La mostra com'era: 1975
Gli anni Settanta
Dal 1968, per effetto della contestazione, la Mostra restò orfana dei suoi premi. Per un intero decennio, dal 1969 al 1979, venne cancellato l’aspetto competitivo della manifestazione con l’introduzione di sezioni collaterali come i premi alla carriera che andarono, tra gli altri, a John Ford nel 1971 e a Charlie Chaplin l’anno successivo.
Nel 1972 le due grandi associazioni dei lavoratori del cinema, l’Anac e l’Aaci, organizzarono nel centro storico di Venezia, in aperta polemica con l’istituzione Mostra (che si svolgeva al Lido), le Giornate del Cinema Italiano. Nel ’73, Gian Luigi Rondi, direttore del festival nel ’71 e nel ’72 dopo Ernesto G. Laura, diede le dimissioni e le porte della Biennale, quell’anno, rimasero chiuse per tutti. Occasione per ripetere l’esperienza delle Giornate, organizzandone una seconda edizione.
Il critico cinematografico Giacomo Gambetti, nuovo direttore dal 1974 al 1976, tentò la strada del rinnovamento della manifestazione. La sua idea di una Mostra “diversa” consisteva nell’offrire al pubblico una serie di “nuove proposte”, omaggi, retrospettive e convegni sul cinema. Nel 1978 di nuovo la Mostra saltò.
Il 1979 è l’anno del riscatto. Con un nuovo direttore al timone, il regista Carlo Lizzani, la storica kermesse riuscì a tirarsi fuori dal pantano che per tanti anni l’aveva soffocata e spenta. Iniziò il suo lavoro partendo dal nome: Mostra Internazionale del Cinema gli parve più sobriamente adatto ai tempi.
Pur tra mille difficoltà, anche negli anni Settanta la Mostra propose al pubblico una selezione di opere italiane internazionali che rappresentano in pieno la complessità di quel decennio. Ricordiamo, tra gli altri, I diavoli di Ken Russell (1971), Domenica, maledetta domenica di John Schlesinger (1971), Attenzione alla puttana santa di Rainer Werner Fassbinder (1971), Anche gli uccelli uccidono di Robert Altman (1971), Arancia meccanica di Stanley Kubrick (1972), Prima del calcio di rigore di Wim Wenders (1972), La rabbia giovane di Terrence Malick (1975), Novecento di Bernardo Bertolucci (1976), L'ultima donna di Marco Ferreri (1976).
Nel 1972 le due grandi associazioni dei lavoratori del cinema, l’Anac e l’Aaci, organizzarono nel centro storico di Venezia, in aperta polemica con l’istituzione Mostra (che si svolgeva al Lido), le Giornate del Cinema Italiano. Nel ’73, Gian Luigi Rondi, direttore del festival nel ’71 e nel ’72 dopo Ernesto G. Laura, diede le dimissioni e le porte della Biennale, quell’anno, rimasero chiuse per tutti. Occasione per ripetere l’esperienza delle Giornate, organizzandone una seconda edizione.
Il critico cinematografico Giacomo Gambetti, nuovo direttore dal 1974 al 1976, tentò la strada del rinnovamento della manifestazione. La sua idea di una Mostra “diversa” consisteva nell’offrire al pubblico una serie di “nuove proposte”, omaggi, retrospettive e convegni sul cinema. Nel 1978 di nuovo la Mostra saltò.
Il 1979 è l’anno del riscatto. Con un nuovo direttore al timone, il regista Carlo Lizzani, la storica kermesse riuscì a tirarsi fuori dal pantano che per tanti anni l’aveva soffocata e spenta. Iniziò il suo lavoro partendo dal nome: Mostra Internazionale del Cinema gli parve più sobriamente adatto ai tempi.
Nel breve filmato di repertorio, realizzato nel 1975, si parla di uno dei film italiani presentati quell’anno: Anna di Massimo Sarchielli e Alberto Grifi, oggi considerato dalla critica un "punto di svolta del cinema sperimentale europeo". Un film-verità che racconta la storia di una minorenne sbandata e incinta che se ne va in giro per piazza Navona, ha i pidocchi e viene presa in casa da Massimo Sarchielli e Roland Knauss, per quella che Alberto Grifi definisce "una scelta metà sceneggiatura metà opera filantropica".Constatò che il mondo si attendeva ancora qualcosa da Venezia e chiamò a far parte del comitato degli esperti Roberto Escobar, Giovanni Grazzini, Alberto Moravia, Enzo Scotto Lavina e Paolo Valmarana. […] Convocò quanti più attori di prestigio poté per farli discutere sul tema "Gli anni Ottanta del cinema", dando così il via al dibattito sul cinema e le nuove tecnologie, che proprio in quegli anni cominciò a occupare e a preoccupare il mondo della celluloide
Pur tra mille difficoltà, anche negli anni Settanta la Mostra propose al pubblico una selezione di opere italiane internazionali che rappresentano in pieno la complessità di quel decennio. Ricordiamo, tra gli altri, I diavoli di Ken Russell (1971), Domenica, maledetta domenica di John Schlesinger (1971), Attenzione alla puttana santa di Rainer Werner Fassbinder (1971), Anche gli uccelli uccidono di Robert Altman (1971), Arancia meccanica di Stanley Kubrick (1972), Prima del calcio di rigore di Wim Wenders (1972), La rabbia giovane di Terrence Malick (1975), Novecento di Bernardo Bertolucci (1976), L'ultima donna di Marco Ferreri (1976).