Peter Ustinov l'affabulatore
A 100 anni dalla nascita
English actor, director, playwright, screenwriter, novelist, raconteur, and humanitarian
Ma per raccontare al meglio chi è stato Ustinov, i suoi film, le sue passioni (due per tutte: il tennis e la navigazione), la letteratura, i viaggi, le molte onorificenze e il suo impegno umanitario come rappresentante delle Nazioni Unite, ci vorrebbe proprio un affabulatore come lui. Sarebbe bello sentirlo rievocare i tempi della sua infanzia trascorsa in una famiglia per niente banale. Nonostante le liti anche violente tra i suoi genitori, che hanno segnato i primi anni della sua vita, la famiglia Ustinov è stata per Peter una grande risorsa, un bacino di conoscenze e di rapporti unico che ha dato un'impronta formidabile alla sua formazione culturale e artistica.
A cominciare da un lontano antenato dal lato materno, Jules-César Benois, capocuoco dello zar Paolo I di Russia, e al nonno materno, Leon Benoit, proprietario del dipinto di Leonardo da Vinci Madonna Benois. Mamma Ustinov, Nadia Leontievna nata Benois, era una pittrice e coreografa con sangue francese, tedesco, italiano e russo. E che dire del padre di Peter, Jona von Ustinov? Un personaggio che sembra tratto di peso da un romanzo d'avventura: anche qui origini miste - russa, tedesca, polacca ed ebrea - e il vanto di una discendenza dai regali etiopi. Pilota durante la prima guerra mondiale, addetto stampa all'ambasciata tedesca a Londra negli anni trenta, nel 1935 entra nei servizi segreti britannici MI5 e acquisisce la cittadinanza britannica per evitare la deportazione durante la seconda guerra mondiale. Nella sua autobiografia ("Dear me", 1977), Peter ricorda con dovizia di particolari gli incontri segreti tra ufficiali britannici e tedeschi che suo padre presenziava nella loro casa di Londra.
Non stupisce dunque il fatto che Peter Ustinov parlasse correntemente sei lingue (compreso l'italiano) e anche un po' di greco moderno e di turco. Dopo il diploma alla prestigiosa Westminster School di Londra, studia recitazione e nel 1938, a 17 anni, debutta sul palcoscenico del Players' Theatre, acquisendo presto la fama di golden boy della scena inglese. Dopo tante piccole parti in film di produzione britannica, approda alla sua prima interpretazione nel ruolo di protagonista nel 1942 con The Goose Steps Out.
Da quel momento in poi si susseguono ruoli indimenticabili, comici e drammatici, meglio se nei panni di personaggi cinici e crudeli, in titoli come Quo vadis? (1951) che, per la sua interpretazione dell'imperatore Nerone, gli valse la prima nominatione all'Oscar; Spartacus (1960) di Stanley Kubrick dove era il mercante di schiavi Lentulus Batiatus (Oscar nel 1961 come migliore attore non protagonista); l'investigatore belga Hercule Poirot in sei film realizzati tra gli anni Settanta e Ottanta, tra cui Assassinio sul Nilo (1978) e Delitto sotto il sole (1982); il Capitano Vere in Billy Budd (1962) dal romanzo di Melville, di cui firma anche la regia e la sceneggiatura.
Il secondo Oscar arriva con la commedia di Jules Dassin Topkapi nel 1965. Uomo di mondo, dotato di un grande sense of humor, pare che Ustinov tenesse le due statuette ricevute dall'Accademy una di fronte all'altra sulla sua scrivania, sistemate come se stessero giocando una partita di tennis, sport che amava molto.
Dal 1969 Ustinov si allontana dai riflettori per dedicarsi al suo lavoro di ambasciatore dell'UNICEF. Alle tante già ricevute si aggiungo onorificenze di grande rilievo come quella di Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico e, nel 1990, la nomina a baronetto. Nel 1992 diventa Cancelliere della University of Durham data la sua precedente esperienza come rettore della University of Dundee alla fine degli anni settanta.
Peter Ustinov muore il 28 marzo del 2004 in una clinica in Svizzera, paese che gli aveva riconosciuto la cittadinanza negli anni Sessanta. Al suo funerale il direttore esecutivo dell'UNICEF, Carol Bellamy, parlò in rappresentanza dell'allora Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan.
Nel centenario della sua nascita, Rai Cultura ricorda Peter Ustinov con una breve intervista realizzata a Cannes nel 1966 da Carlo Mazzarella e con una carrellata fotografica dei tanti personaggi interpretati nella sua lunga carriera di attore.