"Straziami ma di baci saziami"
Backstage: sul set del film di Dino Risi
Marino e Marisa sono due stupidi che vivono citando i versi, non di Leopardi, ma di Mogol e Vito Pallavicini, i grandi parolieri delle canzonette italiane utilizzando fra l'altro un linguaggio storpiato da un generico idioma campagnolo centroitalico (con vaghe risonanze piceno-maceratesi): «...e un giorno droverò un bo' d'amore anghe per me…» (lui), «...per me che sono nullidà…» (lei), «nell'immenzidà…» (insieme).
Dino Risi
Giovanni Grazzini, nella sua critica sul Corriere della Sera, definisce il film vivace e colorito, tra i migliori di Dino Risi, pieno di ironia ma allo stesso tempo di tenerezza e condito da molti rimandi alla cultura nazional-popolare dell'epoca.
Il regista Dino Risi amalgama con sobrietà i personaggi della vicenda e meglio di Ettore Scola (Dramma della gelosia), di Salvatore Samperi (Malizia) e di Luigi Comencini (Mio Dio, come sono caduta in basso!) riesce a rendere l'atmosfera di una cultura sentimentale popolare.
M. Morandini, Dizionario dei film, Zanichelli Editore