"Gandhi" di Richard Attenborough (1982)
Un omaggio alla memoria del Mahatma a 150 anni dalla sua nascita
Una pioggia di Oscar, ben 9, un Nastro d’argento, 2 David di Donatello e 3 Golden Globes, premiano nel 1983 il kolossal biografico del 1982 firmato da Richard Attenborough, Gandhi.
Un cast stellare - da Candice Bergen a Martin Sheen, da Edward Fox a John Mills. E poi Ben Kingsley, nel difficile ruolo del mahatma, per la prima volta sul grande schermo per un debutto straordinario, confermato dalla statuetta di Hollywood al miglior attore protagonista e da una popolarità che non si sarebbe mai aspettato.
Sono passati 150 anni dal quel 2 ottobre del 1869, data di nascita di Mohandas Karamchand Gandhi, e 36 da quella straordinaria pioggia di premi. La figura del politico e filosofo indiano continua a brillare illuminando la storia dell’umanità intera. Eppure le grandi produzioni cinematografiche, dopo Attenborough, non hanno mai più osato avvicinarsi a questo personaggio unico, che seppe far tremare un Paese rigidamente difeso da un sistema sociale millenario predicando con umiltà la non violenza e la pacifica disobbedienza civile, fino a portarlo nel 1947 all’indipendenza dalla corona inglese.
Una lunga sequenza segue il feretro del Bapu, il padre. Il film parte con le immagini epiche del funerale di Gandhi, assassinato il 30 gennaio del 1948 a Nuova Delhi mentre recitava le sue preghiere quotidiane in un giardino della capitale. Attenborough sceglie infatti il registro del flash back per dipanare il lungo racconto della vita e dell’apostolato di uno degli uomini più grandi del secolo scorso.
Nel 1999 il film Gandhi è stato inserito dal British Film Institute al trentaquattresimo posto tra i cento migliori film britannici del ventesimo secolo
Un cast stellare - da Candice Bergen a Martin Sheen, da Edward Fox a John Mills. E poi Ben Kingsley, nel difficile ruolo del mahatma, per la prima volta sul grande schermo per un debutto straordinario, confermato dalla statuetta di Hollywood al miglior attore protagonista e da una popolarità che non si sarebbe mai aspettato.
Sono passati 150 anni dal quel 2 ottobre del 1869, data di nascita di Mohandas Karamchand Gandhi, e 36 da quella straordinaria pioggia di premi. La figura del politico e filosofo indiano continua a brillare illuminando la storia dell’umanità intera. Eppure le grandi produzioni cinematografiche, dopo Attenborough, non hanno mai più osato avvicinarsi a questo personaggio unico, che seppe far tremare un Paese rigidamente difeso da un sistema sociale millenario predicando con umiltà la non violenza e la pacifica disobbedienza civile, fino a portarlo nel 1947 all’indipendenza dalla corona inglese.
Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza. L’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore. Rispondendo all’odio con l’odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondità dell’odio stesso
Mahatma Gandhi
Una lunga sequenza segue il feretro del Bapu, il padre. Il film parte con le immagini epiche del funerale di Gandhi, assassinato il 30 gennaio del 1948 a Nuova Delhi mentre recitava le sue preghiere quotidiane in un giardino della capitale. Attenborough sceglie infatti il registro del flash back per dipanare il lungo racconto della vita e dell’apostolato di uno degli uomini più grandi del secolo scorso.
Così recita il preambolo del film Gandhi, prendendo in prestito le parole di Gandhi stesso. Come se il regista inglese avvertisse il peso dell’impresa e volesse in qualche modo scusarsi per aver osato tanto: racchiudere nel tempo limitato di una pellicola (tre ore) più di 50 anni di storia per raccontare la vita di un uomo che più ci si allontana dal quel 2 ottobre più si trasforma in un simbolo, inarrivabile.La vita di nessun uomo può essere racchiusa in un racconto. Non c'è modo di dare ad ogni anno il suo peso assegnato, per includere ogni evento, ogni persona che ha contribuito a plasmare una vita. Ciò che si può fare è essere fedeli nello spirito alla cronaca e cercare di trovare la strada per il cuore dell'uomo …
Mahatma Gandhi
Nel 1999 il film Gandhi è stato inserito dal British Film Institute al trentaquattresimo posto tra i cento migliori film britannici del ventesimo secolo