Il divo Marcello
Una lunga carriera di successi
L'omaggio a Marcello Mastroianni parte da Fonatana Liri (Frosinone) dove uno degli attori più amati del nostro cinema nasce il 28 settembre 1924. Dalla sua casa natale, incastonata nel tufo del paesino laziale, Marcello a due anni si trasferisce con la famiglia a Torino e poi definitivamente nella Capitale, quartiere San Giovanni. A Roma studia da perito edile e lavora come disegnatore tecnico prima per il comune di Roma e poi per quello di Firenze. Le prime lezioni di recitazione le prende a guerra finita, nel '45, e debutta nel cinema nel 1948 con il film di Riccardo Freda I miserabili, tratto dal romanzo di Victor Hugo.
Contemporaneamente recita a teatro con piccole compagnie dilettantesche finché non lo nota Luchino Visconti che gli affida il ruolo di protagonista nella trasposizione teatrale del 1948 della commedia shakespeariana Rosalinda o Come vi piace, messa in scena all'Eliseo di Roma.
Il successo arriva nel 1958 con la pellicola di Mario Monicelli I soliti ignoti dopo un rodaggio da "attor giovane" di quasi 10 anni, guidato da registi come Luciano Emmer (Domenica d'agosto, Parigi è sempre Parigi, Le ragazze di piazza di Spagna), Carlo Lizzani (Conache di poveri amanti), Luchino Visconti (Le notti bianche) e Alessandro Blasetti (Peccato che sia una canaglia per la prima volta insieme a Sophia Loren).
Sono i film di Federico Fellini a dare a Mastroianni fama a livello internazionale. Due anni dopo La dolce vita (1960) il settimanale Time lo consacrerà come il divo italiano più amato negli Stati Uniti. Da 8 e mezzo (1963) in poi si susseguono successi e premi, i registi più blasonati se lo contendono: è bello, bravo, capace di intepretare ruoli comici e drammatici con la stessa intensità. Nel 1966 si confronta con la commedia musicale, genere complesso se no altro perché richiede doti di cantante e ballerino. Sul palcoscenico del Sistina, nei panni di Rodolfo Valentino, il suo Ciao Rudy fa il tutto esaurito per tre mesi di fila. Il pubblico è entusiasta, la critica meno. Mastroianni alla fine lascia per seguire Fellini nelle riprese di un film che non si farà mai: Il viaggio di G. Mastorna.
Negli anni Settanta, dopo l'incontro con l'attrice Catherine Deneuve sul set de La cagna (1971) di Marco Ferreri, Mastroianni si trasferisce a Parigi e ci rimane fino al '74 lavorando con molti registi d'Oltralpe. Tornato in Italia gira commedie, film d'autore e nel 1978 debutta sul piccolo schermo con lo sceneggiato televisivo in tre puntate di Elio Petri Le mani sporche, tratto dal dramma teatrale di Jean-Paul Sartre. Fino a quel momento il pubblico della tv lo aveva visto solo nelle ospitate ai varietà del sabato sera, nei duetti con Mina o Sandra Milo.
Il 1980 segna il ritorno di Mastrianni nell'immaginario felliniano con la pellicola La città delle donne, nel 1985 con Ginger e Fred e nel 1987 con L'intervista.
Dopo Splendor (1988) e Che ora è (1989), entrambi diretti da Ettore Scola e interpretati in coppia con Massimo Trisi, gli ultimi anni della carriera di Mastroianni si svolgono all'estero. Nel 1990 riceve il Leone d'oro alla carriera dalle mani del maestro, Federico Fellini.
Le ultime tappe della vita artistica di Marcello Mastroianni sono segnate dal dolore della malattia, un tumore al pancreas scoperto mentre girava il suo ultimo film, Viaggio all'inizio del mondo di Manoel de Oliveira. Nel 1996 realizza una lunga auto-confessione (Marcello Mastroianni - Mi ricordo, sì, io mi ricordo, curata da Anna Maria Tatò, la sua ultima compagna), il suo testamento spirituale. La sua ultima fatica si svolge di nuvo in teatro dove recita seduto, costretto dalle feboclisi, nella commedia Le ultime lune.
