e d’anarchia (1973) e Travolti dal destino in un azzurro mare d’agosto (1974). Risale al ‘74 anche il film di Steno La poliziotta, con cui si aggiudica il suo primo David di Donatello alla migliore attrice protagonista.
Dal 1975 al 1989 per Mariangela sono gli anni della definitiva consacrazione e dei successi di botteghino con con il film di Sergio Corbucci Di che segno sei? (1975), nel quale recita in coppia con Adriano Celentano. Il 1976 è l’anno di Caro Michele di Mario Monicelli e di un secondo David di Donatello oltre ad un Nastro d'argento come migliore attrice. Torna a lavorare diretta da Elio Petri, sempre nel 76, con Todo modo, insieme a Gian Maria Volonté e Marcello Mastroianni.
Nel 1977 altro successo di pubblico e di critica con Il gatto di Luigi Comencini, interpretato con Ugo Tognazzi. Nello stesso anno Sergio Citti in Casotto le darà la possibilità di recitare con una star nascente del cinema internazionale Jodie Foster, oltre ad Ugo Tognazzi, Gigi Proietti, Paolo Stoppa e Michele Placido.
E ancora, La presidentessa (1977) di Luciano Salce, Saxofone (1978) di Renato Pozzetto, Oggetti smarriti (1979) di Giuseppe Bertolucci e Dimenticare Venezia (1979) di Franco Brusati.
Negli anni Ottanta è ancora nelle sale con Il pap'occhio (1980) di Renzo Arbore, col quale si lega sentimentalmente per un periodo ma i due artisti rimarranno sempre in ottimi rapporti fino alla morte dell’attrice nel 2013. La sua straordinaria capacità di confrontarsi con successo con il mestiere interpretando ruoli diversissimi tra di loro, la portarono, sempre nel 1980, a vestire i panni del Generale Kala, uno degli antagonisti del supereroe Flash Gordon nell’omonima pellicola di Mike Hodges. Aiutami a sognare (1981) di Pupi Avati, col quale vincerà il suo ultimo David e il Nastro d'argento, Il buon soldato (1982), di Franco Brusati, Figlio mio, infinitamente caro... (1985), di Valentino Orsini, e Mortacci (1988), di nuovo di Sergio Citti.
Il successo cinematografico, la popolarità, la pioggia di premi e riconoscimenti che punteggiano una straordinaria carriera nel cinema, non smorzarono mai la sua passione per il teatro. Sui palcoscenici italiani diede vita a personaggi di grande intensità come nelle tragedie Medea (1986) e Fedra (1987). Ricordiamo anche le commedie: Il caso di Alessandro e Maria (1982) di Giorgio Gaber (con cui ebbe una storia d'amore segretissima) e Luporini e i classici Vestire gli ignudi di Pirandello (1990) e La bisbetica domata di Shakespeare (1992). Per quanto riguarda le apparizioni in televisione, nel 1983 partecipa alla prima edizione dello storico spettacolo musicale di varietà della Rai, Al paradise, diretto da Antonello Falqui.
Sapevo fin da piccola che questo sarebbe stato il mio mestiere.
Mariangela Melato dal libro "Tutto su Mariangela" di Michele Sancisi (Giunti Editore, 2018)
Nel filmato vi riproponiamo il docufilm del 2021 Mariangela Melato, il gioco della verità che racconta l'attrice milanese attraverso la voce della collega Elena Sofia Ricci, che si reca dove negli anni Ottanta incontrò per la prima volta Mariangela, una cantina nel Quartiere Monti di Roma: un piccolo teatro-off che la Melato, già famosa, frequentava insieme a giovani attori, facendo con loro il gioco della verità. Da qui parte si parte con la narrazione, per scoprire qualcosa di più su una delle più grandi attrici di sempre, in occasione dell'ottantesimo anniversario della nascita, insieme alle persone che l'hanno conosciuta bene: la sorella Anna Melato, Renzo Arbore, Pupi Avati, Gabriele Lavia, Massimo Ranieri, Lina Wertmüller, Luca Barbareschi, Annabella Cerliani, Felice Laudadio, Giampiero Solari, Renato Scarpa e l'amica e assistente Giovanna Guida.