Sul set di "Banditi a Milano"
A 100 anni dalla nascita di Carlo Lizzani
Realizzato da Carlo Lizzani durante i sette mesi successivi all’arresto della famigerata Banda Cavallero, che negli anni ’60 insanguinò il capoluogo lombardo terrorizzando la popolazione, il film Banditi a Milano si svolge quasi per intero durante il pomeriggio del 25 settembre 1967 quando i malviventi realizzarono la loro ultima rapina all’agenzia 11 del Banco di Napoli. Alla rapina seguì un inseguimento di trenta minuti per le vie della città, tra i banditi in fuga e le pantere della polizia che, sparandosi a vicenda, seminarono terrore e morte.
Queste immagini sono state realizzate sul set del film nel 1967. Si riconoscono gli attori Gian Maria Volontè, che interpretava il ruolo del protagonista, il bandito Pietro Cavalleri; Don Bucky, alla sua seconda prova cinematografica e Tomas Milian nei panni del commissario di polizia Basevi. Completano il cast, in ruoli minori, Ray Lovelock (Tuccio), Carla Gravina, Agostina Belli e Margaret Lee.
Nell’ intervista Lizzani spiega la sua intenzione di realizzare un film il più fedele possibile alla realtà di come si svolsero i fatti, lo sforzo di ricostruirli minuziosamente come si fa nelle inchieste giornalistiche e quasi in tempo reale, per mostrare al pubblico il nuovo volto della malavita milanese che, nella seconda metà degli anni ’60, dopo il boom economico, viveva di taglieggiamenti, estorsioni e rapine.
Queste immagini sono state realizzate sul set del film nel 1967. Si riconoscono gli attori Gian Maria Volontè, che interpretava il ruolo del protagonista, il bandito Pietro Cavalleri; Don Bucky, alla sua seconda prova cinematografica e Tomas Milian nei panni del commissario di polizia Basevi. Completano il cast, in ruoli minori, Ray Lovelock (Tuccio), Carla Gravina, Agostina Belli e Margaret Lee.
Nell’ intervista Lizzani spiega la sua intenzione di realizzare un film il più fedele possibile alla realtà di come si svolsero i fatti, lo sforzo di ricostruirli minuziosamente come si fa nelle inchieste giornalistiche e quasi in tempo reale, per mostrare al pubblico il nuovo volto della malavita milanese che, nella seconda metà degli anni ’60, dopo il boom economico, viveva di taglieggiamenti, estorsioni e rapine.