Il grande paese

Il paesaggio del West

Quanto è importante il paesaggio nella caratterizzazione del genere western? Moltissimo.

L’elemento del paesaggio tradizionale del West è l’ampiezza, la solitudine, la polvere, le grandi di distanze da tutto. Ogni western che si rispetti è la storia di un viaggio, di un trasferimento lungo, disagiato, setibondo. Solitario o in carovana: di una diligenza, di una guarnigione di soldati, un un cawboy. Sole accecante e polvere dominano ogni cosa.
Franco Parenti

Il viaggio spesso assume le forme di una epocale transumanza. Lo spezzone del film Il fiume rosso (1948, Howard Hawks) rende molto bene l’idea: in un paesaggio illimitato, inospitale se non addirittura nemico, lo spostamento di uomini e bestie diventa un’allucinazione, una prova titanica che avrà come conclusione una drammatica decimazione.
E poi c’è la città, o meglio, il villaggio western. Architetture modulari che si ripetono all’infinito, il centro abitato è un non luogo sempre uguale a se stesso, da Ombre Rosse a Sfida infernale a Mezzogiorno di fuoco.

La città western di un tempo era tutta protesa verso un’unica strada, la main street, ma era solamente questo, dietro non c’era niente. Quindi era quasi come un invito a proseguire oltre per arrivare sempre più lontano, cercando scampo alla solitudine dell’uomo perso in questo ambiente naturale smisurato e inospitale, per riallacciarsi ad un altro centro abitato, più in là, fino all’oceano.
Sergio Leone

La variante a questo tipo di paesaggio ossessivo ed estraniante è una sola: il villaggio non è statico, cresce, si espande, straripa quando arrivano le rotaie del treno e lo trasformano profondamente fino a – dice Franco Parenti – “violentarlo”.