Pochi mesi dopo si spegne nel suo appartamento di Parigi il 19 dicembre 1996, assistito dalla figlia Chiara. E' sepolto a Roma nel cimitero del Verano.
Nel filmato una puntata speciale del programma Save the date del 2016 dedicata all'attore.
Contemporaneamente recita a teatro con piccole compagnie dilettantesche finché non lo nota Luchino Visconti che gli affida il ruolo di protagonista nella trasposizione teatrale del 1948 della commedia shakespeariana Rosalinda o Come vi piace, messa in scena all'Eliseo di Roma.
Il successo arriva nel 1958 con la pellicola di Mario Monicelli I soliti ignoti dopo un rodaggio da "attor giovane" di quasi 10 anni, guidato da registi come Luciano Emmer (Domenica d'agosto, Parigi è sempre Parigi, Le ragazze di piazza di Spagna), Carlo Lizzani (Conache di poveri amanti), Luchino Visconti (Le notti bianche) e Alessandro Blasetti (Peccato che sia una canaglia per la prima volta insieme a Sophia Loren).
Sono i film di Federico Fellini a dare a Mastroianni fama a livello internazionale. Due anni dopo La dolce vita (1960) il settimanale Time lo consacrerà come il divo italiano più amato negli Stati Uniti. Da 8 e mezzo (1963) in poi si susseguono successi e premi, i registi più blasonati se lo contendono: è bello, bravo, capace di intepretare ruoli comici e drammatici con la stessa intensità. Nel 1966 si confronta con la commedia musicale, genere complesso se no altro perché richiede doti di cantante e ballerino. Sul palcoscenico del Sistina, nei panni di Rodolfo Valentino, il suo Ciao Rudy fa il tutto esaurito per tre mesi di fila. Il pubblico è entusiasta, la critica meno. Mastroianni alla fine lascia per seguire Fellini nelle riprese di un film che non si farà mai: Il viaggio di G. Mastorna.
Negli anni Settanta, dopo l'incontro con l'attrice Catherine Deneuve sul set de La cagna (1971) di Marco Ferreri, Mastroianni si trasferisce a Parigi e ci rimane fino al '74 lavorando con molti registi d'Oltralpe. Tornato in Italia gira commedie, film d'autore e nel 1978 debutta sul piccolo schermo con lo sceneggiato televisivo in tre puntate di Elio Petri Le mani sporche, tratto dal dramma teatrale di Jean-Paul Sartre. Fino a quel momento il pubblico della tv lo aveva visto solo nelle ospitate ai varietà del sabato sera, nei duetti con Mina o Sandra Milo.
Il 1980 segna il ritorno di Mastrianni nell'immaginario felliniano con la pellicola La città delle donne, nel 1985 con Ginger e Fred e nel 1987 con L'intervista.
Dopo Splendor (1988) e Che ora è (1989), entrambi diretti da Ettore Scola e interpretati in coppia con Massimo Trisi, gli ultimi anni della carriera di Mastroianni si svolgono all'estero. Nel 1990 riceve il Leone d'oro alla carriera dalle mani del maestro, Federico Fellini.
Le ultime tappe della vita artistica di Marcello Mastroianni sono segnate dal dolore della malattia, un tumore al pancreas scoperto mentre girava il suo ultimo film, Viaggio all'inizio del mondo di Manoel de Oliveira. Nel 1996 realizza una lunga auto-confessione (Marcello Mastroianni - Mi ricordo, sì, io mi ricordo, curata da Anna Maria Tatò, la sua ultima compagna), il suo testamento spirituale. La sua ultima fatica si svolge di nuvo in teatro dove recita seduto, costretto dalle feboclisi, nella commedia Le ultime lune.
Pochi mesi dopo si spegne nel suo appartamento di Parigi il 19 dicembre 1996, assistito dalla figlia Chiara. E' sepolto a Roma nel cimitero del Verano.
Nel filmato una puntata speciale del programma Save the date del 2016 dedicata all'attore.