13 agosto 1899, nasce Alfred Hitchcock
Il cinema festeggia il grande regista inglese
Per ricordare il grande regista inglese in occasione dell'anniversario della sua nascita (13 agosto 1899, Leytonstone, Londra) vi riproponiamo la visione di questo filmato, tratto dalla serie Studio cinema (Rai due, tre edizioni successive a partire dal 1978). I critici Gianfranco Bettetini, Francesco Casetti e Aldo Grasso, commentano uno dei film più famosi del maestro del brivido: il thriller Vertigo (1958), conosciuto in Italia con il titolo La donna che visse due volte. Interpreti James Stewart e Kim Novak.
Introduce Aldo Grasso con un'interessante spiegazione del ruolo delle donne nella filmografia di Hitchcock. La sua passione per le bionde, sofisticate ed algide, da Grace Kelly a Kim Novak, a Tippi Hedren, venne spiegata dal regista stesso in una famosa intervista con François Truffaut: le preferiva perché hanno un sex-appeal indiretto, che è la chiave della suspance.
Inizia quindi l’analisi vera e propria di alcune celebri sequenze del film. Francesco Casetti scompone la scena iniziale, in cui James Stewart è sospeso nel vuoto attaccato ad un cornicione, per spiegare cos’è una soggettiva: l’azione vista con gli occhi del protagonista stesso. Gianfranco Bettetini prende in esame la sequenza dell’incubo, stilisticamente molto innovativa proponendo al pubblico un confronto tra il “senso di vertigine” di questo film e quello presente in un altro capolavoro di Hitchcock: Intrigo internazionale (1959), con Cary Grant e Eva Marie Saint, nella famosa scena finale ambientata sul monte Rushmore.
Introduce Aldo Grasso con un'interessante spiegazione del ruolo delle donne nella filmografia di Hitchcock. La sua passione per le bionde, sofisticate ed algide, da Grace Kelly a Kim Novak, a Tippi Hedren, venne spiegata dal regista stesso in una famosa intervista con François Truffaut: le preferiva perché hanno un sex-appeal indiretto, che è la chiave della suspance.
Inizia quindi l’analisi vera e propria di alcune celebri sequenze del film. Francesco Casetti scompone la scena iniziale, in cui James Stewart è sospeso nel vuoto attaccato ad un cornicione, per spiegare cos’è una soggettiva: l’azione vista con gli occhi del protagonista stesso. Gianfranco Bettetini prende in esame la sequenza dell’incubo, stilisticamente molto innovativa proponendo al pubblico un confronto tra il “senso di vertigine” di questo film e quello presente in un altro capolavoro di Hitchcock: Intrigo internazionale (1959), con Cary Grant e Eva Marie Saint, nella famosa scena finale ambientata sul monte Rushmore.