La Cineteca di Milano
Restauro e divulgazione della cultura cinematografica
Quando nel 1940 l’Italia entra in guerra, è Alberto Lattuada che, prima di partire per il servizio militare, nasconde le pizze in una scatola di latta per biscotti e la sotterra nel giardino della casa di campagna di sua zia. Il tesoretto, riportato alla luce nel 1945, è il nucleo originario da cui si partirà per fondare la Cineteca il cui archivio, nel 1948, viene accolto ufficialmente nella FIAF, la fondazione internazionale delle cineteche. Da quel momento l'istituzione cresce negli anni fino a svolgere, insieme al Piccolo Teatro di Strehler, un ruolo fondamentale nel definire l'identità culturale della città.
Oggi le pellicole conservate 15 metri sottoterra nell'Archivio della Cineteca di Milano - ad una temperatura rigorosamente sotto i 10° - sono oltre 40 mila cui si aggiunge un patrimonio di 100 mila fotografie di scena e decine di migliaia di manifesti rari del decennio 1910 - 1920. Al lavoro di conservazione e restauro la Cineteca unisce una fondamentale opera di diffusione culturale, attraverso una serie di strumenti tecnologicamente sempre più avanzati: un museo interattivo del cinema, ospitato nel Palazzo della Manifattura Tabacchi, pensato soprattuto per le nuvove generazioni per raccontare il cinema in una chiave diversa; un laboratorio di restauro e di ripristino di materiali storici extra cinematografici in collaborazione con l'Accademia di Brera, oltre a mostre, festival e visite virtuali all'archivio stesso.
Per parlarci del prezioso patrimonio e delle attività che la Cineteca mette in atto per conservarlo, restaurarlo e divulgarlo, abbiamo intervistato il direttore Matteo Pavesi e il responsabile del laboratorio di restauro e dell'archivio film Roberto Della Torre.
Le ultime acquisizioni della Cineteca riguardano la Collezione Comerio, una delle raccolte più importanti conservate perché sono in grado di raccontare, in immagini, i primi vent'anni della storia del Novecento. Fotografo tra le trincee della prima guerra mondiale e sulle macerie del terremoto di Messina, inventore del cinegiornalismo, riprende i grandi avvenimenti e le personalità più importanti del suo tempo. Un regista "futurista", temerario sperimentatore di tecniche che precedono il colore e il sonoro, a Milano si svela il fascino di uno dei pionieri italiani del cinematografo: Luca Comerio. Su di lui recentemente l'Archivio ha restituito un lotto di materiale molto particolare che riguarda un Comerio più intimo, girato all'interno delle mura domestiche, in cui filma la sua famiglia, i figli e la moglie. Dei veri e propri home movie degli anni Venti del secolo scorso.La Cineteca conserva in Europa uno dei lotti più antichi di cinema su supporto infiammabile, a partire dai materiali degli operatori Lumière di un minuto, a un grosso lotto della produzione Pittaluga, oltre ai titoli di una serie di collezionisti che nel tempo hanno lasciato a noi le loro pellicole
Matteo Pavesi
Luca Comerio dietro la sua cinepresa
Per consentire ai visitatori più giovani di scoprire la grandezza di un personaggio straordinario di cui si è persa la memoria, la Cineteca ha creato anche un videogame che, servendosi di un escamotage narrativo di pura invenzione, finisce per raccontare in modo divertente la storia personale e le avventure cinematografiche di un uomo formidabile del passato con un linguaggio gradito ai ragazzi.
Attraverso gli occhi di una giovane ricercatrice sulle tracce della sua storia famigliare, parte una ricerca nell'archivio della Cineteca che ricostruisce alcuni film di Comerio
Matteo Pavesi, direttore della Cineteca di Milano
Luca Comerio protagonista di un videogame
Roberto Della Torre, responsabile del laboratorio di restauro e dell'archivio film, dopo aver ricordato le varie fasi di intervento sulla pellicola e i tipi di procedure che cambiano a seconda dei diversi supporti (nitrato, acetato, poliestere), ci mostra alcuni fotogrammi di una delle più recenti acquisizioni della Cineteca: Villa Falconieri, un film muto di Giulio Antamoro del 1928 che si dava per perso.
In realtà era conservato nel nostro archivio. Un film di difficile identificazione perché privo di didascalie, di cartelli iniziali e finali e quindi non sapevamo esattamente che film fosse. Partendo dalla sceneggiatura originale, siamo riusciti anche a integrare le didascalie mancanti e riportare completamente allo stato originario questa bellissima pellicola estremamente suggestiva e interessante
Roberto Della Torre
Un fotogramma del film "Villa Falconieri" del 1928