"Luigi Proietti detto Gigi"
L'omaggio di Edoardo Leo al Maestro
Mi sono reso conto con questo documentario che ho portato avanti per quattro anni, che Gigi Proietti aveva la capacità di guardare, di fotografare le cose in un modo tutto suo e di illuminarle. E quando le persone ti illuminano rendono più bello tutto quello che ti sta intorno. Una dote rara che, spero, di potere restituire con il mio lavoro, il mio comportamento a tutti, grato di quello che ho imparato da lui e che è patrimonio dell’umanità.
Edoardo Leo
Edoardo Leo sul set del suo documentario "Luigi Proietti detto Gigi" (2021) - Fotografia di Anna Camerlingo
Un lavoro di anni quello portato avanti con amore da Edoardo Leo, che mostra al pubblico l'uomo dietro le quinte, seguito nei tour del suo spettacolo A me gli occhi please, raccogliendo materiali inediti e originali. Ne esce, oltre all'artista, una figura umana meravigliosa, con un senso dell'umorismo ereditato dalla madre, un'umiltà e una modestia impensabili per un attore visceralmente amato dal pubblico. Un artista, Proietti, che ha lasciato un fondamentale messaggio per le nuove generazioni e non solo. Un augurio che emerge come una necessità affermando alla fine del documentario:
Spero di aver tramandato l'etica di questo mestiere, che è un mestiere molto morale.
Gigi Proietti
E quello dell'attore è anche un mestiere popolare, nel significato più alto del termine, William Shakespeare è popolare e la direzione di Proetti del Globe Theatre ne è la testimonianza.
Gigi Proietti in scena (Fotografia di Anna Camerlingo)
Su Gigi Proietti vedi anche lo speciale di Rai Cultura "Speciale Gigi Proietti"