Toshirō Mifune, un giapponese a Hollywood
Dal sodalizio con Kurosawa al cinema d'azione americano
Probabilmente il più famoso attore nipponico di Hollywood e forse del cinema occidentale, Toshiro Mifune nasce il 1° aprile del 1920 in Cina dove i genitori, giapponesi, erano emigrati. Il padre, fotografo, lo iniziò alla cultura dell'immagine e al piacere dell'inquadratura, tenendoselo accanto da quando aveva quattro anni, mentre scattava ritratti e sviluppava pellicole. Durante la guerra cino-nipponica fu arruolato nell'aviazione giapponese come fotografo di guerra.
Un grandissimo attore (oltre che produttore e regista), considerato il John Wayne d'Oriente, è approdato nel cinema per puro caso. Nel 1947 gli studi cinematografici della Toho Company di Tokio bandirono un concorso per reclutare giovani attori per far fronte ai problemi causati da uno sciopero. Toshiro fu iscritto a sua insaputa da alcuni amici e rientrò nella selezione di 48 volti nuovi su più di 4000 candidati. Lo stesso anno esordì nel film Snow Trail, diretto da Senkichi Taniguchi, insieme a Takashi Shimura, suo futuro partner in oltre 50 diverse pellicole.
Il successo arriva per Toshiro Mifune con il regista Akira Kurosawa che lo diresse in 16 interpretazioni da protagonista. Anche l'incontro con il grande regista fu casuale: l'occhio allenato di Kurosawa lo notò durante un provino. Mifune non ottenne la parte ma ricevette la convocazione di Kurosawa per un colloquio e subito dopo venne inserito nel cast del film L'angelo ubriaco (1948) per intepretare un criminale affiliato alla yakuza, malato di tubercolosi. La sua prova attoriale fu talmente convincente che il regista lo scritturò per il ruolo di protagonista in tutti i suoi film successivi (fino al 1965), tranne uno: Vivere (1952).
Il successo di Rashomon (1950) e i premi che la pellicola ricevette in tutto il mondo (compresa l'Italia con il Leone d'oro a Venezia) e l'Oscar al miglior film straniero, diede la possibilità alla cinematografia giapponese di essere conosciuta e apprezzata anche in Occidente. Seguirono L'idiota (1951), I sette samurai (1954), Il trono di sangue (1957), adattamento del Macbeth, La sfida del samurai (1961). Il ruolo del guerriero Sanjuro gli permise di conquistare la Coppa Volpi come miglior attore a Venezia nel 1961. Durante le riprese di Barbarossa l'amicizia tra Kurosawa e Mifune comincò a incrinarsi. Incomprensioni e accuse reciproche decretarono la fine di quel fortunato sodalizio. I due artisti si rivolsero di nuovo la parola dopo più di 30 anni di silenzio, durante il funerale del collega Ishirō Honda, nel 1993.
La rottura dei rapporti con il maestro Kurosawa spinse Toshiro Mifune verso altri lidi: il cinema made in Usa. Hollywood lo accolse a braccia aperte facendogli interpretare film d'azione come Duello nel Pacifico (1968), Sole rosso (1971) di cui vi proponiamo la visione, 1941 - Allarme a Hollywood (1979) di Steven Spielberg. Insieme a Richard Chamberlain, nel 1980, fece una parte nella serie televisiva Shōgun.
Toshiro Mifune si spegne a 77 anni, il giorno della vigilia di Natale del 1997, all'ospedale di Mitaka (Tokio).
Sole rosso, film del 1971 diretto dal regista britannico Terence Young, è una coproduzione franco-italo-spagnola. Nel cast, oltre a Toshiro Mifune nel ruolo del samurai Kuroda, Charles Bronson, Alain Delon, Ursula Andress e l'attore italiano Lee Burton.
Un grandissimo attore (oltre che produttore e regista), considerato il John Wayne d'Oriente, è approdato nel cinema per puro caso. Nel 1947 gli studi cinematografici della Toho Company di Tokio bandirono un concorso per reclutare giovani attori per far fronte ai problemi causati da uno sciopero. Toshiro fu iscritto a sua insaputa da alcuni amici e rientrò nella selezione di 48 volti nuovi su più di 4000 candidati. Lo stesso anno esordì nel film Snow Trail, diretto da Senkichi Taniguchi, insieme a Takashi Shimura, suo futuro partner in oltre 50 diverse pellicole.
Il successo arriva per Toshiro Mifune con il regista Akira Kurosawa che lo diresse in 16 interpretazioni da protagonista. Anche l'incontro con il grande regista fu casuale: l'occhio allenato di Kurosawa lo notò durante un provino. Mifune non ottenne la parte ma ricevette la convocazione di Kurosawa per un colloquio e subito dopo venne inserito nel cast del film L'angelo ubriaco (1948) per intepretare un criminale affiliato alla yakuza, malato di tubercolosi. La sua prova attoriale fu talmente convincente che il regista lo scritturò per il ruolo di protagonista in tutti i suoi film successivi (fino al 1965), tranne uno: Vivere (1952).
Il successo di Rashomon (1950) e i premi che la pellicola ricevette in tutto il mondo (compresa l'Italia con il Leone d'oro a Venezia) e l'Oscar al miglior film straniero, diede la possibilità alla cinematografia giapponese di essere conosciuta e apprezzata anche in Occidente. Seguirono L'idiota (1951), I sette samurai (1954), Il trono di sangue (1957), adattamento del Macbeth, La sfida del samurai (1961). Il ruolo del guerriero Sanjuro gli permise di conquistare la Coppa Volpi come miglior attore a Venezia nel 1961. Durante le riprese di Barbarossa l'amicizia tra Kurosawa e Mifune comincò a incrinarsi. Incomprensioni e accuse reciproche decretarono la fine di quel fortunato sodalizio. I due artisti si rivolsero di nuovo la parola dopo più di 30 anni di silenzio, durante il funerale del collega Ishirō Honda, nel 1993.
La rottura dei rapporti con il maestro Kurosawa spinse Toshiro Mifune verso altri lidi: il cinema made in Usa. Hollywood lo accolse a braccia aperte facendogli interpretare film d'azione come Duello nel Pacifico (1968), Sole rosso (1971) di cui vi proponiamo la visione, 1941 - Allarme a Hollywood (1979) di Steven Spielberg. Insieme a Richard Chamberlain, nel 1980, fece una parte nella serie televisiva Shōgun.
Toshiro Mifune si spegne a 77 anni, il giorno della vigilia di Natale del 1997, all'ospedale di Mitaka (Tokio).
Sole rosso, film del 1971 diretto dal regista britannico Terence Young, è una coproduzione franco-italo-spagnola. Nel cast, oltre a Toshiro Mifune nel ruolo del samurai Kuroda, Charles Bronson, Alain Delon, Ursula Andress e l'attore italiano Lee Burton.