Kathryn Bigelow
La prima regista premio Oscar compie 70 anni
Un film di straordinaria fattura, di una tensione insopportabile. Ma il dato centrale di questa storia è che la Bigelow non prende una posizione politica. Questo forse ha spiazzato, ha deluso alcuni
ammiratori della regista
Antonio Monda
Uscito nei cinema americani nel 2008, anno in cui si conclude la presidenza Bush, The Hurt Locker è un film sulla guerra in Iraq, girato in Giordania con attori semi sconosciuti per una precisa scelta registica di dare maggiore realismo alla narrazione. I protagonisti, com'è nello stile della Bigelow, vivono un doppio conflitto: quello esteriore delle bombe e dei massacri sui campi di battaglia e quello interiore, nelle loro esistenze di uomini, ben più profondo e radicato. La pellicola nel 2010 si è aggiudicata ben 6 premi Oscar, compresi quelli per la Migliore regia e per il Miglior film, e 6 premi BAFTA.
Scritto dal giornlista Mark Boal ed ispirato alla sua esperienza di inviato di guerra in Iraq al seguito di una squadra di artificieri e sminatori dell'esercito statunitense, la pellicola corre sul filo del confine tra coraggio e alienazione. La Bigelow racconta, con molti riferimenti tipici del film di genere, le giornate ansiogene ed eroiche di un gruppo di volontari dell'unità speciale, guidato dal sergente William James, un uomo che ha disinnescato un numero incredibile di bombe e sembra non conoscere la paura della morte.
Al personaggio del sergente-capo che lavora in un pesante scafandro, seguito dalla cinepresa, è riferita una frase nel titolo di testa: "La guerra è una droga": legato alla paura e al coraggio, il rischio diventa un'esperienza adrenalinica. Sono soldati che, invece di uccidere, salvano le vite altrui nella guerra più censurata e nascosta della storia USA.
Da "Il Morandini"
Una scena del film "The Hurt Locker"
La carriera della Bigelow parte dall'arte pittorica. La sua dimestichezza con colori e tavolozze, che ne fa una pittrice talentuosa, si trasferisce sulla pellicola e la trasforma in una delle più quotate registe del cinema hollywoodiano. Dopo aver frequentato il San Francisco Art Institute, vince un programma di studio al Whitney Museum Indipendent e si trasferisce a New York. Qui ha l'occasione di incontrare i portabandiera dell'avanguardia artistica degli anni Settanta, da Richard Serra a Susan Sontag. Nasce così il suo interesse per la Settima Arte, il cinema, e si iscrive alla Columbia's Film School diventando ben presto membro del gruppo culturale inglese di avanguardia Art and Language.
Debutta nella regia con il cortometraggio The Set-Up (1978), per poi dedicarsi a tempo pieno alla regia cinematografica, un mondo che trova congeniale alle sue esigenze espressive. Si laurea e inizia a scrivere il soggetto per un lungometraggio: nel 1983 dirige The Loveless, ispirandosi alla pittura di Edward Hopper, dove racconta le avventure di un gruppo di motociclisti violenti sullo sfondo della provincia americana degli anni Cinquanta. Quando tenta la strada delle grandi produzioni hollywoodiane riesce a fatica a raccimolare il denaro sufficiente per continuare a lavorare. Il suo secondo lungometraggio, Il buio s'avvicina (1987), si fa dunque attendere. Questa volta si tratta di un horror vampiresco che diventa subito un cult del genere. Nel 1988 dirige Blue Steel - Bersaglio mortale con Jamie Lee Curtis che interpreta una poliziotta innamorata di un assassino. Ai critici e al pubblico di massa il film non piace ma i cinefili ne restano affascinati.
Il 1991 è per la Bigelow l'anno che segna la svolta con Point Break - Punto di rottura, "dove riesce a conciliare la forza visionaria delle immagini con una storia travolgente". Protagonisti Keanu Reeves e Patrick Swayze che trascinano lo spettatore in una sequenza ininterrotta di rapine in banca e inseguimenti deliranti. Su consiglio dell'amico Oliver Stone, dirige un episodio della miniserie televisiva Wild Palms (1993) e poi realizza, insieme all'ex marito James Cameron, Strange Days (1995), un viaggio nel mondo del futuro con Juliette Lewis e Ralph Fiennes.
Dopo una breve parentesi televisiva, in cui gira tre episodi della serie poliziesca Homicide, torna al grande schermo con Il mistero dell'acqua (2001), un thriller che "intreccia i turbamenti amorosi e le frustrazioni personali di due coppie adulte che rievocano i passi di un omicidio del passato". Quello successivo è un film storico, ambientato durante la guerra fredda, K-19 (2002) dove la Bigelow racconta il conflitto tra il comandante Liam Neeson e il coraggioso Harrison Ford, imprigionati nel ventre di un sottomarino nucleare. Nel 2004 dirige un episodio di Karen Sisco, spin-off del film Out of Sight di Soderbergh. Qualche tempo dopo la Pirelli le commissiona il cortometraggio pubblicitario Mission Zero (2007) dove Uma Thurman è impegnata in un inseguimento che toglie il fiato attraverso le strade di Los Angeles.
Dopo il grande successo di The Hurt Locker, anche con il film successivo, Zero Dark Thirty (2012), ribadisce il gradimento del pubblico con la storia di Maya, giovane ufficiale della CIA (Jessica Chastain), che con il suo intuito e con grande determinazione collabora all'individuazione del nascondiglio e alla cattura di Osama Bin Laden. Nel 2017 esce la pellicola Detroit, scritta da Mark Boal, alla terza collaborazione con la Bigelow dopo The Hurt Locker e Zero Dark Thirty, che racconta gli scontri di Detroit del luglio 1967 che videro l'intervento della polizia in un bar privo di licenza che portò alla morte di 43 persone, 1.189 feriti, oltre 7.200 arresti e più di 2.000 edifici distrutti. In particolare viene ricostruita, in forma romanzata, la vicenda accaduta all'Algiers Motel che portò al processo contro tre poliziotti accusati dell'omicidio di tre afroamericani.