Il Teatro dei Gobbi
Valeri, Caprioli, Bonucci
La compagnia sceglie Parigi come palcoscenico su cui debuttare, con un lavoro scritto a sei mani intitolato Carnet de notes n. 1 (1949) e Carnet de notes n. 2 (1950). A Parigi la compagnia si esibiva in un teatrino del quartiere latino, vicino al teatro dei Pitöeff, condividendo la serata con un'altra coppia di artisti: Raymond Devos e Marcel Marceau. Le scene erano dipinte da Lila De Nobili.
L'Italia fa sempre un po' paura a chi vuole inventarsi qualcosa di nuovo, è sempre un po' ostile, è sempre irridente. Invece, dato che i ragazzi [Alberto Bonucci e Vittorio Caprioli] avevano già fatto un piccolo esperimento a Parigi con il Piccolo Teatro di Milano, così abbiamo preferito debuttare a Montmartre, con un successo incredibile
Ma il Teatro dei Gobbi ebbe successo anche nel nostro Paese, nonostante i timori dei tre attori. Era un modo nuovo di stare sul palcoscenico, nessun travestimento, nessun costume di scena e nessuna scenografia. Una forma di recitazione molto legata ai suoi interpreti che erano anche gli autori del testo. La parte comica poi era fulminante: battute, non sense e tanta mimica. La classe intellettuale italiana accolse i Gobbi con simpatia: Il Mondo, Ennio Flaiano, Corrado Alvaro. Il trio si spostò presto dalle tavole dei palcoscenici agli studi della neonata televisione. Il sabato sera firmato da Antonello Falqui diventò un appuntamento fisso.